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Il rigore nei Patti di Stabilità non basta, servono investimenti
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(03 marzo 2011) - fonte: patriziatoia.eu - inserita il 03 marzo 2011 da 15492
"Da settimane ormai la situazione economica e finanziaria in Europa si va aggravando e nubi abbastanza scure stanno all’orizzonte; la debole crescita (tranne che in Germania), prima le difficoltà di bilancio della Grecia (affrontata con ritardo e con troppa fatica), oggi il rischio finanziario che attacca l’Irlanda e rischia di allargarsi, per un micidiale effetto domino, al Portogallo e forse anche ad altri Paesi, scatenando una bufera finanziaria che investe banche e bilanci degli Stati.E in tutto questo scenario un’Italia che comincia anch’essa a mostrare troppi “scricchiolii” e, come altri Paesi, potrebbe essere preda e terra di assalto della speculazione finanziaria perché i mercati,privi di regole preventive, sono sempre pronti all’attacco dei Paesi più fragili.
Crescenti sono le tensioni sull’euro e ormai esplicito (ne ha parlato anche Van Rumpuy, è l’allarme sulla tenuta stessa dell’euro, anche se, forse, una maggiore temperanza verbakle sarebbe opportuna.
Ma non solo di crisi economica e finanziaria si tratta: appare evidente a tutti che è anche crisi di forza istituzionale, cioè di regole e di strumenti e soprattutto di leadership politica che si traduce in un indebolimento della già fragile coesione economica dell’Europa", scrive l'Eurodeputata Pd Patrizia Toia in un editoriale.
"E per questo la risposta deve essere soprattutto politica: sarà il governo economico dell’Europa, sarà una decisione del Consiglio che veda gli Stati membri decisi a conferire forza all’Unione, sarà quello scatto di un di più di integrazione europea, di un di più di solidarietà tra gli Stati, di un di più di unità che ci potrà far imboccare al strada giusta e utile governare, superandole, le difficoltà. Altrimenti, altrimenti… è anche difficile da dire la parola che racchiude il possibile esito del grande progetto europeo.
Naturalmente più integrazione, più visione unitaria significano obiettivi chiari e concreti che devono essere accompagnati dagli strumenti adeguati. L’Europa ha troppo difettato, in passato, di concretezza e di cura nella predisposizione degli strumenti. Ha avuto, anzi, in certe fasi, un’enfasi verbale inversamente proporzionale alla forza degli strumenti necessari. E anche questo ha spesso nuociuto all’efficacia delle proposte del progetto europeo e alla percezione della sua utilità presso i cittadini.
Governo economico vuol dire una responsabilità unica e condivisa (ad esempio il Ministro europeo dell’economia), vuol dire una strategia comune, norme cogenti per tutti i Paesi (non vaghi coordinamenti), parametri rigorosi, regole finanziarie, meccanismi per la gestione del debito, autorità forti e comuni per il controllo e la vigilanza, vuol dire armonizzazioni delle politiche fiscali, vuol dire risorse comuni e sufficienti", conclude Patrizia Toia.
Fonte: patriziatoia.eu | vai alla pagina » Segnala errori / abusi