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(26 gennaio 2013) - fonte: Il Fatto Quotidiano | Carlo Tecce - inserita il 26 gennaio 2013 da 31
Niccolò Ghedini ha i muscoli facciali sempre tirati. Non sorride mai. Non impreca mai. Il moto di ribellione si esaurisce con il tipico “ma-va-là”. Perché l'uomo è avversativo: va contro i simpatici di professione, fiero di apparire antipatico. O di non apparire: «Sono dieci minuti che parliamo e non mi ha chiesto nulla di economia o di crescita: solo, ancora, unicamente i processi di Berlusconi. Io ne sono consapevole, non mi offendo: mi guardate curiosi e vi viene in mente il tribunale, non faccio buona propaganda. Per questo a volte mi eclisso. Mi allontano. Farmi vedere non è utile al partito, a recuperare i voti».Però, non resiste al doppio ruolo: si divide tra due entità, il parlamentare e l'avvocato, e si è preso una comoda seconda piazza in Veneto per il Senato.
«Mavalà: Non è la mia aspirazione, non ci ho pensato mica io? Me l'ha suggerito Berlusconi. Lui mi vuole vicino».
Vuole lo scudo giudiziario. Anni di fallimenti, come rimediare?
«Mavalà: Non c'è nulla da fare, non ci sono margini, mi spiace».
Ha un tono rassegnato.
«Mavalà: Faccio il mio lavoro, ma sono consapevole che a Milano non abbiamo speranze».
Qui ballano tre sentenze per il Cavaliere: i festini con Ruby, i diritti tv Mediaset, il nastro di Unipol.
«Mavalà: Condanne, non c'è scampo, primo grado e anche in appello».
Scusi, Ghedini, così perderà un cliente.
«Mavalà: Non è questione di merito: qual è il campo?»
Milano.
«Mavalà: Per noi è impraticabile, la Procura è nostra avversaria. Come si dice in questi casi: confidiamo in Roma, risolveremo in Cassazione. Speriamo».
(Ghedini incrocia lo sguardo con il pavimento, s'impone una signora in giacca glicine: “Le presento questa ragazza, candidata in Campania circoscrizione numero due”. L'avvocato non si muove di un centimetro e sussurra: “Piacere”).
Contento per le liste parzialmente pulite?
«Mavalà: Non avrei utilizzato questi criteri di selezione».
Che fa, salva Marcello Dell'Utri e Nicola Cosentino?
«Mavalà: Certo, ci mancherebbe, li avrei fatti eleggere. Il Pdl è un partito, non giudica, non punisce».
Avete smarrito lo spirito garantista.
«Mavalà: No, mi creda... È che i cittadini sono diventati sensibili a questi argomenti».
L'avete fatto per convenienza.
«Mavalà: Sì, diciamo per opportunità politica».
All'ingresso distribuiscono il manuale per i prossimi parlamentari, una ragazza un po' distratta si rivolge stupita a Ghedini: “Lei è candidato?”.
I muscoli facciali sono più tirati del solito, vorrebbe urlare “no” o “ma-va-là”. Però gli tocca, ancora: “Non ho aspirazioni di governo, senatore semplice è perfetto. Grazie”.
Fonte: Il Fatto Quotidiano | Carlo Tecce | vai alla pagina » Segnala errori / abusi