Ti trovi in Home  » Politici  » Laura BIANCONI  » ELENCO UNIONI CIVILI: PERCHE’ SONO CONTRARIA di Laura Bianconi

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Laura BIANCONI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) 


 

ELENCO UNIONI CIVILI: PERCHE’ SONO CONTRARIA di Laura Bianconi

  • (07 luglio 2008) - fonte: CesenaLibera - inserita il 29 settembre 2008 da 818
    Faccio i miei complimenti al consigliere Luigi Di Placido perché la proposta da lui presentata che prevede l’istituzione, presso il comune di Cesena, di un elenco in cui possano registrarsi persone legate da vincoli affettivi di varia natura è dal punto di vista normativo, senza dubbio, la migliore tra tutte quelle che ho letto, ma anche la più ambigua tanto che non può essere valutata positivamente né dal punto di vista sociale, né da quello giuridico ed è per tale motivo che ho ritenuto opportuno rendere note le mie considerazioni in merito a questa iniziativa. Riconoscere il potere al Comune di Cesena (e, perché no, ad ognuno degli altri 8000 e più Comuni italiani) di dotarsi di un sistema finalizzato ad attestare la sussistenza di una convivenza anagrafica, così come prevede la proposta di delibera sopra citata, costituisce una scelta che si rivela non solo contraria alla Costituzione repubblicana ma anche completamente inutile. Diversamente da quanto sostenuto dal consigliere, infatti, l’articolo 29 della Costituzione chiaramente prescrive che: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” e di seguito aggiunge che quest’ultimo è basato “sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi”. Il dettato dell’articolo 29 della nostra Costituzione, come chiunque può comprendere, non lascia dubbi, e non prevede il riconoscimento di alcuna convivenza anagrafica, imponendo invece di privilegiare la famiglia fondata sul matrimonio. bianconi2_2008.jpgEd il matrimonio, in Italia, in forza di una tradizione giuridica che affonda le sue radici nel diritto romano, pre-cristiano, è la comunione, si spera, di tutta la vita che trae origine dal consenso di due persone di sesso diverso con le modalità previste dal codice civile. Quindi, un eventuale attestazione rilasciata dall’Ufficiale dell’Anagrafe non può costituire un certificato anagrafico di stato di famiglia, perché questo andrebbe a riconoscere, comunque, il diritto di definirsi “famiglia” a tutte le persone che decidessero di registrarsi in questo elenco comunale, diritto che, proprio in virtù di quanto precisato nell’articolo 29, la Costituzione riconosce e garantisce solo a coloro che decidono di contrarre matrimonio. E’ chiaro, peraltro, che il nostro ordinamento giuridico tutela i diritti individuali, anche al di fuori dell’istituto della famiglia, e qualora emergesse una problematica di tutela dei diritti individuali sarei la prima a sostenere la necessità di un intervento legislativo (e non comunale!) al riguardo. Ma non si può pensare che questo avvenga, come auspica il consigliere Di Placido, tramite un elenco delle unioni civili. L’istituzione dell’elenco si risolverebbe, dunque, in un’operazione di pura facciata, volta a dare sul piano simbolico un’illusione di tutela ai conviventi. In realtà, l’elenco costituirebbe soltanto lo strumento per appagare il desiderio privato di chi volesse vedere il proprio nome inserito in una lista, che per il fatto di essere costituita presso un’istituzione pubblica è visibile e consultabile da terzi. A tal proposito voglio ricordare che per qualsiasi tipo di coppia, o come la si preferisce chiamare, esiste già la possibilità che le parti stipulino una scrittura privata facendola autenticare da un notaio, questo certificherebbe l’identità delle stesse e conferirebbe certezza alla data di inizio della convivenza. Ovviamente l’amministrazione comunale può istituire tutti gli elenchi che ritiene opportuno, purché rimangano solamente elenchi, così se c’è qualcuno che avendo scelto di non contrarre matrimonio, civile o religioso vuole, comunque, far sapere al di fuori della propria cerchia di parenti, amici e vicini di casa che convive con una determinata persona, potrà dire che l’amministrazione comunale lo ha accontentato istituendo questo elenco delle unioni civili. Ma questo senza doppi fini, tenendo bene a mente che un simile elenco non può e non deve diventare una sorta di cavallo di troia che aggira la norma nazionale, e che in nessun caso dovranno essere riconosciuti diritti, poteri e tutele di tipo economico e sociale. Cesena, 7 luglio 2008
    Fonte: CesenaLibera | vai alla pagina
    Argomenti: famiglia, unioni civili | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato