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Dichiarazione di Stefano STEFANI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Lega)  - Pres. commissione Affari esteri Camera - Deputato (Gruppo: Lega) 


 

Kabul non basta volerlo per far finire la violenza

  • (03 maggio 2012) - fonte: La Padania - inserita il 03 maggio 2012 da 21157

    Gli attentati talebani a Kabul, qualche ora dopo l’incontro in Afghanistan tra Obama e Karzai, sono stati l’occasione per ricordare amaramente che non basta voler chiudere una guerra per esserne davvero fuori. E, francamente, non mi sorprende constatare le continue ed improvvise fiammate di violenza nello scacchiere afghano che si rivela, in queste ore, tanto instabile quanto pericoloso. Che la battaglia non fosse ancora finita lo si sapeva già ma ciò che il Presidente degli Stati Uniti continua ad ignorare è che quella “luce all’orizzonte” che continua ad invocare, al momento, è solo una fragile speranza che alimenta la diffidenza e l’insofferenza afghane verso le forze della coalizione, percepite sempre più come l’ennesimo tentativo di occupazione occidentale.

    Quando le manovre di ritiro, anche quando sono chiamate di “transizioni”, diventano rischiose quasi come quelle di attacco, allora ci si dovrebbe domandare quali errori militari ma soprattutto politici sono stati commessi. Di certo per oltre dieci anni, possiamo dire di aver realizzato una minima parte di un ambizioso progetto che voglia chiamarsi democratico: Bin Laden è morto proprio un anno fa e Al Queda ha subito dei colpi durissimi ma ciò evidentemente non è stato sufficiente per creare le condizioni di stabilità e sicurezza in Afghanistan, anzi ha sollevato numerosi dubbi sul senso realistico di questa missione al punto da chiedersi se sia il caso di accelerare i tempi per il ritiro delle truppe straniere entro il 2014.

    A pare mio, la democrazia in Afghanistan è un mito che vacilla di fronte ad una tabella di marcia che detta i tempi ma non certo i modi, più che mai incompatibili. Vale la pena, dunque, continuare a combattere una guerra che oramai nessuno crede più di poter vincere? E’ giusto continuare a lottare per un progetto che oramai ha perso progressivamente smalto, imponendo un modello ed un presente sino a ieri impensabili per un Paese come l’Afghanistan? Non sarà certo il buonismo ed il relativismo a contenere il radicalismo islamico che ci ha condannato a morte per il semplice fatto di essere cristiani ed occidentali. L’occupazione militare di cui si è resa protagonista anche l’Italia ha avuto il solo effetto di riunire i dissidenti sotto la bandiera talebana capace, ancora oggi, di organizzare la resistenza.

    Quello che è accaduto qualche giorno fa non è altro che la secolare capacità di resistenza della forza talebana che fa perno anche sulla profonda crisi economica. La soluzione, se mai ce ne fosse una, non può essere quindi solo militare ma deve coinvolgere anche i campi dell’economia e soprattutto della politica perché è proprio lì che si gioca la partita più importante.

    Stefano Stefani

    Fonte: La Padania | vai alla pagina

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