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Dichiarazione di Giulia BONGIORNO
Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) - Pres. commissione Giustizia Camera
Voto: «Concediamolo solo agli stranieri integrati» - INTERVISTA
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(05 settembre 2008) - fonte: Il Mattino - Teresa Bartoli - inserita il 06 settembre 2008 da 31
Roma. Giulia Bongiorno, An, presidente della commissione Giustizia della Camera, è per il voto agli immigrati integrati. E al governo suggerisce di pensare subito al funzionamento dei processi ma di avviare un confronto che consenta una riforma più ampia ma condivisa.
Berlusconi e la Lega dicono no a Fini che, come Veltroni pensa di concedere il voto agli immigrati integrati. Le cosa pensa?
«Distinguerei tra chi si integra e ne dà dimostrazione e chi non lo fa e, anzi, va contro il sistema. Se l’immigrato dimostra concretamente e di rispettare le nostre leggi, impara la nostra lingua, versa le imposte e si adegua ai costumi che tipo di obiezione si può fare? Il diritto di voto può assolutamente essere concesso».
Riuscirete piuttosto a integrare la Lega nella maggioranza? Diffida di molte proposte. Sugli immigrati come sulla giustizia, a cominciare dalle intercettazioni.
«Sulle intercettazioni, posso dirle che non c’è differenza di posizioni. C’è stato dibattito sulla lista dei reati e io, per An, e Maroni abbiamo fatto presente che per i nostri gruppi era importantissimo includervi quelli contro la pubblica amministrazione. Nel testo di Alfano ci sono, e questo è il disegno che dal 10 riprenderà ad essere discusso in commissione».
A proposito di intercettazioni, succede sul caso Latorre quel che è accaduto per Prodi? Berlusconi nega il sì all’autorizzazione a procedere per chiamare il Pd al giro di vite contro i magistrati?
«Si cerca sempre, nelle parole di Berlusconi, una manovra politica. Invece ha solo l’atteggiamento che chiede per sè: garantista».
Sulla riforma, cosa pensa sui due punti che più fanno discutere: doppio Csm e separazione delle carriere?
«Devo fare una premessa. Per me la priorità delle priorità è restituire efficienza alla giustizia e velocità ai processi pur senza ridurre le garanzie. Parallelamente si devono fare riforme di sistema. Ma, prima di discutere, sarebbe il caso di esaminare il merito. Anche perché al seminario dell’Udc ho registrato, sui principi, un clima estremamente costruttivo».
Nel merito, vuole un doppio Csm?
«Non sono tra chi condanna il Csm, convinta che abbia avuto dei meriti. Ma alla magistratura chiedo: l’eccessiva politicizzazione del Csm è un dato di fatto? Se la risposta è sì, la soluzione condivisa si trova. Senza fissarci su un modello. Quel che non condivido dell’Anm è la difesa dello status quo».
E sulla separazione delle carriere?
«Per me la priorità è l’accesso alla magistratura: bisogna prevedere periodi di tirocinio intenso negli uffici prima dell’esame e non dopo. E poi, sì, la separazione delle carriere che non vuol dire diffidare dei giudici, semmai diffidenza nel giudizio: se devo essere giudicato da una persona, desidero che sia indipendente».
Invece il sospetto è che Berlusconi intenda piegare la magistratura premettendo alla riforma del processo quella di sistema. Come lo fugherete?
«È facile. Innanzitutto, la priorità l’ha dichiarata Alfano pubblicamente ed è l’efficienza del processo civile già ad ottobre. Poi ci sarà il processo penale. Le grandi riforme hanno bisogno di un dibattito molto ampio che porti a risultati definitivi e condivisi. Devono essere coinvolti gli operatori del diritto e l’opposizione: non possiamo avere una vittoria parziale, una riforma che successivamente venga messa in discussione da una maggioranza diversa. Serve un sistema stabile e che funzioni».
Fonte: Il Mattino - Teresa Bartoli | vai alla pagina » Segnala errori / abusi