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Dichiarazione di Stefano STEFANI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Lega)  - Pres. commissione Affari esteri Camera - Deputato (Gruppo: Lega) 


 

"Primavera Araba" sempre più ombre

  • (11 ottobre 2011) - fonte: La Padania - inserita il 11 ottobre 2011 da 21157

    Quante ombre sulla ''primavera araba'', quanti timori per quei Paesi che, riusciti ad abbattere le dittature, si ritrovano ora a fare i conti con i tanti ostacoli che si frappongo sulla strada della democrazia reale. Mentre rigurgiti integralisti scuotono la Tunisia, l'Egitto torna a fare i conti con la violenza interconfessionale, che già, in un passato nemmeno tanto lontano, ha fatto decine e decine di vittime. I copti, minoranza religiosa, ma componente essenziale del tessuto economico egiziano, da sempre vivono in una condizione di potenziale pericolo, perchè la loro vivacità, i loro successi in molti campi, li rendono invisi alle masse egiziane più povere che in qualche modo nutrono verso di loro un astio che, a questo punto, con la religione ben poco ha a che fare, perchè dietro ci sono decenni e decenni di invidie e persino odio. Ma non è questo il punto, perchè sono vicende che, cambiando i nomi dei protagonisti, si ripetono a tutte le latitudini. Il problema vero è che le tensioni confessionali sono scoppiate in Egitto in un momento in cui il Paese cerca di mettersi alle spalle il passato - ovvero il regime di Hosni Mubarak - per imboccare, finalmente, la strada della democrazia. Però molti dei soggetti che agitano l'attuale scena politica egiziana appaiono oggi muoversi con logiche che sono lontane dal confronto e dal dialogo, in un meccanismo di sopraffazione politica che può solo nuocere al Paese e alla popolazione.

    La democrazia, per la quale in centinaia di migliaia sono scesi in piazza e tanti per essa sono anche morti, non si può oggi difendere dando spazio alla violenza che, anche quando non c'è più, non è mai finita veramente, perchè il sangue lascia nelle coscienze delle macchie indelebili che spesso si vogliono cancellare coprendole con altro sangue, sempre rosso, ma che paradossalmente ha un colore diverso, perchè diversa è la religione di quelli da cui sgorga.

    L'Egitto di oggi - e il mio è un appello alle forze veramente democratiche del Paese, quelle che non hanno una radice confessionale, per capirci - deve avere la forza di tirarsi fuori dal vortice dei conflitti interni, se vuole veramente essere una nazione unita. Una esigenza che deve rispettare se vuole essere un partner affidabile per gli altri Paesi, a cominciare dall'Europa che verso l'Egitto ha fatto una apertura di credito amplissima, a patto che rispetto dei diritti umani e riforme diventino i capisaldi del suo futuro.

    Fonte: La Padania | vai alla pagina

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