-
» Guantanamo: l'Italia offra ospitalità agli ex detenuti in Guantanamo
Marco PERDUCA in data 16 dicembre 2008
-
» «Aiuti alle auto, gli altri Paesi si stanno già muovendo»
Valter VELTRONI in data 14 dicembre 2008
-
» Base Usa. «E adesso voglio anche la "Via"»
Achille VARIATI in data 06 dicembre 2008
-
» "Veltroni legittimato da 2 milioni di sì ma da lui ci aspettiamo un colpo d'ala" - INTERVISTA
Francesco RUTELLI in data 06 dicembre 2008
-
» Ecoincentivi, la Giunta preveda un finanziamento straordinario nella Finanziaria regionale 2009
Diego BOTTACIN in data 05 dicembre 2008
-
» «Napoli, Firenze, Abruzzo... Non facciamo finta di niente» - INTERVISTA
Anna FINOCCHIARO in data 05 dicembre 2008
-
» Blocco delle moschee dell'Ucoii, contro il terrorismo non possiamo abbassare la guardia; Europa è rimasta troppo silente, servono valori condivisi; Italia testa di ponte su Israele e questioni mediorientali
Andrea RONCHI in data 04 dicembre 2008
-
» «Da gennaio sarò presidente del G8. E mi farò promotore di una regolamentazione della rete».
Silvio BERLUSCONI in data 04 dicembre 2008
-
» Obama, l’ottimismo non sempre paga
Fiamma NIRENSTEIN in data 27 novembre 2008
-
» «Miopia e debolezza, in troppi casi, da parte delle classi dirigenti».
Giorgio NAPOLITANO in data 27 novembre 2008
-
» Fatti di Mumbai mostrano la necessità di collaborazione internazionale nella lotta al terrorismo.
Andrea RONCHI in data 27 novembre 2008
-
» Caro Veltroni, non voglio morire socialista - INTERVISTA
Francesco RUTELLI in data 27 novembre 2008
-
» Rassicuro Israele "No al nucleare iraniano”
Giorgio NAPOLITANO in data 26 novembre 2008
-
» «Cerchiamo solo di contenere il tumore Berlusconi» - INTERVISTA
Antonio DI PIETRO in data 20 novembre 2008
-
» «Permesso solo a chi è utile Bruxelles dà ragione all’Italia» - INTERVISTA
Franco Frattini in data 20 novembre 2008
-
» «Fondi ai ricercatori e non alle strutture» - INTERVISTA
Ferruccio FAZIO in data 15 novembre 2008
-
» "Basta con la tv che mi dileggia questa sinistra è contro l'Italia" - INTERVISTA
Silvio BERLUSCONI in data 12 novembre 2008
-
» "Gli Usa rinuncino allo Scudo con Ue e Russia una nuova intesa" - INTERVISTA
Franco Frattini in data 12 novembre 2008
-
» Obama dichiara di voler cambiare le leggi: Evidente silenzio del PD su staminali e aborto
Marco CAPPATO in data 10 novembre 2008
-
» il programma e la personalità di Obama sono tali che non sarebbe stato accettato nemmeno come candidato di minoranza alla Segreteria del PD
Marco PANNELLA in data 10 novembre 2008
-
» Felici che Carla Bruni non sia più italiana. {All'interno link alle dichiarazioni di Carla Bruni}.
Francesco COSSIGA in data 09 novembre 2008
-
» Sull'«abbronzato» a Barack Obama. Ora gli amerikani del centrodestra accusano Silvio. {Link all'interno: Barack Obama. Leggi i commenti dall'America e dal web}.
Giovanna MELANDRI in data 08 novembre 2008
Obama, l’ottimismo non sempre paga
-
(27 novembre 2008) - fonte: Panorama - Fiamma Nirenstein - inserita il 22 novembre 2008 da 31
Dall’Iraq a Israele, dall’Iran alla Siria, al Libano, ecco dove e perché la politica della diplomazia del prossimo presidente Usa rischia di naufragare.
Le prime avvisaglie del fatto che l’ottimismo di Barack Obama potrebbe trovarsi in gravi difficoltà se esercitato in Medio Oriente sono già là, nella rottura della tregua fra Hamas e Israele, iniziata a luglio e ormai agonizzante a causa dei missili kassam e grad lanciati dai palestinesi su Ashkelon e Sderot. Obama, sia pure con molte oscillazioni, durante la campagna elettorale ha dichiarato che intende affrontare con la diplomazia i problemi mediorientali, dall’Iraq alla questione afghana, dall’Iran alla Siria, con i loro corollari Hezbollah e Hamas. In concerto con Tony Blair ha resuscitato l’idea clintoniana del ritorno di Israele entro i confini del 1967 e della divisione di Gerusalemme (la cui parte est diventerebbe capitale del futuro stato palestinese: una spaccatura che è sempre stata bocciata senza appello da ogni leadership palestinese), ripresa poi anche dal primo ministro dello stato ebraico Ehud Olmert.
Un piano che ritorna regolarmente: proposto dai sauditi nel 2002, venne rispolverato dalla Lega araba lo scorso anno. Secondo il Times di Londra Obama ne avrebbe discusso sei mesi fa a Ramallah con il leader dell’Anp, Abu Mazen, al quale avrebbe detto, senza mezzi termini: «Se gli israeliani non accettano sono pazzi». E invece quest’idea rappresenta un drammatico passo indietro rispetto al concetto di «confini sicuri a fronte di due stati per due popoli» che l’America, con l’amministrazione Bush, aveva compreso e accettato. Tornare alle frontiere del 1967 significherebbe infatti una sicura escalation delle incursioni e dei lanci di missili su Israele; rinunciare ai confini sicuri non è un passo avanti verso la pace, ma, al contrario, è una garanzia di conflitto.
Obama forse non sa ancora che il Medio Oriente cammina sempre su un filo e che gli Usa, se non riusciranno a bloccarne le focosità, si troveranno a decidere che fare di fronte a inevitabili guerre. Se tornerà in Iraq Muqtada al- Sadr con i suoi gruppi sciiti, se altre milizie chiederanno la loro fetta di potere, se i curdi e gli arabi seguiteranno a scontrarsi a Mosul, Kirkuk e Dyala, i programmi di ritiro diventeranno quasi impossibili. Se Israele, vedendo troppo vicino (è previsto nel 2009) il completamento della bomba iraniana, decidesse di agire come fece contro il reattore siriano nel settembre 2007; se gli hezbollah decidessero di sparare con la benedizione iraniana; se il Libano si asservisse a quella politica inimicandosi Israele (che non potrebbe che reagire), gli Stati Uniti sarebbero in difficoltà a mantenere il programma diplomatico. Adesso a Gaza succede proprio quello che Obama non voleva: nei mesi scorsi due suoi inviati, ha rivelato ad Al-Hayat (giornale arabo di Londra) il portavoce di Hamas Ahmad Youssef, avevano incontrato segretamente i leader terroristi a Gaza. Hamas lo nega, il Times di Londra lo conferma. Già si scontra con la realtà l’ispirazione di Zbigniew Brzezinski e Robert Malley (che fu special assistant per le questioni arabo-israeliane del presidente Bill Clinton), famoso per aver creato la versione palestinese di Camp David, quella che incolpava gli israeliani del fallimento del vertice Arafat-Barak. Ambedue sono nel team di politica estera del presidente eletto. Ma ecco che piovono di nuovo i kassam, dai tunnel si importano armi, fra Hamas e Al Fatah le cose sono tali da rendere difficilissime le speranze di calma fra le fazioni. Il Medio Oriente è un ciclone più forte del vento lieve del pacifismo occidentale.
Fonte: Panorama - Fiamma Nirenstein | vai alla pagina » Segnala errori / abusi