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Dichiarazione di Romano PRODI


 

Expo 2015. «Io membro da un anno ma il clima di lite ci danneggia» - INTERVISTA

  • (03 giugno 2009) - fonte: Corriere della Sera - Francesco Alberti - inserita il 03 giugno 2009 da 31

    «Situazione aggrovigliata, all'estero se ne sono accorti. Ed io non ho mai più avuto alcun aggiornamento»

    Bologna — «Io nel comitato d’onore dell’Expo 2015? Veramente, pensavo di esserci già da almeno un anno, da quando Milano la spuntò su Smirne grazie a un grande gioco di squadra del sistema-Italia. Da allora, però, mi pare che la situazione si sia a dir poco aggrovigliata e all'estero se ne sono accorti».

    L'annuncio del sindaco Moratti al­l'assemblea generale del Bureau Inter­national des Expositions sulla presen­za di Prodi e D'Alema nel comitato d’onore ha prima spiazzato e poi irri­tato il due volte premier:
    «Che signifi­ca? Non capisco... La questione non è il comitato d'onore, ma un percorso condiviso che consenta di rilanciare, soprattutto dal punto di vista dei con­tenuti, un evento di tale portata: cosa che purtroppo per il momento non mi pare all'orizzonte».
    A Prodi ancora si illuminano gli oc­chi nel ricordare quel 31 marzo di un anno fa, a Parigi, quando Milano scon­fisse Smirne per 86 voti a 65, capitaliz­zando un lavoro diplomatico che ave­va coinvolto maggioranza e opposi­zione, portando gli «ambasciatori» italiani a raggranellare consensi dalle Americhe all’Africa.

    Poi cosa è successo, Professore?
    «Entrai con grande piacere a far parte del comitato. Lo ritenevo anche mio un dovere visto che, come presidente del Consiglio, avevo svolto un ruolo di rilievo in una partita dall’esito tut­t'altro che scontato. Se riuscimmo a spuntarla fu perché, per una volta, ci fu davvero uno sforzo comune, al di là degli schieramenti... ».

    Cosa è rimasto di quello spirito?
    «Non so, personalmente non ho più avuto notizie su come stessero proce­dendo le cose. Nessun aggiornamen­to...».

    Possibile?
    «Guardi, gli unici aggiornamenti sull'Expo di Milano li ho avuti recan­domi all'estero per il mio lavoro. E le assicuro che non mi hanno fatto per niente piacere».

    In che senso?
    «Molti di coloro che un anno fa a Parigi ci avevano dato il voto, e nei confronti dei quali io ed altri esponen­ti del governo ci eravamo spesi in pri­ma persona, mi hanno chiesto preoc­cupati che cosa sta succedendo, come mai la macchina non si è ancora messa in moto. Per non parlare poi dei commenti dei turchi... ».

    E lei che cosa ha risposto?
    «Ho riferito quello che è sotto agli occhi di tutti. E, cioè, che attor­no all’Expo 2015 sta andando in sce­na una lite conti­nua tra cinque strutture di potere (Prodi non specifi­ca quali, ma, secon­do fonti a lui vici­ne, il riferimento è al sindaco Moratti, al governatore For­migoni, a settori della Lega, di For­za Italia e del go­verno, ndr) ».

    Qualcuno dirà: ecco, adesso che è fuori da tutto, Pro­di spara a zero...
    «Proprio il contrario. Ho sempre guardato all’Expo come ad un fatto che riguarda l’interesse nazionale. Per questo, il mio augurio è che tutti i soggetti interessati raggiungano al più presto un'intesa. E non solo sugli aspetti immobiliari dell'evento, ma sui contenuti. Che sono quelli che fan­no la differenza... ».

    Non si è perso troppo tempo?
    «Ma no, se si vuole, si può ancora recuperare. È come per la nazionale di calcio: litighiamo, ci scanniamo, ma alla fine noi italiani ce la facciamo a vincere il Mondiale».

    Fonte: Corriere della Sera - Francesco Alberti | vai alla pagina

    Argomenti: potere, milano, Expo 2015, speculazioni immobiliari, sindaco di Milano | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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