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Dichiarazione di Maurizio SAIA

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) 


 

686a Seduta: Mozioni sulle agenzie di rating

  • (07 marzo 2012) - fonte: www.senato.it - inserita il 24 marzo 2012 da 18670
    Il Senato, premesso che: l'agenzia di rating Standard & Poor's è indagata dalla Procura di Trani per gravissimi reati. Nonostante non abbia superato l'esame dell'Esma (European securities and markets authority) e non sia ancora registrata tra le agenzie di rating certificate, quindi non sia abilitata ad emettere pagelle sull'Italia, a causa di una serie di conflitti di interesse poiché all'interno del suo azionariato vede un colosso dei fondi come Black Rock, con un patrimonio di circa 3.000 miliardi di dollari nel suo azionariato, che è tra i maggiori azionisti di Unicredit, nei giorni scorsi ha declassato l'Italia, portandola da A + ad A; l'agenzia di rating Moody's, che analogamente alla prima non è registrata presso l'Esma e che in data 4 ottobre 2011 ha declassato il rating dell'Italia da"'Aa2" ad "A2" con outlook negativo, dovuto "in parte ai rischi derivanti dalle incertezze economiche e politiche" e "in parte all'aumento dei rischi al ribasso per la crescita economica e all'indebolimento delle prospettive globali", nonché al generale calo della fiducia nelle emissioni di debito dei Paesi dell'eurozona, fondata nel 1909 da John Moody, è la seconda agenzia di rating per importanza dopo Standard & Poor's. Insieme a Fitch sono definite le ''tre sorelle'' del rating, perché di fatto costituiscono un oligopolio delle valutazioni sull'affidabilità creditizia di società e Stati sovrani che emettono bond. Insieme hanno una quota di mercato che va dal 90 al 95 per cento; dietro Moody's Corporation c'è Warren Buffett, il grande finanziere americano che tramite la sua holding Berkshire Hathaway Buffett ha la quota di maggioranza di Moody's (12,99 per cento). Ma i veri padroni dell'agenzia sono i grandi fondi di investimento americani che peraltro controllano anche Standard & Poor's, come Capital World Investors (10,2 per cento), Capital Research Global Investors (10,29 per cento), Black Rock (3,49 per cento), State Street (2,94), Vanguard Group Inc. (2,97 per cento), Davis Selected Advisers LP (8,14 per cento), Invesco Advisor Inc (2,54 per cento), nonché l'inglese Morgan Stanley Investment Management (2,77 per cento). I richiamati dati relativi agli azionisti di Moody's Corporation società con sede nel Delaware (USA), quotata dal 19 giugno 1998 al New York Stock Exchange si riferiscono alla data del 31 marzo 2010; con riferimento agli assetti proprietari si rileva che: Berkshire Hathaway, Inc. Investment Management è una holding di partecipazioni con sede ad Omaha, nel Nebraska (USA), fondata nel 1964. La società assume partecipazioni di controllo e non in società operanti in diversi settori di attività: assicurativo, per il tramite delle controllate GEICO, General Re Corp. e Berkshire Hathaway Reinsurance Group; cibi e bevande; farmaceutici; abbigliamento; forniture industriali; logistica e beni di lusso. La società è di fatto controllata dal miliardario americano Warren Buffet; inoltre, Capital Research Global Investors e la controllata Capital World Investors sono due società del gruppo Capital Research & Management Company, società di investimento con sede negli Stati Uniti. Capital Research & Management Company è attiva nella gestione di patrimoni su base individuale (fondazioni o privati) e collettiva (fondi comuni, fondi pensione, eccetera); scrive la giornalista Carmen Carbonara sul "Corriere del Mezzogiorno" del 27 settembre 2011: «Il report di Standard & Poor's che ha bocciato l'Italia il 20 settembre 2011, finisce nel fascicolo della procura di Trani che ipotizza i reati di insider trading e market abuse a carico di una delle "tre sorelle" (le altre sono Moody' s e Fitch) del rating americano. È l'ultimo capitolo dell'inchiesta aperta dal pm Michele Ruggiero sulle agenzie di rating, sospettate di aver emesso giudizi non veritieri nei confronti del sistema economico e bancario italiano, così come denunciato da Adusbef e Federconsumatori. La decisione, già nell'aria da qualche giorno, è diventata concreta dopo l'incontro che il magistrato tranese ha avuto venerdì scorso con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, a Roma. È stato un incontro del tutto informale. Letta non è stato ascoltato come persona informata sui fatti come avvenuto invece con altri esponenti di governo nei mesi scorsi interessati alla vicenda Moody's, la prima agenzia a essere finita nel registro degli indagati per un report del 6 maggio 2010 che definiva l'Italia come un Paese "a rischio" al pari di Grecia e Spagna. Il sospetto della procura, che coincide sostanzialmente con quello di Letta, è che l'ultimo report di S & P, che ha declassato l'Italia da A+ ad A il 20 settembre scorso, non sia obiettivo perché espresso non sulla base di valutazioni economiche, ma politiche. Non a caso gli analisti, nel declassare di un nocth (cioè un gradino) il debito italiano, hanno anche detto di aspettarsi che "la fragile coalizione di governo e le differenze politiche all'interno del Parlamento continueranno a limitare la capacità del governo di rispondere in maniera decisa alle sfide macroeconomiche interne ed esterne". Per questo il pm ha acquisito dalla Presidenza del Consiglio il testo tradotto in italiano del report, che finirà all'attenzione di due consulenti già individuati dalla procura: gli economisti Donato Masciandaro della Bocconi di Milano e Giovanni Ferri dell'Università di Bari. In realtà, però, materiale ancora più interessante è quello che il pm dovrebbe portare a casa dagli Stati Uniti, dove è programmata una trasferta il mese prossimo per acquisire gli atti della Sec (Securities and exchange commission, per intenderci la Consob americana) sul declassamento degli Usa fatto da Standard and Poor' s il 5 agosto scorso, quando il rating sovrano per la prima volta è passato da AAA ad AA+. L'atto portò a un'immediata reazione dello stesso presidente Barack Obama, che si affrettò a smentire la veridicità di quanto affermato da S & P. Dopo una prima richiesta di quel rapporto, la procura ha deciso di fare una trasferta negli Stati Uniti. Lunedì, intanto, a Trani arriverà una delegazione greca, capeggiata da Kiriakos Tobras, che nell'aprile 2010 presentò una dettagliata denuncia al procuratore capo presso la Corte di cassazione di Atene, contro gli speculatori»; considerato che: «l'onda lunga dello scandalo dei mutui subprime, trasformati in obbligazioni "sgonfiate" dallo scoppio della bolla immobiliare del 2007 - scrive Glauco Maggi su "La Stampa" -, ha raggiunto ieri, e non è la prima volta, Standard & Poor's, e potrebbe avere conseguenze finanziarie molto serie per i conti dell'agenzia, nota per aver tolto in estate la Tripla A all'America di Obama per la prima volta. La McGraw-Hill, la compagnia di comunicazioni e analisi societarie che ha tra le sue divisioni l'agenzia di rating Standard & Poor's, ha comunicato ieri di aver ricevuto un avviso di garanzia (Wells Notice) dalla Sec (Securities Exchange Commission, la Consob Usa), in cui è stata informata che sono in corso indagini contro la sua divisione aziendale responsabile della assegnazione dei rating ai debiti societari e governativi. Questo avviso rappresenta il sospetto della Sec di un comportamento non etico tenuto dalla società ricevente, ed espone la lista completa delle questioni sotto esame. Il destinatario deve rispondere dando le sue argomentazioni a difesa, e se non lo fa, o se comunque viene giudicato alla fine colpevole, fioccano le multe. Questo procedimento mira a concludersi con una ingiunzione civile, e la Sec potrà infliggere a S&P una pesante punizione pecuniaria sotto forma di risarcimento per i danni materiali procurati, e di richiesta di restituzione delle commissioni incassate in relazione al rating controverso. La Standard & Poor's Ratings Services, in particolare, deve difendersi dall'accusa di aver violato la legge federale sulle emissioni di titoli mobiliari per il rating AAA dato nell'agosto 2007 a una offerta da 1,6 miliardi di dollari di obbligazioni, commercialmente note come Delphinus Cdo 2007-1, sottoscritte per i 3/4 dalla Mizuho International Plc (gruppo finanziario giapponese Mizuho), e gestite dalla Delaware Asset Advisors. La polemica sulla "generosità" delle agenzie di rating nel valutare con addirittura tre A questi debiti costruiti sulla bolla del mattone è annosa: Delphinus crollò al rating spazzatura già a fine 2008. La causa civile avviata ora si aggiunge ad altre iniziative legali della stessa Sec e del dipartimento della Giustizia contro le agenzie di rating e le maggiori banche americane negli Usa, sempre per questi bond. I Cdo, collateralized debt obligations, erano la famiglia di titoli più in voga nella stagione di boom immobiliare del decennio scorso. La loro caratteristica era di essere «garantiti» da assets (beni) «collaterali», come le rate dei mutui o di altri crediti da restituire negli anni a venire. Non era, in sostanza, l'emittente nominale del bond a rispondere del buon fine del credito di fronte agli investitori acquirenti dei Cdo, ma una miriade di altri debitori. Quando i prezzi delle case sono caduti e i mutuatari non hanno potuto o voluto onorare le rate, i Cdo sono diventati titoli «tossici», non più in grado di pagare le cedole né di restituire il capitale. La riduzione, e in molti casi l'azzeramento, del loro valore di libro da parte delle banche che li avevano in portafoglio ha portato ai deficit di bilancio e alla crisi del sistema finanziario, che non è ancora stata superata. Nel comunicare il ricevimento dell'avviso, la McGraw Hill ha aggiunto che sta cooperando con la Sec nelle indagini. Né la società né l'organo di vigilanza federale hanno fornito, fino a ieri, commenti più specifici sulla natura delle accuse. Le due altre maggiori agenzie di rating, Moody's Investors Service, che ha tra gli azionisti Warren Buffett, e Fitch, il cui primo azionista è la società francese Fimalac, hanno detto di non aver ricevuto avvisi dalla Sec riguardante questo o altri Cdo»; secondo articoli di stampa, le procedure interne di una delle principali agenzie di rating internazionale permetterebbero la fuga di notizie sulle decisioni riguardanti la nota delle entità sotto valutazione: è quanto si legge in un rapporto dell'Authority della Borsa statunitense (Sec), nella quale non si specifica di quale agenzia si tratti. Il rapporto, di una ventina di pagine, è il più recente documento della Sec sulle grandi agenzie di rating (Fitch, Moody's e Standard & Poor's); il 2 ottobre 2001, "la Repubblica" ha pubblicato un articolo dal titolo: «Le agenzie di rating nel mirino della Sec "Sono scorrette"». Si legge nell'articolo: «La Securities and exchange commission (Sec) ha pubblicato un rapporto in cui accusa le agenzie di rating di non rispettare i propri codici di autodisciplina, di non gestire in maniera adeguata i conflitti d'interesse e di anteporre il proprio tornaconto economico all'analisi finanziaria. Per quanto pesanti, le accuse mosse dall'autorità che vigila sui mercati americani sono però destinate ad avere un impatto limitato. Per un semplice motivo: la Sec non fa i nomi, limitandosi a dire di avere ravvisato pratiche scorrette in una o più delle tre principali agenzie di rating (Moody's, Standard & Poor's e Fitch) e in quattro dei sette operatori minori del settore. Nel rapporto, la Sec mette in evidenza anche il fatto che tutte e tre le "grandi" agenzie hanno "politiche inadeguate circa il possesso di azioni da parte dei propri dipendenti". Una è anche sospettata di far circolare in una cerchia ristretta di investitori i propri giudizi prima di renderli pubblici», impegna il Governo: ad intervenire, nelle sedi internazionali, per impedire che società private come Standard & Poor's e Moody's, prive della necessaria autorizzazione dell'Esma che le abilita ad operare in Italia, possano continuare imperterrite ad emettere report ad orologeria anche su istituzioni, enti locali e banche italiane per rendere più fertile il terreno alla speculazione, anche in considerazione della meritoria inchiesta della Procura della Repubblica di Trani, avviata sulla base di denunce di Adusbef e Federconsumatori, che registra al momento sei indagati, tra i quali tre analisti della Standard & Poor's e uno di Moody's, oltre ai responsabili legali per l'Italia delle due agenzie; ad accertare ed eventualmente promuovere l'adozione di sanzioni, nelle sedi opportune, per l'eventuale condotta scorretta tenuta in relazione alle transazioni sui mercati azionari ed obbligazionari in conseguenza dell'ultimo report con cui Standard & Poor's ha declassato il debito sovrano italiano da A+ ad A, che potrebbe contenere anche giudizi di natura politica, più che economica, nonché eventuali informazioni privilegiate da parte di alcuni soggetti operanti sui mercati, posto che i titoli di Stato italiani non sembra abbiano subito grandi oscillazioni nella data di diffusione del rapporto, ossia nella giornata di borsa di martedì 20 settembre 2011, mentre al contrario ci sarebbero stati forti oscillazioni nella giornata precedente, e ad accertare quindi se le transazioni sui BTP non possano aver concretizzato il reato di insider trading, aggiotaggio e manipolazione dei mercati; ad accertare ed eventualmente promuovere l'adozione di sanzioni, nelle sedi opportune, per l'eventuale condotta scorretta tenuta in relazione alle transazioni sui mercati azionari ed obbligazionari in conseguenza dell'ultimo report emesso dall'agenzia di rating Moody's, non registrata presso l'Esma, che in data 4 ottobre 2011 ha declassato il rating dell'Italia da "Aa2" ad "A2" con l'outlook negativo; ad adottare ogni misura utile, anche nelle future riunioni del G20, per impedire che una consolidata cricca affaristico-finanziaria, composta da agenzie di rating, banche di affari (in primis Goldman Sachs e JP Morgan), fondi speculativi, in concorso tra loro e con le distratte autorità vigilanti quali Consob ed Esma, possano distillare quotidiane pillole avvelenate sui mercati, per determinare i corsi delle azioni, delle obbligazioni e dei titoli di Stato, con la finalità di conseguire enormi profitti, a scapito dei risparmiatori, delle famiglie e delle piccole e medie imprese, vessati da quelle stesse banche che, con i loro dolosi ed avidi comportamenti, hanno determinato la crisi sistemica e messo a repentaglio la solidità dell'euro e dell'Europa; ad adottare ogni iniziativa necessaria, anche nell'ambito delle prossime riunioni del G20, per promuovere e discutere regole e norme stringenti per un nuovo ordine monetario, che sottragga alla finanza speculativa ed alla dittatura dei cosiddetti mercati un potere enorme su Stati e Nazioni, che vedono limitare la propria sovranità, da una finanza spregiudicata che, dopo aver creato montagne di derivati OTC (per un valore complessivo di 700.000 miliardi di dollari, a fronte di un PIL mondiale di 55.000) scambiati su piattaforme opache, hanno assunto funzioni arbitrarie che non sono nella disponibilità degli oligarchi che alimentano leve finanziarie, swap e CDS, ma dei Governi democraticamente eletti che, se non vogliono assistere alla fine dell'euro e del sogno europeo, devono riacquistare la loro sovranità, su banche di affari, fondi speculativi e banche centrali; ad adottare ogni iniziativa necessaria, nelle opportune sedi europee ed internazionali, per promuovere di concerto con i partners europei la costituzione di un'agenzia di rating europea, alla stregua di altre agenzie pubbliche, come ha fatto Pechino nel 2010 con la nascita della agenzia di rating cinese denominata Dagong; a limitare, nelle opportune sedi internazionali, il potere di entità monopolistiche private, quali Moody's, Standard & Poor's e Fitch, che possono condizionare la politica economica degli Stati sovrani, i quali non devono continuare a dipendere da giudizi di parte, e come tali non sempre affidabili. (1-00560) (14 febbraio 2012)
    Fonte: www.senato.it | vai alla pagina
    Argomenti: agenzie di rating, Coesione Nazionale: GS SI PID IB FI | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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