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Dichiarazione di Maria Giuseppina Nicolini

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Lampedusa e Linosa (AG) (Partito: LISTA CIVICA) 


 

Grazie Renzi, preferisco di no

  • (03 gennaio 2014) - fonte: espresso.repubblica.it - inserita il 22 marzo 2014 da 24474
    VISTO LO SFONDO DI FINE ANNO,ingannevoli decreti, e contro stralci, un vero cinepanettone parlamentare, forse varrebbe la pena di metterlo sotto una teca. Di farne una rara installazione di politica contemporanea italiana. Il semplice «No, grazie» di Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, è un evento atomico. Chi aveva mai sentito un rappresentante del popolo, un amministratore locale rifiutare le luci della ribalta nazionale? SINDACO DA BASEBALL.Persino ripetutamente. Anche quando Matteo Renzi sbarca a Lampedusa, visita con cui inizia la sua vita da segretario Pd. Ad accoglierlo c’è lei, il sindaco, ambientalista solidale e accogliente, votata un anno e mezzo fa da un pezzo del Partito democratico mischiato a una lista civica. Che la sostiene. Viene eletta dopo Dino De Rubeis, il primo cittadino che se ne andava in giro con una mazza da baseball. DOPPIO NO. Con Renzi, il sindaco aveva già parlato giorni prima quando l’aveva cercata per avanzare la proposta «gratificante sul piano personale» di far parte della direzione nazionale del Pd. Nicolini, che non era tra le beniamine dell’apparato pre Renzi, aveva ringraziato. Ma aveva detto “no”. A sorprendere, ad avere del sensazionale è stata la motivazione della scelta. CARO PD. Ha spiegato che per ogni riunione avrebbe dovuto sottrarre tre giorni al lavoro di sindaco (capito, Matteo?), tradendo così la fiducia dei cittadini. Senza considerare, ha aggiunto, che il via vai avrebbe avuto un costo economico visto che d’inverno c’è solo l’aereo per arrivare a Palermo e il biglietto vale ben 120 euro ai quali aggiungere il prezzo del volo per Roma o della nave, a seconda delle condizioni del tempo. Di fatto, soldi pubblici, che mica si possono sprecare così. ETICA FEMMINILE. Che si tratti del segno di un’etica perduta e ritrovata? O della nascita di un fondamentalismo amministrativo nel pezzo di terra mediterranea tra l’Africa e l’Europa? Forse più semplicemente di una donna capace di mostrare la via e il modo sano di gestire la Cosa pubblica, senza interesse per il potere e i suoi strumenti. Proprio negli ultimi giorni dell’anno in cui la politica è apparsa sempre meno identitaria, visionaria, progettuale, sempre più trimalcionesca. GIUSI GUASTAFESTE.Una provocazione, è stato il commento sul gran rifiuto di Nicolini tra i ghiottoni del Palazzo romano. Una seccatura, si può immaginare, per esempio, per uno come Vincenzo De Luca che, da sottosegretario alle Infrastrutture, non lascia la poltrona di sindaco di Salerno (non ha deleghe nel governo, è la sua giustificazione). Già infastidiva il monitoraggio dei grillini e la filosofia da sfasciacarrozze del renzismo. Ora, ci si mette anche la serietà di una donna. Nel mezzo della polemica per il decreto Salva-Roma, bloccato da Giorgio Napolitano, in cui viene infilato con l’assenso di buona parte dell’arco costituzionale, di tutto e "di spighetto". MEGLIO SÌ.Un’olimpiade del clientelismo. Mentre, ciliegina sulla torta, il sindaco di Lampedusa, invece di rivenderlo alla grande, si dispiace persino che Renzi abbia reso pubblico il suo “no”. In effetti, ci sarebbe bisogno del “sì” di una come lei.
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