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Dichiarazione di Maurizio SAIA

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN) 


 

SENATO DELLA REPUBBLICA XVI LEGISLATURA 671a SEDUTA PUBBLICA (Antimeridiana)

  • (08 febbraio 2012) - fonte: www.senato.it - inserita il 18 febbraio 2012 da 18670
    Il Senato, premesso che: il business dell'agropirateria internazionale nei confronti dell'agroalimentare made in Italy, il più clonato nel mondo, è impressionante; dai prosciutti all'olio di oliva, dai formaggi ai vini, dai salumi agli ortofrutticoli è un continuo di falsi e di tarocchi che rischiano di provocare danni rilevanti non solo ai nostri prodotti Dop (denominazione di origine controllata), Igp (indicazione geografica protetta) e Stg (specialità tradizionale garantita), che rappresentano la punta di diamante del made in Italy nel mondo, ma all'intero sistema agroalimentare; il fenomeno dell'agropirateria, che genera un volume d'affari pari a poco meno della metà dell'intero valore della produzione agroalimentare made in Italy e provoca un danno da circa 3 miliardi di euro alla produzione agricola italiana, sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti. Ormai non c'è più da stupirsi nel ritrovare, anche attraverso Internet , il prosciutto di Parma, il grana padano e il parmigiano reggiano prodotti in Argentina, in Australia o, addirittura, in Cina; gli "agropirati" si camuffano dietro le sigle più strane e singolari. Si va dal Parmesao (Brasile) al Regianito (Argentina), al Parma Ham (Usa), al Daniele Prosciutto & company (Usa), dall'Asiago del Wisconsin (Usa) alla Mozzarella Company di Dallas (Usa), dalla Tinboonzola (Australia), alla Cambozola (Germania, Austria e Belgio), al Danish Grana (Usa). Basti pensare che solo negli Stati Uniti il giro d'affari relativo alle imitazioni dei formaggi italiani supera abbondantemente i 2 miliardi di dollari. E il danno, purtroppo, è destinato a crescere, visto che a livello mondiale ancora non esiste una vera difesa dei Dop, Igp e Stg, che comprendono formaggi, oli d'oliva, salumi, prosciutti e ortofrutticoli; una difesa di tali prodotti non significa soltanto la tutela di un patrimonio culturale, dell'immagine stessa dell'Italia, ma anche la valorizzazione di un settore economico che ha un fatturato al consumo di 8,851 miliardi di euro ed un export di 1,844 miliardi di euro. Prodotti che, inoltre, danno lavoro, tra attività dirette e indotto, a più di 300.000 persone e che rappresentano una risorsa insostituibile per l'economia locale, in particolare per alcune zone marginali di montagna e di collina che, altrimenti, non avrebbero molte altre possibilità di sviluppo; insomma, l'Italia è la più colpita dalla contraffazione, dall'agropirateria, dai falsi d'autore dell'alimentazione. Nel Paese si realizza più del 21 per cento dei prodotti a denominazione d'origine registrati a livello comunitario. A questi vanno aggiunti gli oltre 400 vini Doc (denominazione di origine controllata), Docg (denominazione di origine controllata e garantita) e Igt (indicazione geografica tipica) e gli oltre 4.000 prodotti tradizionali censiti dalle Regioni e inseriti nell'Albo nazionale. Una lunghissima lista di prodotti che ogni giorno, però, rischia il "taroccamento"; la tutela delle denominazioni d'origine e delle indicazioni geografiche è anzitutto garantita dal regolamento (CE) n. 510/2006, del Consiglio, del 20 marzo 2006, che esplicitamente vieta: a) qualsiasi impiego commerciale diretto o indiretto di una denominazione registrata per prodotti che non sono oggetto di registrazione al fine di sfruttare la reputazione della denominazione protetta; b) qualsiasi usurpazione, imitazione o evocazione; c) qualsiasi altra indicazione falsa o ingannevole relativa alla provenienza, all'origine, alla natura o alle qualità essenziali dei prodotti (articolo 13); il decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 297, prevede sanzioni amministrative pecuniarie per contraffazione e usurpazione di Dop e Igp, uso di indicazioni false o ingannevoli e qualsiasi comportamento o prassi idonee a ingannare sulla vera origine dei prodotti. A tali sanzioni è aggiunta anche la pena accessoria dell'inibitoria, la cui inosservanza è punita con una sanzione amministrativa pecuniaria di 50.000 euro; la contraffazione o alterazione di Dop e Igp costituiscono anche illeciti penali. La legge n. 99 del 2009 ha inserito nel codice penale l'articolo 517-quater: "chiunque contraffà o comunque altera indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari" è responsabile del delitto di "contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari" ed è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a 20.000 euro. "Alla stessa pena soggiace chi, al fine di trarne profitto, introduce nel territorio dello Stato, detiene per la vendita, pone in vendita con offerta diretta ai consumatori o mette comunque in circolazione i medesimi prodotti con le indicazioni o denominazioni contraffatte". Inoltre, le Dop e Igp sono tutelate anche dal decreto legislativo n. 30 del 2005, il cosiddetto codice della proprietà industriale. Gli articoli 29 e 30 garantiscono protezione alle denominazioni di origine e alle indicazioni geografiche vietandone l'uso ingannevole o falso e lo sfruttamento indebito della loro reputazione, impegna il Governo: a rafforzare ulteriormente le politiche di tutela e di controllo alle dogane volte a bloccare l'ingresso di prodotti falsati che inducono in inganno i consumatori, creando un danno alle imprese e, più in generale, all'economia del Paese; ad adottare le opportune iniziative tese ad avviare specifiche campagne informative nelle scuole di istruzione primaria e secondaria sulla gravità del fenomeno della contraffazione, rafforzando al contempo gli strumenti di sensibilizzazione dei consumatori italiani utilizzati sino ad oggi dalle istituzioni pubbliche; ad individuare specifici indirizzi per sostenere il made in Italy e per promuovere l'immagine dell'Italia all'estero, anche attraverso l'implementazione di strumenti efficaci a contrastare gli abusi di mercato e la contraffazione a garanzia delle imprese e a tutela dei consumatori, valutando altresì l'opportunità di incrementare le risorse finanziarie attualmente previste dalla decisione di bilancio 2011 per sostenere la lotta alla contraffazione, pari a soli 0,9 milioni di euro. (1-00542) (07 febbraio 2012)
    Fonte: www.senato.it | vai alla pagina
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