Ti trovi in Home  » Politici  » Delia MURER  » Salvare le Reti nazionali per le cure palliative e per la terapia del dolore

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Delia MURER

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Art.1-MDP-LeU) 


 

Salvare le Reti nazionali per le cure palliative e per la terapia del dolore

  • (24 ottobre 2013) - fonte: www.deliamurer.it - inserita il 26 ottobre 2013 da 861

    Interrogazione al Ministro della Salute sul tema delle cure palliative, su cui il Parlamento, tre anni fa, ha varato una legge.

    «Uno dei passaggi attuativi della legge è quello previsto dall'articolo 5, che fa riferimento alle “Reti nazionali per le cure palliative e per la terapia del dolore; e in particolare al comma 2 dell’articolo 5, che individua i profili professionali e di specializzazione specifici del medici che andranno a comporre le reti di cui sopra. Nelle strutture esistono, però, più di 2mila medici che già lavorano, che non avrebbero i titoli specialistici, e di cui non si può fare a meno. Chiedo al Governo di produrre un atto specifico che ne salvaguardi la posizione e consenta di proseguire le attività delle strutture esistenti».

    Ecco il testo integrale dell’interrogazione.

    Interrogazione a risposta in commissione
    Al Ministro della Salute
    Dall’on. Delia Murer

    Per sapere, premesso che:

    La legge 15 marzo 2010, n. 38, recante "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore", pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 65 del 19 marzo 2010 ha sancito la tutela del diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore;

    per «cure palliative» si è inteso indicare all’articolo 2 della sopra citata legge “l'insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un'inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici»;

    per «terapia del dolore» si è inteso indicare “l'insieme di interventi diagnostici e terapeutici volti a individuare e applicare alle forme morbose croniche idonee e appropriate terapie farmacologiche, chirurgiche, strumentali, psicologiche e riabilitative, tra loro variamente integrate, allo scopo di elaborare idonei percorsi diagnostico-terapeutici per la soppressione e il controllo del dolore»;

    uno dei passaggi attuativi della sopra citata legge è quello previsto dall’articolo 5, che fa riferimento alle “Reti nazionali per le cure palliative e per la terapia del dolore”; e in particolare al comma 2 dell’articolo 5, che individua i profili professionali e di specializzazione specifici del medici che andranno a comporre le reti di cui sopra;

    si tratta di un passaggio importante che deve però tenere conto delle caratteristiche degli oltre 2mila medici che oggi consentono l’operatività degli Hospice e delle cure palliative domiciliari;

    alcune indagini condotte dalla Federazione Cure Palliative (FCP) e della Società Italiana di Cure Palliative (SICP) indicano, infatti, che la metà dei medici palliativisti non possiede una delle specialità indicate dalla legge 38/2010 e un terzo non ha alcuna specialità;

    si tratta, comunque, di professionisti con diversi anni di esperienza, detentori oggi delle più elevate competenze nel nostro paese; sono quelli che hanno contribuito a fare la storia delle cure palliative italiane, permettendone lo sviluppo in una fase pionieristica e rappresentano una risorsa indispensabile per garantire l’attività di assistenza ai pazienti;

    il timore è che dal decreto attuativo della legge 38 derivi l’impossibilità di molti medici di prestare le loro cure, con il risultato paradossale che invece di tutelare i pazienti e le loro famiglie, esso riporti l’Italia alla condizione degli anni 80, quando i 250mila malati che ogni anno affrontano una fase terminale erano privi di qualunque forma di tutela;

    Appare indispensabile per chi già opera nel settore, al fine di preservare e riconoscere le competenze acquisite sul campo in questi anni da medici senza specializzazione o con specialità diverse da quelle previste dalla disciplina, un provvedimento che riguardi un periodo transitorio, in attesa che i giovani medici finiscano i nuovi iter formativi in via di definizione;

    Senza un provvedimento di questo tipo, i medici attivi nella maggior parte degli Hospice e delle equipe di cure palliative domiciliari sarebbero costretti a non esercitare e le strutture a non poter più garantire assistenza:

    dal Ministro se sia a conoscenza della problematica sopra esposta e se sia intenzione del Governo intervenire con un provvedimento per salvaguardare le cure palliative condotte da medici senza i titoli previsti nella nuova normativa ma con anni di esperienza diretta sul campo.

    L'interrogazione è stata presentata alla commissione Affari sociali dalla deputata del Partito Democratico.
    Fonte: www.deliamurer.it | vai alla pagina

    Argomenti: Interrogazione, terapie antidolore | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato