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Dichiarazione di Sandro BONDI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) 


 

Mozione per un "adeguamento della legge sull'interruzione di gravidanza"

  • (05 gennaio 2008) - fonte: camera.it - inserita il 08 gennaio 2008 da 83
    (...) a quasi trent'anni dall'introduzione della legge sull'interruzione di gravidanza in Italia, i grandi cambiamenti intervenuti nel costume, nelle pratiche mediche e nelle tecniche diagnostiche, rendono indifferibile un adeguamento della legge attraverso l'emanazione di linee guida da parte del Ministero della salute; (...) le linee guida dovrebbero servire anche a richiedere alle regioni informazioni attualmente trascurate, per esempio: a) il numero di colloqui svolti nei consultori e il corrispondente numero di certificati rilasciati. Questo dato (necessariamente parziale, perché esclude le donne che si rivolgono ai medici privati) può però fornire un'idea dello stato di applicazione dell'articolo 2 della legge, cioè della capacità dei consultori di intervenire per evitare gli aborti, e proporre alle donne aiuti concreti e soluzioni agli eventuali problemi che le inducono ad interrompere la gravidanza; b) il numero di bambini nati vivi in seguito ad aborti tardivi (effettuati cioè oltre i 90 giorni); c) quando si tratti di interruzioni di gravidanza tardive, dovrebbe sempre essere comunicata la settimana di gestazione (e non soltanto l'indicazione generica «entro i 90 giorni» e «oltre i 90 giorni»); d) quando, secondo l'articolo 6, l'interruzione di gravidanza viene effettuata perché sono accertate «rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro che determino un grave pericolo per la salute psichica o fisica della donna», l'accertamento diagnostico deve essere verificato dopo l'aborto. È di fondamentale importanza, infatti, sapere quale effettivo riscontro hanno le diagnosi prenatali, che spesso si basano non su certezze ma su probabilità; e) per promuovere politiche di sostegno alle maternità difficili, e campagne mirate contro l'uso dell'aborto a fini eugenetici, è importante conoscere e rendere pubblici i dati sulle patologie fetali in base alla quale si ricorre all'articolo 6. Sarebbe utile compilare annualmente una casistica delle patologie in base alle quali le donne italiane decidono di interrompere la gravidanza, e prevedere la raccolta di informazioni (per esempio grazie a un colloquio con uno psicologo) sui motivi che spingono le donne a non tenere un figlio diversamente abile; (...)
    Fonte: camera.it | vai alla pagina
    Argomenti: legge 194, aborto, laicità | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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