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Dichiarazione di Ignazio Roberto Maria MARINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

Fine vita, regole ma senza ipocrisia

  • (01 marzo 2011) - fonte: Corriere della Sera - Ignazio Marino - inserita il 01 marzo 2011 da 31

    Caro direttore, c`è molta retorica e molta teoria da parte della politica quando affronta temi che solo nel nostro Paese si definiscono eticamente sensibili.

    C`è poca attenzione alla realtà, alle situazioni concrete con cui si scontrano le persone nella loro vita.
    Alla vigilia del voto del Parlamento sul testamento biologico, proviamo allora a partire dalla realtà, ragionando sulle situazioni che ogni medico, o chiunque abbia avuto un parente gravemente ammalato, ha sperimentato.

    Immaginiamo che una donna di ottanta anni, con un tumore al seno e metastasi al cervello, ricoverata in coma in un reparto di terapia intensiva. Il suo corpo apparentemente continua a funzionare, i polmoni si gonfiano, l`intestino riceve nutrimento artificiale, il battito cardiaco è regolare grazie ai farmaci, ma sono le macchine e le sostanze chimiche che mantengono le funzioni dell`organismo.
    La medicina, nonostante gli straordinari progressi, a un certo punto si ferma, qualunque terapia diventa inefficace o inutile. Cosa fa allora un medico davanti a una situazione tragica ma molto diffusa come questa? Negli Stati Uniti, in Francia, in Australia, come in molti altri Paesi, il medico chiama i familiari, descrive la situazione, spiega, risponde, rispetta le lacrime che scorrono.

    Si discute, insieme, l`eventualità di interrompere tutte le terapie, lasciando che la vita si avvii alla sua fine naturale. Una decisione difficile ma assunta in piena trasparenza e rigorosamente documentata nella cartella clinica del paziente.

    Cosa accade invece oggi in Italia? Il medica chiama i familiari, spiega e` che il loro parente non riprenderà coscienza anche se le macchine continuano a mantenerlo artificialmente in vita. Fino a quando? Non si sa. Non ci sono decisioni da prendere perché nessuno, né il medico, né i familiari, né il paziente stesso può autorizzare l`interruzione delle terapie. Si piange ma si va avanti lo stesso, senza alcuna speranza. Molte volte i medici decidono ugualmente, perché vivono nella realtà.

    Sono costretti a compiere una scelta in solitudine, senza documentare nulla, perché se lo facessero potrebbero essere accusati di omicidio volontario. Sembra assurdo ma così. È questa la realtà che rende necessaria una legge sul testamento biologico. E serve una legge semplice che rispetti tre principi fondamentali: le indicazioni che una persona scrive quando è nel pieno delle facoltà devono essere assolutamente vincolanti, in caso contrario testo, non servono a nulla. Perché dovrei lasciare un testamento biologico sapendo che potrà essere disatteso?

    In secondo luogo è importante l`indicazione di un fiduciario, una persona che mi ama, di cui mi fido, e che in qualunque situazione prenderà le decisioni più giuste ascoltando il medico ma soprattutto rispettando la mia dignità e le mie indicazioni. Infine il ruolo del medico e degli infermieri. Certamente sono i più preparati ad affiancare e assistere ma non possono decidere in autonomia perché anche se conoscono la medicina, tuttavia non conoscono il paziente, le sue volontà e potrebbero agire contro la volontà dell'ammalato. Contavvenendo così anche al loro codice etico.

    La legge proposta dalla destra è esattamente contraria a questi tre principi di buon senso: prevede che il biotestamento non sia vincolante, che il medico abbia la parola finale anche contro la volontà dei familiari o del fiduciario mentre obbliga i sanitari a somministrare idratazione e nutrizione artificiali sempre, senza valutazioni di merito.

    In fin dei conti si tratta di una legge voluta da una politica ipocrita, assolutamente lontana dalla realtà, non curante dei diritti degli individui e irrispettosa del ruolo dei medici e degli infermieri. È una legge che otterrà il peggiore dei risultati immaginabili, ovvero che sulle scelte che riguardano le fasi terminali della vita di ognuno di noi si finirà a discutere, e a decidere, in tribunale.

    Fonte: Corriere della Sera - Ignazio Marino | vai alla pagina

    Argomenti: testamento biologico, diritti del paziente, accanimento terapeutico, dignità | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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