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Dichiarazione di Francesco Pastore
Pianifichiamo la cultura, facciamo una Barsa dello spettacolo
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(29 luglio 2011) - fonte: barletta live - inserita il 29 luglio 2011 da 31
“Immaginate un palazzo che cominci, a piano terra, con un attico e finisca ergendosi fino all’ultimo piano ospitando lassù i box auto. Sarebbe assurdo, pericoloso, incomprensibile e non ci si potrebbe vivere se non molto in basso e per poco tempo. Sarebbe, nella migliore delle ipotesi, un edificio da capovolgere al più presto onde evitare il peggio, il crollo, ci vorrebbe una ri-voluzione per rimediare alla involuzione di pensiero e di azione dei progettisti che l’avessero realizzato”.“In queste stesse condizioni appare essere oggi la politica nella nostra città, interpretata e vissuta anteponendo la parte finale a quella primaria, le cariche alle questioni più importanti, le urgenze del presente e le scelte strategiche per progettare il futuro, le persone alla domanda di governo cittadino dei barlettani. Se questo accade, se la politica, da piazza virtuale per il governo condiviso di uno spazio comune, diviene luogo inaccessibile, fucina di segreti accordi fra pochi, famelici di gestire una porzione di potere distogliendola dalla sua dimensione giusta, quella dello spazio pubblico e condiviso, intendendola come propria, non ci sarà mai accordo, non ci saranno mai poltrone sufficienti e porzioni abbastanza grandi da spartire per “accontentare” tutti”.
“Bisogna, dunque, abbattere questo abuso edilizio della politica, questa disfunzione e costruire, ricostruire uno spazio comune, rimettere al centro il dibattito sulla polis suggerisce Pastore - . La politica non può avere quale oggetto della sua azione e delle sue riflessioni se stessa e chi la rappresenta, non può essere autoreferenziale, deve ripartire dai temi importanti, magari da risultati già raggiunti, in parte, ma migliorabili”.
“L’amministrazione Maffei, negli ultimi cinque anni ha mostrato una gran capacità nel settore cultura, spettacoli, teatro. È possibile, però, fare meglio, magari ascoltando e confrontandosi con gli operatori locali del settore. I lavoratori del teatro “Curci”, per esempio, riuniti in un’Ati che eroga servizi anche ad altri beni di interesse storico – architettonico, come il castello, affrontano da anni e costantemente una gara per essere riconfermati in tale ruolo e nei loro posti di lavoro, in una precarietà costante e non congrua e riconoscente della professionalità di queste persone, professionalità acquisita sul campo e confermata dai risultati”.
“Poi – continua il presidente del Consiglio comunale - ci sono gli operatori artistici che, con grande efficacia, anche loro da anni, organizzano rassegne, festival, manifestazioni. Si affidano a programmazioni e sostegni interistituzionali, bandi e gare da prendere al volo, richieste di sostegni sui quali forse poter contare. In questo modo è difficile programmare. Al pari dei lavoratori dell’Ati, per esempio, il gruppo teatrale de La Tana, nell’ambito del programma regionale “Teatri abitati”, raggiunge ottimi risultati, sia di pubblico sia di critica, ma non è appannaggio del comune”.
E ancora: “Poi c’è l’onerosa iscrizione al Teatro pubblico pugliese. Perché, invece, non pensare di valorizzare le risorse locali, di fare rete, di creare un regolamento comunale del settore per dare certezze alle modalità di accesso agli spazi e alle risorse comunali?”.
Quindi “perché non offrire agli operatori del settore che negli anni si sono affermati, anche fuori dalla nostra città, pur provenendone, la possibilità di pianificare, con convenzioni pluriennali, in maniera strategica una politica delle arti e dello spettacolo in città, visto che allo stato attuale delle cose, il comune sconta un costo oneroso per un direttore artistico che, di fatto, lavora part time, con i conti che non tornano, visto che si devono intercettare ulteriori risorse a fine esercizio?”
Ecco quindi la proposta: “Perché non dare vita ad un ente di gestione pubblico privato, con autonomia di bilancio e di pianificazione? A una sana Barsa dello spettacolo? “.
“Anche questo, però, deve emergere da un cambiamento profondo nel modo di fare politica, deve essere la naturale conseguenza della riflessione sul ruolo della politica, una riflessione pubblica. Su questo mi piacerebbe sollecitare un dibattito ampio, franco, costruttivo a più voci che consenta l’emergere di soluzioni differenti fra le quali fare e trovare la sintesi migliore possibili, un dibattito che diventi esemplare al di là del suo aggetto – conclude Pastore - che faccia metodo per affrontare anche altri importanti temi che riguardano la nostra città”.
Fonte: barletta live | vai alla pagina » Segnala errori / abusi