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SENATO DELLA REPUBBLICA XVI LEGISLATURA 672a SEDUTA PUBBLICA (Pomeridiana)
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(08 febbraio 2012) - fonte: www.senato.it - inserita il 18 febbraio 2012 da 18670
Il Senato, premesso che: i pagamenti nelle transazioni commerciali tra imprenditori privati e tra gli stessi e la pubblica amministrazione in Italia avvengono con ritardi enormi, ormai apertamente in spregio non solo agli usi e consuetudini dei settori produttivi e commerciali ma anche alle clausole previste nei contratti. Quello dei ritardi nei pagamenti non è un problema nuovo. È sempre esistito, ma negli ultimi anni ha assunto una dimensione veramente esagerata; l'Italia è purtroppo al primo posto nella classifica negativa per i ritardi nei pagamenti. Ritardi che per l'intero sistema economico rappresentano un costo quantificabile approssimativamente in 900 milioni di euro all'anno (secondo il rapporto annuale dello European Payment Index). Secondo altre indagini promosse in Italia, circa l'80 per cento delle imprese dichiara di subire ritardi generalizzati nei pagamenti, con relativi aumenti nei tempi medi d'incasso e connessi aumenti dei costi di ricorso al credito. C'è poi il capitolo a parte delle amministrazioni pubbliche, nei confronti delle quali le molte ricerche e indagini svolte dicono che i crediti delle imprese ammontano complessivamente a circa 60-70 miliardi di euro; a fronte del ritardo di un pagamento, avviare un procedimento giudiziario per un'impresa rappresenta un costo immediato per un beneficio incerto e molto dilazionato nel tempo, e quindi non risulta economicamente conveniente soprattutto se si tratta di una piccola impresa. Qui emerge il tema dell'efficienza e dell'efficacia del sistema giudiziario italiano che potrebbe meglio contribuire a favorire la crescita; il fenomeno dei pagamenti in ritardo ha un impatto negativo anche sugli scambi commerciali all'interno dell'Unione europea, in quanto la vendita di beni e di servizi in altri Stati dove i pagamenti sono tardivi e incerti, ancorché membri della UE, viene considerata più rischiosa. E il ricorso a strumenti di assicurazione del credito assorbe una quota notevole del margine di profitto, in particolare per le piccole imprese; i ritardi pesano sempre di più sulla liquidità e sulla solidità finanziaria degli operatori economici coinvolti, arrivando in certi casi a comprometterne la sopravvivenza. Le piccole e medie imprese (PMI) sono le più colpite dal fenomeno dei ritardi dei pagamenti, anche perché, viste le difficoltà di accesso al credito, soprattutto nell'attuale periodo caratterizzato da una crisi economica mondiale, dispongono di risorse finanziarie limitate; la situazione in molti casi è paradossale, perché proprio le PMI, a causa di questo malcostume, non solo subiscono ritardi ripetuti e sempre più frequenti nei pagamenti, ma loro malgrado assumono di fatto il ruolo di finanziatori delle grandi imprese e delle amministrazioni pubbliche, impegna il Governo: a dare un'immediata regolamentazione alla materia dei pagamenti nelle transazioni commerciali, con l'obiettivo, da un lato, di assicurare una giusta tutela alla parte più debole dei contratti, cioè le PMI, e, dall'altro lato, di garantire l'interesse generale rappresentato dal corretto ed ordinato svolgimento dell'attività economica e dalla rimozione di quello che è un vero e proprio freno alla crescita economica, visto che l'economia italiana è caratterizzata da una presenza capillare delle PMI, che ne costituiscono il vero e proprio motore; a garantire che tale regolamentazione sia immediatamente applicabile a tutti i pagamenti derivanti da transazioni commerciali, siano esse tra privati o tra privati e pubblica amministrazione; a recepire le norme europee contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali e contribuire, così, all'attuazione dello «Small Business Act for Europe» (COM(2008)394), il cui obiettivo è la realizzazione di un miglior contesto giuridico ed amministrativo per le PMI; a varare, in definitiva, misure volte a dare un'efficace soluzione alla problematica esposta, tenendo possibilmente anche conto del disegno di legge Atto Senato 2509, presentato il 22 dicembre 2010. (1-00544) (07 febbraio 2012)
Fonte: www.senato.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi