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Davide Who alza il tiro: "Con Fassino si perde"
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(17 febbraio 2011) - fonte: http://www.lospiffero.com/ - inserita il 22 febbraio 2011 da 12104
A poco più di una settimana dal voto per le primarie del centrosinistra, Davide Gariglio, principale avversario di Piero Fassino, indicato come favorito, non accenna ad abbassare i toni. «Ho già perso una volta alle regionali - dice riferendosi alla candidatura della Bresso, sconfitta da Roberto Cota - non voglio perdere una seconda volta».E a chi gli chiede se quindi con Fassino si rischia di perdere anche la poltrona di sindaco, replica, spostando anche se di poco il tiro: «Se i testimonial sono quelli del Lingotto, si perde».
Il riferimento è alla prima fila, formata da esponenti della Torino che conta, nell’economia e nella finanza, da Carlo De Benedetti, a Angelo Benessia a Paolo Cantarella, a Enrico Salza, durante l’incontro di presentazione della campagna per le primarie torinesi. E se Fassino appunto schiera il numero uno della Compagnia di San Paolo, accanto a Gariglio compaiono Stefano Ambrosini e Bruno Manghi due dei principali esponenti della fondazione torinese che nei mesi scorsi avevano guidato un’inedita contestazione alla gestione monocratica del presidente.
L’occasione è la presentazione, avvenuta oggi, dell’appello della società civile, firmato da una cinquantina di intellettuali ed esponenti del mondo delle professioni e dell’economia torinese, come appunto il giurista Ambrosini, il sociologo Manghi, lo storico ed ex archivista Fiat Giuseppe Berta, l’accademico dei Lincei Carlo Ossola, il professore emerito di letteratura anglosassone ed editorialista Claudio Gorlier, il vicerettore dell’Ateneo subalpino e presidente della Fondazione per la scuola Anna Poggi, il presidente di Eurofidi Beppe Pezzetto. Un documento nel quale si sottolinea la necessità di puntare su “nuove energie”, “sul ricambio del ceto politico e della classe dirigente”, sulla maggiore utilità per il sindaco «di frequentare persone comuni», anziché «rappresentare la garanzia di sopravvivenza di poteri forti».
Per l’occasione Ossola, in un messaggio resuscita anche il termine berlingueriano di “austerità” da molto tempo congelato nelle sale della politica. Gariglio riafferma di essere in competizione contro la nomenclatura del Pd che si è schierata compattamente con Fassino. «Un partito e una nomenclatura - spiega lo stesso candidato - che ragiona con un sistema non rispondente alle necessità dell’oggi». Ma al partito, sottolinea, «rivendico la mia appartenenza: sono stufo di chi mi chiede cosa farò se non vinco, se esco dal Pd. Io sono tifoso di questa squadra. Così come lo sono del Toro, che mi ha abituato alle sconfitte, resto tifoso di questa squadra anche se ci ha fatto perdere per 18 anni con gli stessi allenatori».
Un partito che Gariglio considera se non bolscevico, come si è lasciato scappare in una intervista a un quotidiano popolare «un po’ centralista, con un’idea di pianificazione dall’alto. Non è il partito dei territori, delle opportunità, dello scuotimento dell’albero».
Perciò, dice, ora nel Pd, «anche se non va cambiato l’allenatore, va però cambiato qualche giocatore e la tecnica di gioco». E in questa direzione, anziché rifarsi direttamente ad Obama, come ha fatto Fassino con lo slogan “anche a Torino si può”, prende a prestito il racconto del professor Gorlier che ricorda l’avventura vincente di Carter nel ’76, definito all’inizio un Jimmy Who, (uno sconosciuto, ndr) e divenuto poi presidente degli Stati Uniti.
Fonte: http://www.lospiffero.com/ | vai alla pagina » Segnala errori / abusi