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Dichiarazione di Luigi RAMPONI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) 


 

Discussione del disegno di legge 12 luglio 2011, n. 107: (Missioni internazionali)

  • (21 luglio 2011) - fonte: www.senato.it - inserita il 03 agosto 2011 da 18670
    Signor Presidente, signor Sottosegretario, cari colleghi, il decreto legge in conversione sostanzialmente non rappresenta una grossa novità di carattere politico, dal momento che si propone e realizza il proseguimento del finanziamento di una serie di operazioni internazionali e di interventi a favore delle popolazioni, che riproducono sostanzialmente quanto è già in atto. Vi è qualche novità o qualche particolarità sulla quale desidero porre l'accento, per poi soffermarmi un momento sull'aspetto della cooperazione, su ciò che può rappresentare la presenza delle nostre Forze armate e le risorse che semestralmente utilizziamo nel contesto della situazione delle Nazioni che vivono momenti di emergenza e nel contesto della qualità della vita delle popolazioni che lì si trovano in difficoltà. Come dicevo, vorrei porre l'accento su alcuni aspetti particolari, pur senza esagerare, dal momento che tutti coloro che mi hanno preceduto hanno indicato, in maniera più o meno simile, quali sono le peculiarità che caratterizzano questo decreto. La novità è sicuramente l'inserimento dell'operazione libica e il suo finanziamento. Mi piace ricordare che tale operazione è stata approvata dal Parlamento ed è stata condotta dal Governo nel suo complesso, quindi è il risultato di una nostra voluta partecipazione e risposta alle iniziative delle Nazioni Unite e della nostra partecipazione nell'ambito della NATO. Questa operazione è stata finanziata fino alla fine di settembre. Ci si augura che la situazione libica possa trovare una soluzione pacifica ma, nel caso ciò non dovesse accadere, certamente si procederà al rifinanziamento. In ogni caso, l'augurio è che termini presto: un augurio che è anche del Governo. Vorrei inoltre ricordare e porre l'accento sulla riduzione di forze impegnate nelle missioni, che è già in atto e che segue schemi individuati dal nostro Governo e in particolare dal Ministero della difesa. L'auspicio è di realizzare entro la fine dell'anno una riduzione consistente, come ha ricordato il collega Divina, pari a circa 2.000 militari. Vi è poi una novità a me molto gradita, che finalmente realizza ciò che due anni fa proposi nell'ambito di un ordine del giorno accolto dal Governo, ma poi regolarmente non applicato. Si proponeva, infatti, di approvare una norma in base alla quale il Governo, due mesi prima della presentazione del decreto di rifinanziamento, fosse tenuto a presentare al Parlamento (le Commissioni difesa e affari esteri del Senato) una relazione sullo stato delle operazioni internazionali, aprendo con il Parlamento una discussione volta all'individuazione di linee programmatiche, che è giusto il Parlamento dia al Governo prima che quest'ultimo metta a punto il decreto. Vorrei ricordare la questione, che trovo interessante, della possibilità di proteggere le nostre navi vittime della pirateria, specialmente nell'Oceano indiano, attraverso due strumenti di difesa: il primo è quello concordato dalle aziende con i contractor, che dà la possibilità a civili che salgono sulle navi di reagire all'attacco dei pirati; il secondo è una protezione, assicurata da forze militari dello Stato, ma comunque pagata dagli imprenditori, che mostra la partecipazione e l'impegno del Governo alla difesa della società italiana, con riferimento alle navi che a livello internazionale sono comunque parte integrante del territorio italiano. Questa è una novità positiva. Infine, vi è la reiterazione di una serie di norme che sostengono attività di cooperazione, ed è su questo fronte che voglio soffermare l'attenzione. Quando si parla di operazioni di pace internazionali, infatti, l'accento viene posto molto, anche giustamente, sull'attività svolta dai nostri soldati. A questo proposito, mi farebbe piacere che si smettesse di chiamarli ragazzi. Non sono affatto dei ragazzi. Quando compii 18 anni mi dissero che ero un uomo, che non ero più ragazzo e che dovevo assumermi delle responsabilità. Oggi invece si sentono chiamare ragazzi persone di 35-40 anni: ma quali ragazzi? Del resto, da quando non esiste più la leva obbligatoria, questi cosiddetti ragazzi, come si scopre quando qualcuno di essi perde la vita, sono in gran parte sposati e hanno figli. Dunque, non sono affatto ragazzi o ragazze, ma professionisti, molto coraggiosi, che danno lustro al nostro Paese e che vanno là perché vogliono farlo, e vogliono dare senso a questa partecipazione internazionale della nostra Nazione. Per ritornare sulla questione della cooperazione, essa, sia pure con risorse che non sono mai sufficienti, è chiaro, ha però svolto in questi anni un'opera importantissima, che è giusto che i cittadini conoscano e di cui è giusto che noi teniamo conto, e che nel decreto si manifesta in una prima parte, che parla proprio di cooperazione ed è riferita alle competenze degli affari esteri, e in una seconda parte che, nell'ambito delle operazioni militari, prevede anche delle risorse per consentire di condurre, in maniera diretta e immediata da parte dei reparti, interventi nei confronti delle popolazioni. Interventi dove? Ma interventi in mille campi! Nel campo dell'agricoltura, per esempio, sono state portate avanti iniziative relative a nuovi tipi di coltura, opere di irrigazione, di bonifica, che hanno sostenuto e sviluppato, molto favorevolmente, l'agricoltura dell'Iraq, dell'Afghanistan e del Libano. Andate a vedere ciò che i nostri hanno fatto. Penso anche al campo della giustizia, dove è stato compiuto un grande sforzo per riavviare tutto il processo di preparazione dei magistrati, e delle strutture preposte, così da avere a disposizione le aule. Lo stesso si può dire che sia avvenuto nel settore della sicurezza e della governance, che vanno di pari passo: sia i Carabinieri che la Guardia di finanza hanno svolto tutta una preparazione per interventi sia in ambito doganale che di contrasto alla criminalità. A tutti questi si aggiungano gli interventi realizzati - non vorrei dimenticarne nessuno - nel campo della sanità, con la presenza dei nostri ospedali e anche di organizzazioni non governative (pur rimanendo nelle operazioni internazionali), con la rimessa a punto e in efficienza di ospedali fatiscenti e con l'invio di medicinali. Tutte iniziative che hanno migliorato la qualità della vita delle popolazioni presso le quali noi siamo presenti, che vanno al di là della principale - ed estremamente meritoria - opera di contrasto al terrorismo, di ristabilimento della pace, di contrasto alla criminalità e alla malavita, (perché anche questo fanno le nostre forze) e che rappresentano un aiuto generoso, importantissimo in ambito internazionale, che dà estremo prestigio ai nostri interventi. In sostanza, quando si parla di operazioni internazionali, non bisogna limitarsi soltanto al primo, fondamentale, rischiosissimo e onerosissimo impegno nei confronti delle minacce più violente, rappresentate dal terrorismo, dai tentativi di sovvertimento e da tutti i tipi di criminalità: guardiamo anche a quest'altra componente. E siamo orgogliosi che il nostro Governo (come tanti hanno ricordato), nonostante le situazioni di difficoltà economica, riesca a tenere fede ai suoi impegni internazionali in maniera certamente adeguata al livello e al peso della nostra Nazione. Concludo tributando un riconoscimento alla professionalità di questi nostri uomini, ma - prima di questo - desidero sottolineare che quando si calcolano le risorse disponibili per la cooperazione si deve anche considerare che non compaiono tutti i soldi che si spendono per mantenere quei soldati che là dove operano non solo fanno opera di sicurezza, ma, ad esempio, riattano strade e fanno tutte quelle cose che ho detto prima. Se non ci fossero i nostri soldati a farlo, la cooperazione, essenziale, dovrebbe spendere molto di più delle risorse che sono allocate per le sue attività, ma non come voci di spesa per il personale che fa cooperazione. Abbiamo maturato capacità e professionalità; abbiamo dato dimostrazione di coraggio, sostenuta anche dal comportamento delle nostre famiglie; abbiamo dato prova di convergenza - devo riconoscerlo con grande piacere - al di là delle beghe e dei contrasti politici, fra la maggioranza e l'opposizione, a seconda di chi è di turno in questa funzione. Tutto ciò ha consentito, se non altro, al nostro Paese, in questo settore, di essere rispettato nel mondo e di fare in modo che tutte le popolazioni da noi sostenute nutrano sentimenti di profonda gratitudine nei confronti del nostro Paese. (Applausi dal Gruppo PdL e della senatrice Negri).
    Fonte: www.senato.it | vai alla pagina
    Argomenti: missioni internazionali, pdl, Luigi Ramponi | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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