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Dichiarazione di Paolo FERRERO


 

«Il Brasile è un Paese indipendente, dobbiamo rispettare le sue scelte» - INTERVISTA

  • (31 dicembre 2010) - fonte: la Repubblica - Goffredo De Marchis - inserita il 31 dicembre 2010 da 31

    «Il Brasile è un grande Paese. Che ha fatto un percorso straordinario di democratizzazione. Dal quale dovremmo prendere lezioni anziché darle». Il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero parte da qui per difendere la decisione che Luis Ignacio Lula da Silva prenderà sull'estradizione di Cesare Battisti.

    Sta proteggendo un pluriomicida, segretario Ferrero, visto che la decisione pende verso la libertà di Battisti?

    «Assolutamente no. Non ho mai ritenuto né di difendere né di condannare Battisti. Sto parlando del Brasile, di una nazione alla quale mi sembra che sia la destra sia il Partito democratico stanno tirando la giacchetta con un retropensiero evidente. Io penso che sia l'esecutivo sia le forze politiche, tutte le forze politiche, dovrebbero rispettare di più uno Stato come quello sudamericano».

    Qual è questo retropensiero?

    «Noto un certo atteggiamento dell'inquilino del piano di sopra che guarda con superiorità il vicino del piano di sotto. Come se il Brasile fosse un Paese di serie B, un luogo del Terzo mondo. E per questo motivo sia quasi naturale attendersi un pronunciamento secondo le nostre regole non secondo le sue. È un atteggiamento inaccettabile che peraltro non abbiamo verso altri Paesi europei. Penso alla Francia, prima di tutto. Ed altri Paesi e continenti, dove si nascondono terroristi neri, per esempio. Su queste situazioni silenzio, su questi governi nessun pressing asfissiante. Si fa finta di nulla».

    Lei però dice che in fondo è colpa nostra se il Brasile decide per il no al rientro di Battisti in Italia. Avremmo dovuto trovare una soluzione politica agli anni di piombo.

    «Ma non perchè sia innocentista. Da più parti in tutti questi anni si è invocata una via d'uscita per chiudere quella stagione. Da sinistra, ma ricordo bene anche la posizione di Francesco Cossiga. Invece niente. E la scelta di non approfondire questo tema ha creato il paradosso di un passato che non passa. Ecco perché dico: non scarichiamo su Lula e il Brasile, che ci potrebbe dare lezioni di democrazia, problemi tutti nostri».

    Se ci fosse il no brasiliano, il governo dovrebbe fare ricorso?

    «Deciderà il governo. Vediamo come si pronuncia il presidente Lula poi si potrà fare una scelta».

    Fonte: la Repubblica - Goffredo De Marchis | vai alla pagina

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