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Dichiarazione di Giuseppe TASSONE
Articolo pubblicato sulla rubrica 'Sotto la veranda' dalla rivista 'Il Campeggio italiano'
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(11 agosto 2011) - fonte: sito web personale - inserita il 11 agosto 2011 da 19918
Edward Bulwer-Lytton scrittore, drammaturgo e politico britannico dell’Ottocento, molto popolare nel suo tempo, oltre a coniare alcune espressioni che sono rimaste nell'uso comune, come "la penna è più potente della spada" e il celeberrimo "era una notte buia e tempestosa", sosteneva che “la vita sarebbe abbastanza divertente se non fosse per i suoi divertimenti”.Frase questa che mi pare assolutamente in linea con la stagione che stiamo vivendo: l’estate rappresenta il momento clou dell’anno, quello nel quale, per le vacanze e per la temperatura, si vanno a cercare luoghi di svago, tra questi sagre e feste di paese appaiono tra i più gettonati.
Le feste di paese, che consentono d’inserirsi in ambienti territoriali diversi, costituiscono momenti di forte richiamo, anche ad alta valenza turistica. Sarebbe forse giusto usare il condizionale, perché, in troppi casi, per una malcelata ricerca della novità o di un modernismo mal riposto, troppe tradizioni sono state messe affettatamente da parte per far spazio ad improbabili ed improponibili “nuove proposte” che hanno allontanato molte persone più che richiamarne delle altre.
Scrivo questo, proprio pensando all’affermazione di Edward Bulwer-Lytton che mette, è il caso di dirlo, il dito nella piaga.
La tradizione, nelle feste di paese, rappresenta il valore aggiunto, la capacità di coniugare il passato con la sua storia ed i suoi valori ad un presente che, per fortuna, è in continua mutazione. Ma chi non ha memoria del passato, non ha futuro, questo occorrere tenere ben presente.Andar per sagre costituisce una delle peculiarità per il turismo italiano: consente un’immersione in realtà diverse, la possibilità di frequentare persone, di udire dialetti dissimili, di gustare piatti e bevande che non si conoscono. Un sistema turistico che mette tutto il territorio a disposizione, coniugando il presente delle attività economiche e culturali col passato delle tradizioni folcloristiche ed enogastronomiche: valorizzare il lavoro di tanti volontari, che agiscono in associazioni e comitati, significa dare una mano al turismo anche in località ai margini dai grossi flussi ed escluse dai tour organizzati. A patto che si sappiano proporre momenti di genuinità e di vera tradizione: il rischio che si corre, altrimenti, è quello di scopiazzare dalle grandi città e dai loro “mega eventi” e le scopiazzature, lo si sa, sono sempre peggiori degli originali, se non altro perché non si posseggono altrettanti mezzi economici.
I mesi estivi sono davanti a noi e le feste di paese si prolungheranno fino all’autunno avanzato: nel raggio di poche decine di chilometri, qualunque sia la nostra residenza, si alterneranno manifestazioni, feste, divertimenti: frequentarli farà bene allo spirito e darà anche una mano a quanti lavorano per un turismo sostenibile e diverso in grado di aiutare gli ottomila comuni italiani che non saranno a “grande vocazione turistica”, ma che, per le loro bellezze storiche, paesaggistiche ed architettoniche, o per alcune peculiarità enogastronomiche sono in grado di rispondere positivamente alle attese della gente ed aprire il proprio territorio ad un turismo attento e non devastante.
Andiamo dunque per sagre, con un occhio attento ai programmi ed alle proposte: non si tratta di un turismo di seconda serie, anzi può rappresentare il futuro per tante località e per tante attività artigianali e commerciali che danno lustro al nostro Paese e meritano di essere conosciute.
Beppe Tassone
Fonte: sito web personale | vai alla pagina » Segnala errori / abusi