-
» «Sì alle nozze gay» - INTERVISTA
Chiara MORONI in data 21 dicembre 2010
-
» Eutanasia e alternativa. L’essere altro Radicale
Marco CAPPATO in data 16 dicembre 2010
-
» I miei “sì” contro il regime del dolore e della sofferenza senza speranza
Maria Antonietta FARINA COSCIONI in data 15 dicembre 2010
-
» I finti paladini della vita
Ignazio Roberto Maria MARINO in data 08 dicembre 2010
-
» Monicelli. «Con l’eutanasia avrebbe fatto una fine più dignitosa» - INTERVISTA
Umberto VERONESI in data 01 dicembre 2010
-
» Monicelli «Se n’è andato con una ultima manifestazione della sua forte personalità, un estremo scatto di volontà che bisogna rispettare».
Giorgio NAPOLITANO in data 01 dicembre 2010
-
» Eutanasia: in fila dietro Vespa, ecco i falsari pro-tortura. E intanto il governo non rinnova i livelli essenziali di assistenza
Marco CAPPATO in data 27 novembre 2010
I finti paladini della vita
-
(08 dicembre 2010) - fonte: Europa - inserita il 08 dicembre 2010 da 31
Caro direttore, la semplificazione giornalistica pro-vita o pro-morte occupa insensatamente la discussione di questi giorni sul testamento biologico, riapertasi con la presenza di Beppino Englaro e Mina Welby nella trasmissione di Fazio e Saviano e la morte di Mario Monicelli. Una polarizzazione - degna più di un derby calcistico - che manomette il confronto.Perché, nel nostro paese, non è possibile parlare pacatamente di temi etici? Perché chiedere il rispetto dell’autodeterminazione, delle volontà sulle terapie cui si vuole o non si vuole essere sottoposti, in caso di perdita di coscienza, ti iscrive d’ufficio al partito della morte? Che senso ha istituire, nel giorno dell’addio a Eluana Englaro, la giornata degli stati neurovegetativi?
La discussione è difficile, ma non impossibile. Basta leggere la mia recente corrispondenza pubblica con il cardinale Carlo Maria Martini (Corriere della Sera, 28 novembre), il cui confronto è proseguito dai tempi del nostro "Dialogo sulla vita", pubblicato da l’Espresso nel 2006. Ci sono più aperture da parte del mondo cattolico, che da larga parte - quella che governa il paese, speriamo ancora per poco - di quello politico.
Perché, quando Beppino Englaro e Mina Welby ci hanno regalato i loro ricordi struggenti, nel corso di Vieni via con me, i cosiddetti paladini della vita hanno sentito il bisogno, anzi hanno preteso il diritto, di una replica? E non erano paladini della vita Beppino e Mina, quando si impegnavano con tutte le loro disperate forze, perché le persone amate non restassero in un limbo di tubi?
E non sono paladini della vita, parimenti, coloro che, altrettanto disperatamente, sono costretti a fare i conti con una legge di carta, quella sulle cure palliative, lasciati soli ad affrontare i costi umani e materiali di una malattia terminale, insieme alle loro famiglie? Vogliamo ricordare che questo governo, che sventola vessilli cattolici o presunti tali, inneggianti alla solidarietà e alla vita, ha poi finanziato la rete delle cure palliative sul territorio per un - e dico un - milione di euro, contro i 240 annui, stanziati dalla Germania? Un milione, fissato per il solo 2011 (per i prossimi anni è zero), basta per curare 350 pazienti, ovvero lo 0,05% dei malati terminali in Italia.
Io sono da sempre contro l’eutanasia. Vorrei semplicemente che il senso della vita e della morte tornasse ad essere quello dei nostri vecchi. Che lasciavano serenamente questo mondo e concludevano il loro cammino senza paura. Con la consapevolezza, per molti, di una vita oltre la vita, la cui prospettiva, usando insensatamente la tecnologia, oggi si allontana.
Fonte: Europa | vai alla pagina » Segnala errori / abusi