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Dichiarazione di Giovanni GALLO

Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: L' Ulivo) 


 

Galan contro i precari per vendette di partito.

  • (17 giugno 2008) - fonte: partitodemocraticoveneto.org - inserita il 19 giugno 2008 da 31

    Dopo il Consiglio regionale di giovedì scorso il consigliere sempreassente Giancarlo Galan ha chiesto la testa del capogruppo di Forza Italia, Remo Sernagiotto. Cos'è accaduto di tanto grave in quella seduta?
    Galan finge di essere scandalizzato per la stabilizzazione dei cosiddetti portaborse.
    Ma in realtà questa decisione era già contenuta nella legge finanziaria statale e in quella regionale approvata all'inizio dell'anno, e i giornali ne avevano ampiamente scritto, anche se in termini talvolta imprecisi.
    Su questi aspetti torneremo, cercando di fa chiarezza una volta per tutte.
    Ma com'è possibile che Galan abbia aspettato sei mesi per stracciarsi le vesti?

    Alcuni giorni prima del voto dello scandalo in Consiglio regionale, la Regione ha "stabilizzato", cioè assunto a tempo indeterminato, la segretaria di Tiziano Zigiotto, presidente della Seconda Commissione e amico fedelissimo di Galan.
    La brava collaboratrice aveva al suo attivo parecchi anni di servizio nel Gruppo di Forza Italia, cosa che le ha consentito di raggiungere il requisito minimo dell'anzianità triennale, indispensabile per la stabilizzazione.
    Eppure non risulta che Galan abbia gridato allo scandalo, né chiesto le dimissioni di Zigiotto o dell'assessore al personale Silvestrin, né tantomeno del dirigente regionale che ha firmato quell'assunzione.
    La stessa cosa era già avvenuta e avverrà nelle segreterie di altri esponenti di Forza Italia, assessori e membri dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
    E Galan? Sempre zitto. In realtà il Presidente della Regione non ce l'ha affatto con i portaborse, anche perché una di loro è cresciuta nella sua stessa casa.
    Parliamo di Valentina Galan, sorella di Giancarlo, che nella seconda metà degli anni '90 lavorava al Gruppo regionale di Forza Italia.
    Dopo un po' di tempo Valentina si è messa a fare concorsi, guarda caso in Regione.
    Prima da funzionario, poi da dirigente.
    Qui si è posizionata con onore nelle retrovie della graduatoria, tanto per non dare troppo nell'occhio.
    Intanto il fratello Presidente le garantiva comunque uno stipendio da dirigente, avendola chiamata nel suo Gabinetto a capo di una segreteria.
    Si trattava di avere solo un po' di pazienza e di aspettare che i solerti funzionari della Direzione del personale scorressero la graduatoria fino ad arrivare a lei.

    A proposito, come si saranno comportati questi funzionari, quando in commissione d'esame si sono trovati davanti la dottoressa Galan?
    Siamo sicuri che il suo cognome sia stato ininfluente sull'esito del concorso, o che qualcuno non abbia ceduto alla pressione "psicologica" e alla tentazione di darle un "aiutino"?
    In ogni caso, il cammino di Valentina prosegue nell'Azienda ospedaliera di Padova.
    Valentina ottiene un incarico dirigenziale temporaneo, fino a che, lo scorso agosto, quando tutti erano al mare, viene pubblicata una delibera della Giunta regionale che autorizza l'Azienda Ospedaliera a confermare a tempo indeterminato l'incarico dirigenziale a Valentina Galan.
    Queste vicende arrivano sulle pagine dei giornali, denunciate dalla CGIL di Padova.
    Ma anche in questo caso non risulta che il Presidente Galan abbia chiesto le dimissioni di qualcuno, né presentato le sue.
    No, non è la vicenda dei portaborse quella che va di traverso a Galan.
    Durante l'ultimo Consiglio regionale è accaduto ben altro che il Presidente non ha digerito, ovvero la bocciatura della cartolarizzazione del patrimonio immobiliare regionale, caldeggiata dal fido Zigiotto e avversata dalla maggioranza dei consiglieri regionali, compresa una parte di Forza Italia e la Lega Nord.
    È stato in quel momento che Zigiotto ha chiesto le dimissioni del capogruppo Sernagiotto, anticipando di poche ore la richiesta del Presidente Galan.
    Il provvedimento confezionato da Zigiotto, che risulta avere interessi professionali nel settore immobiliare, apriva la strada a una svendita degli immobili regionali, senza aver ancora disposto un bando pubblico per l'inventario dei beni, in cui venivano compresi anche gli immobili delle Ater e delle Aziende sanitarie.
    L'operazione di svendita, ipocritamente chiamata "valorizzazione", veniva demandata alla società Veneto Sviluppo, che non è di fatto controllabile dal Consiglio regionale.
    Dietro la Veneto Sviluppo si intravvedevano già i soliti amici degli amici.
    Ma il Consiglio regionale ha fatto saltare questa operazione, facendo andare Galan su tutte le furie.
    Ed è subito partito il regolamento di conti con quella parte di Forza Italia che, dopo la frana di voti delle ultime elezioni, non riconosce più Galan come capo.
    E dopo lo scontro interno al suo partito, Galan è andato all'attacco della Lega. In tutto questo i portaborse non c'entrano nulla, ma siccome Galan li ha tirati strumentalmente in ballo, vediamo di chiarire innanzitutto chi sono.
    Si tratta di collaboratori esterni che gli organi politici assumono solitamente con contratti di collaborazione coordinata e continuativa o a progetto. I "portaborse" svolgono la loro attività principalmente nel territorio provinciale dove è stato eletto il consigliere a cui fanno riferimento.
    Occasionalmente vengono a Venezia, nelle sedi istituzionali.
    Non hanno vincolo d'orario, non timbrano il cartellino. Questi collaboratori non possono essere assunti dalla Regione, perché lo proibisce la legge.
    Ma negli uffici regionali lavorano per gli organi politici (gruppi consiliari, assessorati, commissioni) anche altre persone, molte delle quali dipendenti regionali a tempo indeterminato o in comando da altri enti pubblici.
    Una parte minoritaria svolge identico lavoro, sempre alle dipendenze della Regione, ma con contratto a tempo determinato.
    Nei confronti di queste figure, che non sono etichettabili come portaborse, la legge statale, così come quella regionale che l'ha recepita, non pongono nessuna preclusione. Potranno perciò essere "stabilizzate" a condizione che abbiano un'anzianità di servizio almeno triennale e abbiano superato o superino un concorso a tal fine disposto.
    È tutto previsto nella legge finanziaria dello Stato: il Consiglio regionale del Veneto non si è inventato nulla.
    Ora è compito degli uffici della Giunta regionale bandire e gestire il concorso.
    In realtà questi uffici non hanno mai dato segno di gradire la stabilizzazione del personale precario approvata per due anni di seguito nelle leggi finanziarie del Governo Prodi.
    Perciò le assunzioni dei precari sono state fatte con il contagocce, perché in Giunta regionale preferivano bandire nuovi concorsi e scorrere altre graduatorie, dove qualche persona piazzata al posto giusto si trova sempre.
    Oggi forse qualcuno sta sollevando tutto questo polverone sui cosiddetti portaborse per far naufragare la tanto odiata stabilizzazione dei lavoratori precari, fortemente voluta dal centrosinistra, anche in Veneto, per dare un futuro più certo a migliaia di lavoratori e alle loro famiglie.

    Fonte: partitodemocraticoveneto.org | vai alla pagina
    Argomenti: malapolitica, precari, veneto, regione veneto, consiglio regionale, galan, precarietà | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (2)

  • Inserito il 19 giugno 2008 da 861
    Prima di guardare in casa degli altri, guarda a casa tua!! Il tuo amico consigliere regionale Causin, per esempio, che sta spianando la strada politica al suo amico Degan! E ti avanza il tempo di parlare degli amici degli amici!? Per non parlare di chi volete integrare (i sinti), senza che questi ne abbiano la minima voglia; mentre si sta disintegrando la nostra integrazione !!! Altro che pettegolezzi politici! C'è gente che ogni giorno si cala in autoclavi e disincrosta acido fluoridrico o cloridrico. 1100 euro al mese dopo 5 anni di anzianità! Andatevene a lavorare! Poi, vedremo quanta voglia avrete di parlare!!
  • Inserito il 19 giugno 2008 da 31
    Mi chiedo se il nuovo capogruppo regionale del Pd, molto preciso nel metterci al corrente di vicende che, nomi a parte, e se non fosse che si gioca con la dignità altrui - quella dei precari che per lavorare guardano gli annunci sui giornali - pensi ancora di fare in questo modo, rivelazioni eclatanti. Gli amici degli amici, una locuzione traducibile e sinonimo difficilmente smentibile di "mafia del nord", esistono da entrambe le parti sig. capogruppo. E immagino che lei lo sappia, altrimenti non sarebbe né in consiglio regionale, né tantomeno capogruppo. Chi scrive, qualche anno fa, andava in Veneto Sviluppo, ovviamente per lavorare sottopagato, ma per conto della Lega Coop. Che ne dice di questa? Saluti.

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