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Dichiarazione di Patrizio BERENGO

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Venezia (VE) (Gruppo: PD) 


 

IL MERCATO E “L’ALLINEAMENTO ISTITUZIONALE”

  • (03 giugno 2008) - fonte: comune.venezia.it - Patrizio Berengo - inserita il 25 giugno 2008 da 31

    A proposito di chimica e di “allineamento istituzionale” devo ricordare quanto segue:
    1) se non ci fosse già un impianto di chimica di base per la produzione di materie plastiche a Marghera, credo che nessun imprenditore, che abbia un minimo di cervello, penserebbe di costruire oggi nella laguna di Venezia un impianto simile a quello esistente! Siamo tutti d’accordo?!
    2) se l’impianto chimica di Venezia e’ strategico per la chimica italiana e quindi per il nostro paese, mi chiedo come mai una società dello Stato come l’ENI si sia permessa di vendere ad una società inglese (INEOS) una produzione strategica per il nostro Paese?!
    In vent’anni a Marghera ho visto chiudere moltissime fabbriche:dalla SAVA alle industrie legate all’”alluminio primario di Stato”, ITALSIDER, molti impianti chimici e di fertilizzanti per finire negli ultimi anni alla GALILEO, al FELTRIFICIO VENETO, all’ALUTEKNA ed altre aziende che ora si stanno infilando nel buco nero” della riconversione-chiusura.
    Tutti questi stabilimenti si sono chiusi per questioni di mercato ed in particolare perchè avevano prodotti e processi maturi o per l’alto costo dell’energia e anche per una forte sindacalizzazione dell’area che ha frenato riconversioni, passaggi di proprietà , influenzando negativamente la nascita e l’insediamento di nuove attività imprenditoriali a Porto Marghera.
    Ad un imprenditore veneto proprietario della NICE di Oderzo, azienda quotata in borsa, di dimensioni medie specializzata nelle automazioni a distanza, chiesi qualche tempo fa, se un’azienda in espansione come la sua avesse mai pensato di costruire uno stabilimento a Porto Marghera.
    La sua risposta fu chiara: “non mi sogno nemmeno di fare uno stabilimento sotto i camini di un’industria chimica e questa (riferendosi alle sue maestranze) è una famiglia dove non ci sono contrasti, c’è la massima collaborazione e non ci sono sindacati che invece da voi ……..”
    .
    Naturalmente bisogna riconoscere l’intuizione che ebbe il conte Volpi nel costruire a ridosso di una vasta area rurale un porto industriale come quello di Marghera.
    L’industrializzazione dell’intero Veneto è stata possibile anche grazie alle esperienze e professionalità acquisita dalle persone che hanno lavorato nelle fabbriche di Porto Marghera; questo fattore, questo “Humus” si e’ poi propagato nell’intero nord-est.
    Questo sviluppo industriale è stato anche accompagnato da uno sviluppo culturale di relazioni umane che coraggiosamente il sindacato è riuscito a portare avanti per il bene non solo degli operai ma di tutto il Paese.
    Oggi c’è da chiedersi quale ingloriosa fine stia facendo Porto Marghera!?
    Continua inesorabile la dismissione di aziende prima privatizzate poi malgestite poi alla fine chiuse.
    Imprenditori improvvisati senza tradizioni industriali alle spalle, piu’ dediti alla speculazione che non alla gestione delle aziende stanno creando un ulteriore impoverimento alla nostra zona industriale.
    I sindacati da parte loro non si sono rinnovati (in molti casi si sono solo riciclati) sempre in difesa del passato mai con occhi ed idee aperte al futuro.
    Giusto per non perdere tutte le speranze devo riconoscere la capacità trainante nel Polo industriale della FINCANTIERI che ha trovato un sua collocazione sul mercato mondiale quale azienda leader delle navi da crociera dove alla professionalità dello staff dirigenziale e degli operai si sono uniti qualità ed estro italiano.
    Come per tutte le altre aziende andate male anche per la FINCANTIERI (azienda che va benissimo) è il mercato che ne determina l’espansione o la chiusura!
    Certamente non è e non sarà determinante “l’allineamento istituzionale” (peggio se contro la volontà dei cittadini) non sarà “il gioco di squadra che supera le distinzioni politiche ed ideologiche” che salva posti di lavoro ma servono ricerca, innovazione nuove idee per nuovi scenari.
    Il “condominio” Porto Marghera non essendoci ricambio, tra un po’ sarà troppo costoso per le poche aziende rimaste a questo punto o ci sarà una coraggiosa ed innovativa programmazione o bisognerà aspettarci il peggio.

    Fonte: comune.venezia.it - Patrizio Berengo | vai alla pagina
    Argomenti: lavoro, sindacati, veneto, venezia, comune venezia mestre, consigliere comunale, Porto Marghera, industria chimica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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