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Nuove povertà, in rete un piano pubblico-privato -
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(19 febbraio 2008) - fonte: Il Gazzettino Ed. Belluno - Andrea Ciprian - - inserita il 19 febbraio 2008 da 31
Belluno - Aumentano le famiglie che non arrivano a fine mese. Paganin: «Verranno istituiti luoghi di ascolto e di accoglienza»Il Comune e le associazioni di volontariato fanno squadra e lanciano un piano di lotta alla povertà. L'amministrazione pubblica e gli enti associativi hanno riscontrato che anche nel Bellunese è in costante crescita il numero delle famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese. Hanno così deciso di collaborare per affrontare il problema in modo più efficace, evitando di disperdere energie e risorse. Già ad aprile verrà creato un coordinamento delle risposte" che vengono offerte dalle singole realtà. Ciò significa come ha spiegato l'assessore alle politiche per la persona Angelo Paganin - l'adozione di modalità comuni della presa in carico dei singoli soggetti e delle famiglie, lo scambio dei dati, l'adozione di una cartella sociale comune e condivisa anche attraverso lo stesso sistema informatico di gestione delle informazioni. Verranno istituiti dei luoghi di ascolto e accoglienza adeguati, cioè dei punti di riferimento precisi in grado di indicare l'ente che può fornire l'assistenza più adatta a ogni singolo caso, mentre ora chi si trova in condizioni disagiate, senza il consiglio giusto, difficilmente sa a quale porta bussare. Inoltre, verranno organizzate riunioni periodiche per ragionare sui percorsi da far intraprendere alle persone che possono entrare in situazioni di autonomia economica, ottenere un lavoro e quindi diventare autonome e non assistite. Queste nuove modalità consentiranno anche di offrire aiuto a chi ne ha veramente bisogno, escludendo quelli che approfittano della generosità della gente. Verranno affrontati in modo organico e incisivo anche il tema della casa (tra le misure previste, il controllo periodico di chi vive negli alloggi di emergenza del Comune e l'individuazione di luoghi per le abitazioni sociali dove i servizi pubblici siano sufficienti) e del lavoro (con il coinvolgimento delle agenzie interinali, dei centri per l'impiego e delle imprese).«I bisogni della gente variano di giorno in giorno - ha evidenziato Paganin - e noi abbiamo voluto attrezzarci per riuscire a fornire risposte tempestive ai problemi sociali, prima che si tramutino in emergenze».Ma quali sono i casi che le associazioni devono affrontare più frequentemente? Ci sono le famiglie disgregate con le mamme che non ricevono sostegno dagli ex mariti; oppure i cittadini inguaiati per una gestione poco oculata della entrate: hanno fatto il passo più lungo della gamba, spesso chiedendo prestiti per beni non indispensabili come le vacanze o il cellulare. E poi gli anziani soli, che non trovano a fianco alcuna rete di assistenza, ma anche le persone che, oltre alla povertà, devono combattere le dipendenze dall'alcol o dalla droga e non sono in grado di gestirsi.«Il problema della nostra società - ha detto il sindaco Antonio Prade - è che c'è sempre meno gente che lavora e produce. E il lavoro è l'unico fattore che garantisce la crescita e il benessere. Collegato a ciò c'è la questione della scarsa natalità: o si entra nell'idea che bisogna fare figli o saremo un popolo di vecchi. Il concetto dello Stato che garantisce un'assistenza totale dalla culla alla tomba è superato: non ci sono né le culle né i soldi. Non si può più pensare che le soluzioni ai problemi sociali vengano solo ed esclusivamente dal pubblico. L'amministrazione pubblica deve, al contrario, valorizzare le associazioni private, che già operano e sono radicate sul territorio, in termini di risposta ai bisogni e non di supplenza. Per questo vogliamo iniziare un percorso di sussidiarietà in cui siano protagoniste le associazioni, non lo Stato».
Fonte: Il Gazzettino Ed. Belluno - Andrea Ciprian - | vai alla pagina » Segnala errori / abusi