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Dichiarazione di Cesare DAMIANO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

FIAT: NIENTE SCIOPERI IL SABATO SE MARCHIONNE GARANTISCE

  • (25 ottobre 2010) - fonte: http://cesaredamiano.wordpress.com - inserita il 10 novembre 2010 da 12104
    Si’ alla limitazione degli scioperi, se c’e’ un patto sociale di produttività. Cesare Damiano, ex segretario della Fiom e capogruppo del Pd in commissione Lavoro, raccoglie un lungo applauso della platea di Areadem a Cortona quando invita il partito democratico “a mettere da parte ipocrisie e tatticismi” sulla questione dei rapporti tra capitale e lavoro. Nella citta’ toscana, i Democratici discutono della sfida di Marchionne, e della vertenza Pomigliano che ne e’ il casus belli. Per Cesare Damiano, quello dello stabilimento campano non e’ un modello perseguibile. “Accettiamo la sfida della Fiat, ma non alle condizioni di Marchionne- dice- perche’ non e’ dividendo i sindacati o licenziando i delegati che si accresce la competitivita’”. Fiat vuole “fare di Pomigliano un modello, e a Melfi questo sta gia’ avvenendo, visto che hanno ridotto la pausa per i lavoratori da 40 a 30 minuti”. Ma il Pd, osserva Damiano, deve opporsi e affrontare la sfida di Marchionne sulla governabilita’ e sulla competitivita’ delle aziende, chiedendo in cambio precise garanzie. “Io sono pronto ad andare dagli operai- aggiunge- e dire che va bene la riorganizzazione del lavoro, va bene la mensa a fine turno, vanno bene anche i 18 turni ma in cambio Marchionne deve dire che non delocalizza le imprese, che investe sull’auto in Italia, garantisce l’occupazione e mette risorse sulla formazione specialistica degli operai. Di piu’: se Marchionne “da’ garanzie e si profila in questo modo un patto sociale sulla produttivita’, per cui garantisce ad esempio “il raddoppio degli investimenti’”, dice Damiano, “il sindacato deve garantire che senza toccare il diritto costituzionale, non ci sara’ un solo minuto di sciopero il sabato. E lo dice uno che negli anni ’70 qualche sciopero il sabato l’ha fatto, inventandosi anche qualche scusa. Ma ora- conclude- quella roba li’ non si puo’ piu’ fare”. Anche perche’ la partita, dice Damiano, “e’ enorme, ed e’ in gioco il futuro dell’auto”. E anche sulla flessibilita’, aggiunge ancora, “in Italia non puo’ essere spinta oltre, perche’ il nostro sistema l’ha usata a tal punto da ridurre la competitivita’ stessa delle imprese. Di flessibilita’ si muore”, sottolinea. Il capogruppo del Pd in commissione lavoro, affronta poi il nodo dei rapporti tra partito e sindacato. I Democratici, dice, devono “affrontare di petto il tema della divisione sindacale, perche’ li’ si gioca una parte importante del futuro stesso del Pd”. Damiano e’ netto: “Io mi sono stancato- spiega- del turbamento costante che si genera ogni volta che la Cgil, o la Fiom, o la Cisl e la Uil annunciano una manifestazione”. Un partito non aderisce a nessuno sciopero ma “partecipa sulla base della sua piattaforma. Io- aggiunge- sono andato a sgambettare al corteo della Fiom perche’ li’ c’erano i nostri lavoratori. Abbiamo un dovere di presenza e di ascolto. Basta con l’ipocrisia e l’incertezza, altrimenti siamo condannati a subire l’invasione di Vendola e Di Pietro”. Infine Damiano torna sulla proposta di Areadem per la partecipazione degli operai alla gestione aziendale. “Non spaventiamo i piccoli imprenditori, che magari penseranno ‘oddio questi mi portano via la fabbrica’. Stiamo parlando dei grandi gruppi e della presenza dei lavoratori nei comitati di sorveglianza”.
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