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Dichiarazione di Giulio TREMONTI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  Economia e Finanze (Partito: PdL) 


 

«I fattori scatenanti della crisi ci sono ancora tutti» - INTERVISTA

  • (14 maggio 2011) - fonte: Il Sole 24 Ore - Roberto Napoletano - inserita il 14 maggio 2011 da 31

    Tutti i fattori che hanno causato la crisi globale «sono tutti ancora in essere». Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, al convegno sull'editoria "Crescere tra le righe" a Bagnaia (provincia di Siena), torna a invocare il primato dell'economia sulla finanza. «Un tempo erano gli stati a stampare moneta ora sono le banche a stampare una pseudo moneta» ha ricordato il ministro facendo riferimento all'eccesso di finanza derivata che permane a oltre due anni dal crollo della banca americana Lehman Brothers.

    «La medicina dei debiti pubblici è finita»

    il titolare del Tesoro, intervistato dal direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano, ha definito una «illusione» la possibilità che qualcuno «fuori dalla politica» potesse risolvere il problema «inventando delle regole». E per il futuro, ha aggiunto: «La medicina dei debiti pubblici è finita, ammesso che fosse una medicina».

    I trattati europei non sono come un matrimonio

    Tremonti ha parlato della crisi dei debiti sovrani auspicando che «la via d'uscita passi da una intensificazione della architettura politica europea». L'Ue - ha spiegato Tremonti - ha una costruzione «positiva e progressiva». Se in un matrimonio i coniugi «sono uniti nella buona e nella cattiva sorte», i trattati europei contemplano «solo la buona sorte» ha sottolineato. Il ministro ha ricordato poi la sua proposta illustrata sul Financial Times, assieme al presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, per «l'emissione di Eurobond».

    Il nodo della crescita

    All'indomani della pubblicazione della stima preliminare Istat sul Pil italiano, al palo rispetto a Francia e Germania, la domanda d'obbligo è: perché l'Italia non cresce?. Il ministro ha ricordato quanto fatto dal governo sul fronte dei conti pubblici. Uno sforzo che è stato riconosciuto a livello internazionale. Detto questo, ha indicato tre "talloni d'Achille" che frenano il Pil italiano. Il primo è il peso dell'economia illegale che resta ancora consistente nel nostro paese. L'evasione fiscale è imponente, nonostante la lotta al sommerso «abbia fatto recuperare 25 miliardi in due anni». Poi Tremonti ha ricordato il tema della dimensione delle imprese («il 95% del Pil è fatto da aziende con meno di 15 dipendenti). Infine il Meridione. «Il Nord Italia è la regione più ricca d'Europa» - ha detto Tremonti, mentre il Sud «è una realtà che va indietro e non avanza».

    La questione meridionale

    Su quest'ultimo punto in particolare ha insistito il ministro. «Da Milano a Roma in treno ci vogliono tre ore - ha ricordato - da Reggio Calabria a Roma è meglio che non vi dica quante ore ci vogliono. I treni che vengono da Nord hanno i moscerini schiacciati sui vetri per la velocità, quelli che vengono da Sud hanno i moscerini tranquilli. Non è impossibile cambiare le cose, ma ci vuole tempo». Il titolare del Tesoro ha definito quella del Mezzogiorno «la grande questione del paese». Come risolverla? In primo luogo il ministro ha sottolineato la situazione dei fondi europei. «Non vengono spesi - ha detto - e questo è un problema. Quest'anno stiamo rischiando di perdere 6 miliardi non spesi, ecco perché vorremmo usare quei soldi per il credito di imposta nel Mezzogiorno. La questione non è finanziaria, occorre sapere usare i fondi che ci sono già».

    «Delle spiagge non me ne frega un tubo»

    Il ministro ha parlato anche del recente decreto sviluppo respingendo le critiche rivolte al governo sulla questione delle spiagge (il governo ha rinnovato le concessioni prima per 90 e poi per 20 anni). «Adesso lo posso dire, non mi frega un tubo: le spiagge non c'entrano nulla, c'è stato un atteggiamento pittoresco» si sfoga Tremonti. Il ministro ha spiegato che la norma sul diritto di superficie dei litorali contenuta nel dl sviluppo «non c'entra nulla con le spiagge» ma ha come obiettivo il rilancio del turismo attraverso la creazione di «distretti a burocrazia zero».

    Fonte: Il Sole 24 Ore - Roberto Napoletano | vai alla pagina

    Argomenti: UE, mezzogiorno, spiagge, debito pubblico, banche, questione meridionale, fondi europei, economia nazionale, germania, derivati, globalizzazione, BCE-Banca Centrale Europea, credito d'imposta, francia, Pil, Nord e Sud, crisi finanziaria, crisi economica, Grecia, decreto sviluppo | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (3)

  • Inserito il 15 maggio 2011 da 31
    Caro Massimo, anch'io preferisco i fatti ed ho grande rispetto per il voto democratico e soprattutto trasparente. Il mio commento è prima di ogni altra cosa una segnalazione che, senza presunzione, cerca di diffondere informazione. E' per questo che vi sono quattro link che puntano allo stesso quotidiano da cui è tratta l'intervista. Quotidiano senz'altro autorevole su argomenti di economia e che per certo non si definisce di sinistra. Confindustria docet. Letti i vari articoli che a loro volta allargano l'argomento (cosa che personalmente ho apprezzato), vi si trovano le condizioni per cui valutazioni e/o critiche a Tremonti sono arrivate da schieramenti diversi. In alcuni casi anche dalla stessa parte cui il ministro appartiene. Comunque mi pare che al risanamento dell'Italia ci teniamo entrambi. Per me questo è il punto essenziale. Un'ultima precisazione sul mio personale modo di espressione: Non scrivo in "politichese" e non ci tengo a farlo proprio perchè amo la trasparenza che ha l'immensa dote di essere compresa da tutti.
  • Inserito il 15 maggio 2011 da 18661
    gli italiani hanno votato il centrodestra, o non sono andati a votare, perchè i compagni della sinistra non hanno presentato proposte di risanamento adeguate. Criticare è più facile che fare, basta stare alla finestra e dire hai sbagliato. Preferisco il sindaco di Firenze.
  • Inserito il 14 maggio 2011 da 31
    SEGNALAZIONE: Nel caso si segua il link "stima preliminare Istat sul Pil italiano", il titolo è fuorviante e per la conferma basta leggere la prima riga dell'articolo. Il titolo dice:" Nel primo trimestre 2011 il Pil italiano sale dell'1%". In effetti l'1% si raggiunge solo dal confronto col dato del primo trimestre 2010. Quindi il dato trimestrale 2011 è da leggersi come un aumento dello 0,1% (rispetto ai tre mesi precedenti). Risultati insignificanti in ogni caso. Ed è lo stesso Istat a sottolinearlo ("dati deludenti"). Resta il fatto che Tremonti snocciola la solita pappa sul Pil, che come sappiamo calcola tutti i consumi lordi che, a loro volta, sono ormai un'esclusività delle classi ricche e/o medio-alte. Come contorno il ministro si aggrappa ai logori argomenti dell'economia sommersa e dell'evasione fiscale (dopo aver colpevolmente costruito uno scudo fiscale ad hoc, per uso e consumo di pochi detentori di ingenti patrimoni accumulati ai danni dell'economia nazionale). Evita accuratamente di addentrarsi nella questione del debito pubblico, che elimina in una battuta da buon politico che non sa cosa dire, cercando scampo nei "debiti pubblici" in Europa. ALTRO LINK cui vale la pena di dare un'occhiata è "banca americana Lehman Brothers". Josè Paramo, lo spagnolo nel direttivo della BCE, pur consapevole che la ristrutturazione del debito greco potrebbe avere effetti peggiori del crack Lehman, evidentemente, come i suoi colleghi, deve avere il portafoglio ben gonfio se conferma di schierarsi contro la riorganizzazione del debito della Grecia e la faccenda viene liquidata (al pari dell'italiano Bini Smaghi), con la formuletta: «Il governo di Atene sta mettendo in pratica riforme, non ha senso quindi discutere su questa ipotesi». E mentre Germania e Francia (con l'economia di guerra imposta da Sarkozy) [LINK:"Perchè l'Italia non cresce?"] vedono aumentare le loro economie drogate dal ritorno della finanza derivata, il nostro superministro scarica colpe sul mezzogiorno, parla dei suoi incubi peggiori che prendono forma in moscerini sui vetri dei treni e, ciliegina sulla torta, ammette che «delle spiagge non me ne frega un tubo».

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