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Dichiarazione di Franco Frattini
Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Affari Esteri (Partito: PdL)
«Se l’Iran insiste, nuove sanzioni dall’Unione europea»
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(30 luglio 2008) - fonte: Il Messaggero - inserita il 31 luglio 2008 da 31
WASHINGTON - Il contingente italiano in Afghanistan resta di base ad Herat, nell'ovest del Paese. Ma la nuova flessibilità decisa dal governo permette spostamenti delle truppe anche nelle zone più calde del Sud. E a decidere operativamente saranno i comandi militari sul terreno. Franco Frattini si è presentato ieri a Washington al primo colloquio, «strettamente bilaterale», con il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, con un nuovo messaggio di disponibilità dell'Italia nei confronti degli Stati Uniti, che da mesi chiedono agli alleati maggior impegno nelle regioni meridionali dell'Afghanistan. Un messaggio che la Rice ha accolto con ampi sorrisi e «grande apprezzamento» per il ruolo giocato dall'Italia, non solo sul fronte afgano, ma su tutti gli scacchieri internazionali. I due hanno mostrato di viaggiare sulla stessa lunghezza d'onda su tutti i dossier esaminati. A partire dall'Afghanistan, passando per Iran e Medio Oriente. Roma e Washington lavorano assieme per contrastare le ambizioni nucleari di Teheran, anche se l'Italia non è riuscita per il momento ad entrare nel gruppo dei 5+1 (i cinque paesi membri del Consiglio di Sicurezza Onu, più la Germania). Il governo italiano ha sposato la linea della «fermezza» nei confronti di Teheran, adottando quel doppio binario caro alla diplomazia Usa: l'Iran negozi e dia risposte chiare alla comunità internazionale, ha ripetuto anche oggi Frattini con a fianco la Rice, altrimenti l'Unione europea non potrà rimanere «inattiva» sul fronte delle sanzioni. Stessa visione anche sul Medio Oriente. Washington in questi giorni è stato crocevia dei negoziati tra israeliani e palestinesi. Prima di Frattini, la Rice ha incontrato il ministro della Difesa israeliana Ehud Barack, e oggi arriveranno il ministro degli Esteri Tzipi Livni e il capo negoziatore palestinese Abu Ala. «Il tempo gioca contro di noi», ha spiegato Frattini auspicando un'accelerazione nelle trattative, perché anche in un momento difficile «se perdiamo la speranza è finita, non solo per il Medio Oriente ma per tutti». Insomma, l'Italia vuole lavorare sempre più a stretto contatto con gli Stati Uniti, «che sono il nostro primo partner e alleato internazionale». E la disponibilità mostrata in Afghanistan è un altro dei segnali lanciati in questo senso. «Credo - ha detto Frattini - sia dovere istituzionale e morale dell'Italia collaborare in parità di trattamento con le truppe e gli altri Paesi dell'Alleanza in Afghanistan». Durante la sua visita-lampo a Washington, Frattini ha incontrato lunedì sera in una cena “bipartisan” anche l'ex segretario di Stato Usa Colin Powell e due esponenti del “clan Obama”, Greg Craig (che ne cura la politica estera) e Dan Tarullo (esperto invece di economia). Oltre ad alcuni analisti ed esponenti politici. Nella serata di ieri la partenza per Londra, dove oggi, ad attenderlo, ci sarà il ministro degli Esteri britannico, David Miliband.
Fonte: Il Messaggero | vai alla pagina » Segnala errori / abusi