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Dichiarazione di Giorgio LA MALFA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) 


 

«Ieri in quell' aula scene di-sgu-sto-se» - INTERVISTA

  • (15 dicembre 2010) - fonte: Il Secolo d'Italia - Adriano Scianca - inserita il 15 dicembre 2010 da 31

    Alla fine non ce l'ha fatta più. Dopo lo sguaiato dibattito sulla fiducia ha preso la parola e ha espresso tutto il suo disappunto per toni e gesti sopra le righe che hanno caratterizzato la movimentata giornata parlamentare. Giorgio La Malfa è deputato alla Camera sin dalla VI legislatura, dal 1972, e di sedute calde, a Montecitorio, ne ha viste tante. Ma quando gli parli di ieri scandisce: «Disgu-sto-so».

    Come dice onorevole?

    Mi riferivo allo spettacolo che ho visto alla Camera. È stato disgustoso, appunto.

    Ma scusi, non è normale che una parte del Parlamento festeggi una vittoria?

    Certo. Ma è inammissibile che inalberi vessilli e cartelli. Parliamoci chiaro: la Dc non l'ha mai fatto. Al massimo è accaduto con le opposizioni, mai con il partito di governo. Ma sa, soprattutto, cosa mi ha dato fastidio?

    Dica...

    Vedere tirato in ballo la bandiera nazionale mi ha fatto orrore. Ci si può avvolgere con le bandiere calcistiche, non con il tricolore...E' una cosa mai vista.

    Ma è un problema di forma o di contenuto?

    Molto semplicemente è l'effetto della legge elettorale.

    In che senso?

    Questa è una legge che spacca il Paese. Il Parlamento è composto da nominati, quindi è pieno di persone che gareggiano in servilismo. L'aula, così composta, non incoraggia il senso di indipendenza ma il conformismo.

    Non è che tra questa classe politica e quella della prima repubblica c'è anche una differenza antropologica?

    La parola "antropologica" mi sembra troppo forte. Diciamo che c'è una perdita del senso politico.

    Che deriva da...?

    È ovvio: dal disprezzo della vita democratica espresso da taluni, Da questo continuo tirare in ballo "il teatrino della politica", "i professionisti della politica" eccetera.

    A chi si riferisce?

    Be', sicuramente Berlusconi è un campione in questo tipo di esternazioni. Ma penso anche a qualche esponente dell'opposizione che usa un linguaggio simile...

    Si riferisce a Di Pietro?

    Chiaramente mi riferisco a Di Pietro, certo.

    In tutto questo il dibattito politico sprofonda...

    Purtroppo è così. La lotta politica è non è più lotta di idee ma lotta fra detentori di un potere provvisorio. Siamo passati da una fase in cui c`era un eccesso di ideologie a una in cui regna l'assenza delle idee.
    C'è solo l'identificazione con il capo che genera tifoseria da stadio.

    Stadio o non stadio, per ora la partita è finita. E adesso?

    Mi chiedo se per Berlusconi fosse peggio vincere o perdere...

    Lui credo abbia le idee chiare, in proposito...

    Ammettiamo che il premier si fosse dimesso dopo il voto al Senato. Avrebbe avuto la forza di un uomo che ha e mostra senso dello Stato. Paradossalmente sarebbe stato più forte.

    Perché, ora è debole?

    Ha raggiunto solo un successo momentaneo. Ma ora ha il problema di sopravvivere.

    Insomma, è una vittoria che lo rende più debole.

    Il premier si dichiara capace di vincere le elezioni ma di sicuro non è capace di governare. E parlo di governare il quotidiano, non certo delle grandi riforme di cui a questo punto è meglio non parlare più...

    Cosa bisognerebbe fare?

    C'è una crisi che Berlusconi non può risolvere in modo costruttivo. Serve un nuovo governo che faccia una nuova legge elettorale.

    Fonte: Il Secolo d'Italia - Adriano Scianca | vai alla pagina

    Argomenti: legge elettorale, Parlamento Italiano, crisi politica, nominati, tricolore | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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