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Giustizia. «È la grande emergenza. Affrontiamola» - INTERVISTA
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(09 marzo 2011) - fonte: Il Riformista - F. Persili - inserita il 09 marzo 2011 da 31
«Finalmente il ministro Alfano è d'accordo con i nostri cavalli di battaglia. Noi radicali ci battiamo da sempre per la separazione delle carriere, la responsabilità civile dei magistrati, l'autonomia della polizia giudiziaria, l'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale». Marco Cappato, 40 anni, ex deputato europeo e segretario dell'associazione Luca Coscioni, definisce la giustizia, «la più grande emergenza sociale del Paese», e alla maniera di un san Tommaso laico aspetta la riforma del governo: «Prima la vediamo e poi ci crediamo».È condivisibile il progetto che sta portando avanti l'esecutivo?
Se ne parla da una dozzina di anni, ma finora ci sono stati solo annunci. A leggere la proposta del governo, fa piacere che Alfano abbia ripreso questioni che noi radicali stiamo portando avanti da tempo.
Vi fidate di Berlusconi?
Il premier, in effetti, una questione la pone. Le sue vicessitudini con la giustizia possono essere d'impaccio ad affrontare i problemi degli italiani con la giustizia. Dodici milioni di processi pendenti, il sovraffollamento nelle carceri, praticamente ogni famiglia si trova a fare i conti con la malagiustizia. Crediamo nell'urgenza di sfidare il governo nel merito dei provvedimenti.
Come?
La riforma non deve essere pensata a sanare casi progressi ma rivolta al futuro. Non deve servire, insomma, a risolvere casi personali ma a mettere mano complessivamente al sistema della giustizia in Italia.
A cominciare dalla separazione delle carriere. Perché i magistrati sono contrari?
A me sembra un principio di buon senso: chi è parte, non può essere anche arbitro. La preoccupazione principale è garantire l'autonomia della magistratura dal potere politico. Il problema resta, infatti, la politicizzazione delle correnti della magistratura che porta a non avere vera autonomia da parte dei magistrati. Sulla responsabilità civile dei magistrati i radicali hanno promosso, addirittura, un referendum. Anche se poi la legge ha tradito l'indicazione referendaria con i partiti che si sono messi a servizio dei magistrati organizzati.
E sull'obbligatorietà dell'azione penale?
Già oggi l'azione penale non è obbligatoria ma arbitraria e discrezionale da parte delle procure. Meglio sostituire all'arbitrio regole certe.
Ma il passaggio è stretto.
La questione resta delicata perché non si può affidare l'esercizio dell'azione penale all'esecutivo. Le soluzioni possono riguardare un ampio coinvolgimento del Parlamento oppure l'elezione dei responsabili delle procure sul modello americano.
Sulla divisione del Csm?
Voglio vedere come è strutturata la proposta. Il Csm oggi assomiglia a una piccola camera partitocratica di giudici. Non è detto che la soluzione sia dividerlo in due.
Se Alfano segue le vostre proposte, cosa farete?
Non potremmo che votare a favore delle nostre proposte magari discutendo anche di una misura di amnistia per i reati meno gravi.
Insomma, voterete la riforma...
Se il governo è d'accordo con noi, di certo, non possiamo essere in disaccordo con noi stessi.
Fonte: Il Riformista - F. Persili | vai alla pagina » Segnala errori / abusi