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Dichiarazione di Achille VARIATI
«Io, sindaco anti-Base, difendo la polizia» - INTERVISTA
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(06 luglio 2009) - fonte: Il Gazzettino - Ario Gervasutti - inserita il 06 luglio 2009 da 31
«Non ha certo picchiato cittadini inermi. Ma coltivo un’utopia: far cambiare idea a Obama»Chi va con lo zoppo, impara a zoppicare. Tradotto in salsa vicentina: chi sta con i no global, non può sorprendersi se accade quel che è accaduto sabato al corteo contro la base Usa. Ma Achille Variati, sindaco berico che cerca di far cambiare idea ai governi italiano e americano, non è d’accordo con i proverbi. «Vuol dire che io sarei un no global? Ma dài, non scherziamo... Ho alle spalle una vita da democristiano, cattolico, basata sui valori della riflessione e del rispetto. Dirò di più: non sono neanche antimilitarista, e neanche pacifista di sinistra. E sono amico degli americani».
Ma non li vuole tra i piedi.
«Mai detto questo. Io difendo solo le ragioni della mia comunità, e ho una certezza: Obama non sa quello che il suo Paese sta facendo qui. Chissà cosa penserebbe se qualcuno gli dicesse che in una città europea patrimonio mondiale dell’Unesco gli Usa stanno per costruire la più grande base militare europea a tre chilometri dal centro storico, sopra una delle falde acquifere più importanti della pianura padana che serve milioni di abitanti. E che questa base si costruisce senza prima aver espletato alcun controllo di valutazione di impatto ambientale».
Davvero pensa che il presidente degli Usa non sappia niente?
«Penso proprio di no, ha ben altri problemi. Non sa, perché nessuno gliel’ha detto, che di fronte all’attuale base ci sono centinaia e centinaia di metri quadrati di campagna dove potrebbero allargare senza problemi l’attuale base invece di spostare tutto invadendo un parco cittadino».
Ma il movimento No Dal Molin non propone un’alternativa: dice solo "no alla base Usa".
«Nel movimento ci sono molte componenti. C’è anche l’ala radicale, ma garantisco che la stragrande maggioranza è consapevole di ciò che ho detto. Ed è a quella che mi riferisco, non agli altri. La domanda è semplice: perché fare violenza a una città quando si potrebbe raggiungere lo stesso obbiettivo in un’ottica di equilibrio?».
E la violenza dei no base?
«Indecenti, inqualificabili. Ho però orgoglio: qui a Vicenza nessuno si è mai fatto del male. Ho sempre cercato di incanalare la protesta nel solco della democrazia. C’è stata qualche sbavatura ingiustificabile, ma insomma niente di drammatico».
È vero o no che la città è ostaggio di una minoranza? C’è stato anche un referendum sul no alla base, ed è fallito.
«Anche gli ultimi sondaggi, e cito quelli di Ilvo Diamanti non di un ricercatore qualunque, hanno dimostrato che i vicentini sono esattamente spaccati al 50%. Se invece si chiede: la base sarà costruita? Il 70-80% dice sì, c’è un’ampia e comprensibile rassegnazione. E la penso così anch’io».
Anche alcuni assessori hanno partecipato alla manifestazione e quello alla Pace, Giuliari, ha sostenuto che Vicenza diventerà terra di altre manifestazioni. Condivide?
«Non è un auspicio, è una preoccupazione legittima. Vicenza rischia di diventare il punto di riferimento, il simbolo dell’antiamericanismo. Cosa che noi non vogliamo».
La consigliere di maggioranza e leader del movimento No Dal Molin, Cinzia Bottene, si appresta a marciare su L’Aquila con centinaia di manifestanti. Condivide?
«Se l’obbiettivo è aggregarsi a manifestazioni generiche anti G8, io in quei pullman non ci sono».
Cosa pensa della richiesta di dimissioni del Questore?
«Cosa può fare un questore quando uno pretende di entrare in un’area militare? Ha fatto quello che doveva fare. Le forze dell’ordine non hanno certo picchiato cittadini inermi».
Paolo Costa, commissario straordinario del Governo per l’ampliamento della base, si aspetta che dopo la manifestazione «venga rispettato con eguale convinzione il diritto dell'Italia a realizzare l'insediamento nei modi e nelle forme previste».
«Parla da uomo di Stato. Lavorerò con lui per controllare che vengano mantenuti tutti gli impegni. C’è chi li chiama "compensazioni"; in realtà sono opere complementari. Spero non ci siano imbrogli».
Cosa teme?
«Al momento, nel bilancio dello Stato di queste compensazioni non c’è traccia. Non vorrei sorprese. Costa mi ha sempre detto che l’idea dell’area alternativa è bella, ma tardiva. In effetti io rispetto a Costa coltivo ancora un’utopia. Ma un sindaco deve anche essere pragmatico e realista. Se non si potrà, punto e capo».
E quando sarà posato il primo mattone?
«Fino ad allora lotterò per la verità e per il buon senso. In solitudine, purtroppo. Il governatore del Veneto spesso è stato un orgoglioso difensore delle autonomie regionali: davvero non capisco perché invece qui non abbia voluto approfondire la situazione, limitandosi a farsi condizionare da chi ha assunto posizioni ideologiche antiamericane. Così non posso appoggiarmi a nessuna spalla, neanche a Roma dove sia il centrodestra che il centrosinistra sono presi dal teatrino della politica. Ci hanno lasciati soli».
Ma ormai non c’è più tempo.
«No, volendo c’è ancora tempo. Vicenza si prepara a consegnare il Piano attuativo territoriale, in tre mesi l’area dietro l’attuale base da agricola potrebbe diventare militare. Basterebbe un po’ di buon senso da parte di tutti. Se solo Obama sapesse che c’è un’alternativa...».
Fonte: Il Gazzettino - Ario Gervasutti | vai alla pagina » Segnala errori / abusi