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Per il diritto a non Morire.
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(24 luglio 2008) - fonte: l'Unità - Cesare Damiano - inserita il 25 luglio 2008 da 31
La settimana scorsa si sono commemorate le vittime del Molino Cordero di Fossano, in provincia di Cuneo. Cinque lavoratori persero la vita a seguito dell´esplosione del Molino, con una tragica sequenza di morte. Era il 16 luglio del 2007 quando avvenne la tragedia, ricordata con una iniziativa alla quale hanno partecipato, ad un anno di distanza, i familiari delle vittime con la loro Associazione "16 luglio 2007: per non dimenticare", i cittadini di Fossano, le forze politiche e sociali.
Sabato scorso, a Campello sul Clitunno, i familiari delle vittime dell´esplosione della «Umbria Olii», hanno promosso una fiaccolata per ricordare la morte di quattro lavoratori, morti due volte dopo la richiesta dell´azienda di risarcimento dei danni rivolta ai familiari delle vittime, bambini compresi. Due luoghi distanti, ma simili e vicini. Quel Molino squarciato dal terribile scoppio; quei silos esplosi e scaraventati verso il cielo. Due scenari di guerra. Vere stragi sul lavoro, dietro le quali si celano delle persone, dei volti, delle famiglie disperate, dei nomi: Valerio Anchino, Marino Barale, Antonio Cavicchioli, Massimiliano Manuello, Mario Ricca, a Fossano; Giuseppe Coletti, Maurizio Manili, Tullio Montini, Vladimir Toder, a Campello. Ero presente a quelle due cerimonie, partecipe di quel dolore, e ho ritrovato il filo comune che unisce questi tragici eventi: la voglia di non dimenticare, di non permettere che il tema del lavoro ritorni nel silenzio e nell´oblio dal quale ci eravamo illusi di averlo sottratto, dopo una breve ma intensa stagione di iniziative politiche, sociali e culturali che lo avevano nuovamente posto all´attenzione del paese nella sua dimensione soggettiva e collettiva. Pensioni migliori, tutele nel mercato del lavoro, stabilità, ammortizzatori sociali, lotta contro il lavoro nero e la precarietà, sicurezza nei luoghi di lavoro. Tutti questi argomenti sono stati oggetto di una lunga e difficile concertazione e hanno prodotto risultati importanti : il protocollo del 23 luglio 2007 e il Testo Unico sulla Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Ci hanno confortato in questi ultimi anni i continui richiami del Presidente della Repubblica sul valore della vita e sull´esigenza di proteggerla nei luoghi di lavoro. Abbiamo visto primi miglioramenti, anche se ancora insufficienti, scorrendo le statistiche dell´INAIL. Nel 2006, secondo i dati dell´Istituto, sono morte 1341 persone e 1210 nel 2007: una diminuzione del 10%, anche frutto dell´intesa tra governo e parti sociali sulle norme che hanno consentito di combattere il lavoro nero e aumentare la sicurezza. Anche se una sola morte sul lavoro rappresenta un dolore per una famiglia, per una comunità aziendale, per un territorio.
Pensiamo che per ricordare in modo degno ed adeguato tutte le vittime occorra non abbassare la guardia nella lotta al lavoro nero e alla precarietà; applicare le norme contenute nel Protocollo sul Welfare del 23 luglio 2007 e nel Testo Unico sulla Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro, contro i tentativi di dilazione e manomissione operati dal Governo Berlusconi; attuare la delega sui lavoro usuranti, entro il 31 dicembre di quest´anno, come previsto da un ordine del giorno votato da tutto il Parlamento. Vogliamo sostenere l´iniziativa promossa da «Articolo 21» insieme a molte associazioni e cittadini per promuovere una «carovana per il lavoro sicuro», che colleghi idealmente i luoghi coinvolti negli eventi tragici più recenti che ci vengono alla memoria: Fossano, Campello sul Clitunno, Molfetta, Marghera, Torino, Mineo e Casale (da ricordare per le numerosi morti causate dall´amianto). Percorriamo insieme questi luoghi, uniamoli con altri luoghi che vogliano ricordare, organizzando incontri, eventi, dibattiti: manifestazioni capaci di unire lavoratori, amministratori locali, forze politiche, sociali, culturali e dell´informazione, perché la sicurezza è un diritto dei lavoratori e una nazione che voglia essere civile deve sapere che il lavoro è innanzitutto difesa della vita.
Fonte: l'Unità - Cesare Damiano | vai alla pagina » Segnala errori / abusi