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Dichiarazione di Giorgia MELONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  della Gioventù (Partito: PdL) 


 

«Giovani deboli, che agiscono così come sono rappresentati» - INTERVISTA

  • (03 febbraio 2009) - fonte: l'Unità - Susanna Turco - inserita il 03 febbraio 2009 da 31

    Essendo anche giovane, oltreché ministro della Gioventù, Giorgia Meloni riesce a parlare dei tre ragazzi di Nettuno che hanno bruciato un indiano per provare «un’emozione forte», proprio partendo dalle emozioni. Le sue. «Mi ha fatto rabbia. Per i contorni raccapriccianti, per le motivazioni, il gesto in sé. La semplicità, come se il punto fosse “che si fa stasera?”. L’assenza di consapevolezza rispetto all’enormità del gesto. E quello che dicono sulle emozioni, è incredibile: tutti viviamo per le emozioni, il problema è dove le cerchi. Ma c’è anche altro».
    Cioè?
    «Rabbia, di nuovo. Perché so che cose come questa segneranno un’intera generazione».
    Non dovrebbero?
    «Questo episodio, enorme ma singolo, ha più peso di quanto l’abbiano le migliaia di ragazzi che anche in questo fine settimana hanno fatto volontariato. Sono tanti».
    Però non contano?
    «Non vengono raccontati. E invece, anche l’indiano bruciato a Nettuno diventa il metro di una generazione, ma lo è fino a un certo punto».
    Vogliamo dire che è un caso a parte?
    «Dobbiamo combattere perché non si ripeta mai, ma senza dimenticare che se giudichiamo una generazione da questo non la capiremo mai».
    E invece?
    «Questi casi sono anche frutto dell’effetto specchio, di come una generazione viene descritta e vede se stessa. Sa che loro si considerano peggiori delle generazioni precedenti? Una cosa incredibile».
    Perché?
    «Nessuno, di suo si considera peggiore di sua madre, o suo nonno».
    E allora?
    «Bisognerebbe raccontare anche la meglio gioventù, quello che non fa notizia, ma che si impegna. È uno dei miei obiettivi come ministro».
    Auguri.
    «Sì lo so. Queste storie le raccontiamo nella trasmissione radio che abbiamo sul sito del ministero, e sa una cosa? I ragazzi restano scioccati: un’istituzione si interessa a loro».
    Pensa che questa generazione sia peggiore delle precedenti?
    «No. Se non altro perché si confronta con una realtà dieci volte peggiore».
    Pensa che sia migliore, allora?
    «Di certo è migliore di come viene raccontata. Anche perché viene continuamente bombardata da valori, ed esempi sbagliati su cosa sia la ribellione, o l’emozione».
    I ragazzi di Nettuno proprio questo cercavano, un’emozione.
    «Appunto. Ciascuno di noi vive per le emozioni, sono tutto quello che ricordiamo. Il problema è dove le cerchi».
    Serve «un’alternativa al deserto di valori», dice lei. Per esempio?
    «Il ddl per istituire le comunità giovanili, oasi dove i ragazzi possano gestire le attività più svariate. È un modo per fisicizzare l’alternativa, dare la consapevolezza di una società che investe sui ragazzi, oltreché sfruttarli. Perché poi, tanti messaggi sono proprio sbagliati».
    Per esempio?
    «Guardavo l’altroieri una di quelle fiction per famiglie, in cui a un certo punto un ragazzo si fumava una canna. Beh, quando si fa passare il messaggio che la droga è libertà, se poi qualcuno interpreta lo sballo come divertimento...».
    Meloni si spende per abolire gli spinelli dalle fiction?
    «Il problema non è evitarlo, ma che sia considerato politicamente corretto. O anticonformista».
    Torniamo a Nettuno. Come si spiega che il ragazzo annoiato sia la premessa dell’immigrato in fiamme?
    «Il tema non è l’immigrato, l’hanno già spiegato i responsabili, ma la vittima facile da colpire, l’assenza di rispetto verso la persona».
    E come si colma questa vertigine?
    «Restituendo capacità educativa a famiglia, scuola, sistema dell’informazione e via dicendo».
    Utopico?
    «Se lo considerassi utopico smetterei di far politica. Si possono offrire alternative valide. Qualche oasi nel deserto, dico io».
    Quando andava a scuola lei, i ragazzi erano molto diversi da oggi?
    «Quando ero una studentessa il bullismo c’era, ma non c’erano youtube e i videofonini. Non saprei dire se, con gli stessi mezzi di oggi, le cose sarebbero apparse diverse».

    Fonte: l'Unità - Susanna Turco | vai alla pagina
    Argomenti: immigrati, minori, sicurezza dei cittadini, educazione, povertà, educazione civica, Bullismo, violenza sugli immigrati, ministro Politiche giovanili | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (2)

  • Inserito il 21 settembre 2009 da 10466
    Bisognerebbe avere il buon senso dei genitori di indirizzare i propri figli e figlie in tenera età all'abbraccio,al bacio all'affetto in generale.Potrebbe dico potrebbe essere un buon insegnamento al rispetto futuro delle persone delle scuole delle parrocchie.Perchè ogni generazione passata o futura dipenderà dal grado di valore che tocca dare alla sensibilità e l'innocenza dei figli per i quali hanno fatto vuoi o non vuoi un legame duraturo basato sull'AMORE.
  • Inserito il 03 febbraio 2009 da 31
    Sì, ok l'intervista. Ma una riga sul perchè questo povero indiano stava li...visto che l'argomento lo riguarda purtroppo, da molto vicino. Almeno come testimonianza di rispetto.

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