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Dichiarazione di Pietro ICHINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

«Giù le tasse a chi assume giovani e donne» - INTERVISTA

  • (21 gennaio 2013) - fonte: La Stampa | Tonia Mastrobuoni - inserita il 23 gennaio 2013 da 861

    Senatore, Monti sostiene che nel suo partito il tema del lavoro è ancora “un cantiere aperto”. Ma la disoccupazione - stime Ocse e Banca d’Italia – continuerà a salire e potrebbe essere una delle grandi emergenze del 2013. Come si rimedia?

    Occorre innanzitutto incentivare l’assunzione di lavoratori giovani e di donne, con misure di detassazione; orientare i giovani verso i posti di lavoro che oggi restano scoperti per mancanza di manodopera qualificata: dunque servizi di orientamento scolastico e professionale, che oggi latitano, e formazione specificamente mirata alla domanda espressa dalle imprese. Queste misure saranno oggetto di un grande piano straordinario per l’occupazione giovanile. Occorre, poi, attivarci per portare a investire in casa nostra il meglio dell’imprenditoria straniera: con la semplificazione burocratica e fiscale e con il Codice del lavoro semplificato, pubblicato anche in inglese.

    Cosa propone il suo partito per risolvere il dualismo del mondo del lavoro, tra protetti e non protetti, tipico dell’Italia, e stigmatizzato di recente anche da Mario Draghi?

    La legge Fornero ha ripristinato e rafforzato la norma contenuta nella legge Biagi volta a contrastare l’abuso delle collaborazioni autonome; per completare il disegno, occorre fare in modo che le imprese, in questa situazione di grave incertezza sul futuro, possano riassorbire le centinaia di migliaia di falsi collaboratori autonomi senza choc di costi e di rigidità. Per esempio offrendo la possibilità di sperimentare, sulla base di accordi-quadro regionali, un rapporto di lavoro con più basso costo previdenziale e fiscale e più flessibile: con un grado di stabilità inizialmente basso, che cresce con l’anzianità di servizio.

    Cosa avete intenzione di fare sull’articolo 18?

    L’allineamento al modello tedesco operato dalla legge Fornero costituisce già un passo avanti molto rilevante, che va difeso e consolidato. Non pensiamo di por mano a una nuova riforma di portata generale, ma di attivare per le imprese che vi siano interessate la sperimentazione di cui parlavo prima, limitata a nuove assunzioni e nuovi insediamenti.

    E la riforma degli ammortizzatori sociali?

    La legge Fornero ha già compiuto una riforma molto incisiva della Cassa integrazione e istituito un trattamento di disoccupazione universale di livello europeo; ma non ha potuto incidere significativamente sui servizi nel mercato del lavoro. Uno degli oggetti della sperimentazione consisterà in questo: consentire che, nei nuovi rapporti, l’impresa che si trova a dover licenziare per motivi economici sia abilitata a farlo, senza controllo giudiziale sul motivo, offrendo al lavoratore un vero e proprio “contratto di ricollocazione”. Questo potrebbe prevedere l’attivazione di un servizio di outplacement, cioè di assistenza intensiva per la ricerca della nuova occupazione, con costo per tre quarti coperto dalla Regione con i contributi del Fondo Sociale Europeo, combinato con un trattamento complementare di disoccupazione a carico dell’impresa stessa. Più rapidamente si ricolloca il lavoratore, meno l’operazione costa.

    Fonte: La Stampa | Tonia Mastrobuoni | vai alla pagina

    Argomenti: lavoro, disoccupazione, ammortizzatori sociali, articolo 18 | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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