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Dichiarazione di Vittorio Pirotta

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Vaprio d'Adda (MI) (Gruppo: Altro) 


 

ordinanza acqua potabile: di cosa stiamo parlando?

  • (09 settembre 2010) - fonte: Progettiamo Vaprio - inserita il 10 settembre 2010 da 11324
    9 settembre 2010 | vittorio.pirotta | Ambiente ORDINANZA ACQUA POTABILE – DI COSA STIAMO PARLANDO? Non so quante persone abbiano letto l’ordinanza emessa dal comune sull’uso dell’acqua nei mesi estivi. Neppure quante, dopo averla letta, la considerino una cosa seria e la rispettino o vi si attengano solo per il rischio sanzionatorio in essa affermato. Premetto che è pienamente condivisibile il principio di contenimento degli sprechi e non solo nella stagione estiva e nelle ore determinate. Appartengo ad una generazione che non ha vissuto direttamente quei tempi, ma ha avuto genitori che non avevano l’acqua corrente e la prendevano dal pozzo, ho qualche immagine di donne che lavavano nel naviglio. Ricordo i racconti, di quando i loro genitori profetizzavano: “arriverà il giorno in cui dovremo pagare anche l’acqua che beviamo” (che fatica oggi cercare di far riconoscere il diritto al quantitativo vitale minimo gratuito). Grandi interessi si muovono intorno a questo elemento primario e grandi difficoltà a contrastarli. Ho vissuto i tempi della crisi dei pozzi, inquinati dall’atrazina e da altri elementi prodotti dal progresso incontrollato, quando si andava in altre zone, in altri paesi, a prendere l’acqua potabile o si cucinava con l’acqua in bottiglia. Non ho mai saputo considerare l’acqua come un bene eterno, certo, infinito. La magia che sgorga e sgorgherà per sempre dal rubinetto che basta aprire. Seppur mi sono abituato a questa grande comodità e prezioso dono. Nonostante abbia più volte posto dei quesiti in merito, durante le scelte di sviluppo urbanistico adottate da questa amministrazione, ammetto di essere diventato più attento, determinato e consapevole, condizionato da questi mesi passati in un paese dove la vita è scandita da piogge o siccità. Dove si prende l’acqua da un pozzo, se va bene e se non si prosciuga, o dal fiume se non è in secca altrimenti si va a cercarla, con un secchio, dove se ne trova e se ne fa uso, in qualunque condizione sia. Ho visto reali i racconti dei nonni e i miei genitori da piccoli. So benissimo qual è la nostra fortuna di nascita e quanta indifferenza possiamo permetterci di fronte a questo argomento. Ciò nonostante e con occhio da occidentale e perché no, anche un po’ qualunquista, vorrei leggere questa ordinanza e fare qualche osservazione in libertà. Leggiamo l’ordinanza sull’uso dell’acqua. Ci sono elementi in questa ordinanza che suscitano perplessità, considerazioni e domande, più o meno irriverenti o più o mene serie. Si scrive: “.. negli ultimi anni si è assistito localmente ad una significativa riduzione delle riserve idriche sotterranee, con abbassamento delle falde e diminuzione delle portate utilizzabili dai pozzi”!! Mah dai !? e chi l’avrebbe mai immaginato. Eravamo in 6000 abitanti, ora siamo 7500 e arriveremo, con le ultime scelte urbanistiche, sopra ai 10.000 se ognuno avrà a disposizione 50 mq di casa, più realisticamente a 12.000 quando tutto sarà realizzato e venduto. Come mai sarà che le riserve idriche creano qualche problema? Consideriamo solo i “bisogni”. Senza calcolare chi ha problemi di prostata o beve un po’ (ma questi sono “poco presenti ed educati” e la fanno anche per strada o senza tirare l’acqua, vien quasi da dire per fortuna) e il gruppo stitici, mediamente li facciamo 5 volte al giorno. Ogni volta pigiamo quel tastino fantastico che butta alcuni litri d’acqua e spazza via tutte le nostre nefandezze e ….. se non va giù ….. basta aspettare un attimo e …. un’altra pigiatina. Vogliamo metterci tutto il resto? ma no, non ne val la pena, cosa sarà mai. La cosa che mi infastidisce è che quando chiedevo, in mezzo ai deliri sul fantastico progresso generato dallo sviluppo urbanistico, almeno di mettere nelle norme tecniche di costruzione l’obbligo di dividere le acque, di prevedere il recupero di quelle piovane da dirottare in serbatoi ed utilizzare per i bagni, il riscaldamento, l’irrigazione o ero guardato come uno zombi o scaturivano i commenti più vari, tipo: “Ma sai cosa vuol dire questo per un costruttore?…. E a quanto deve venderle le case?….” Le Norme Tecniche? Le modificheremo in seguito (forse in seguito, molto in seguito), uniformandole a quelle degli altri comuni, si sa come va la concorrenza. Ora mi chiedo ma quando saremo il bel paesone che ci apprestiamo a diventare cosa succederà? Ci penserà il CAP o chi per esso? Arriverà l’acqua da altri pozzi, di altri paesi che stanno costruendo come noi? Si cercheranno falde ancora più profonde delle attuali. Ma si, una soluzione ci sarà …. forse ….. Al massimo un po’ di razionamento … o magari … i rincari tariffari saranno la soluzione invocata come più idonea al contenimento dei consumi. A parte poi il fatto che chi ha un minimo di cultura contadina non si mette ad innaffiare gli orti e i prati a mezzogiorno, viene da chiedersi cosa cambia nell’economia generale se l’irrigazione o il riempimento delle piscine avviene prima delle 7 o dopo le 21? (Attenzione, se fai i turni di notte e magari ci impieghi un’oretta per andare al lavoro, per una settimana, se non metti un maledetto impianto di irrigazione automatico, quando bagni i pomodori, sei un fuorilegge). E’ un problema di uso contemporaneo? In un periodo in cui, anche con la crisi, oltre il 30% della popolazione va in ferie? Quando saremo in 10.000 ed oltre? Un problema stagionale? Ci sono altre stagioni con precipitazioni inferiori di alcune estati. Esiste il problema delle falde o è una panzana? Se non è una panzana, questo è l’unico provvedimento? Nessun’altra programmazione? Perché è da criminali bagnare l’orto che per alcuni rappresenta, oltre ad un hobby, una riserva alimentare a basso costo, o i fiorellini, spesso pagati uno sproposito “anche mediante impianti automatici” e no farsi 10 docce o sguazzare tutti i giorni in una Jacuzzi da 250 litri? E permettetemi …. le piscine “anche non fisse”. Sono molto curioso. Voglio vedere le buste paga dei dipendenti comunali e delle cooperative che ad es. hanno gestito il nido estivo o le altre iniziative organizzate dal comune. Voglio vedere le ore di straordinario che hanno pagato ai dipendenti che andavano prima delle 7 e dopo le 21 a riempire le piscine dove sguazzavano tutti i giorni i bambini. Oh, non si sa mai. Ligi alle ordinanze è anche possibile che, dal 1 giugno, non abbiano mai cambiato l’acqua delle piscine. O forse le regole non valgono per tutti. Chi tiene i figli a casa e non va in luoghi di villeggiatura, se non rispetta gli orari … multa … e se si ha un bambino che molla un po’ di cacca in piscina … aspetta dopo le 21 a cambiare l’acqua. Sono curioso di sapere se è stata data qualche multa. Ma si sa in Italia le leggi, le ordinanze non sono una cosa seria, siamo in questo molto tolleranti, sono fatte per non essere rispettate e anche chi ne affida ad altri la scrittura, probabilmente nemmeno ben comprende qual è il vero problema. E’ un dovere, una prassi, una consuetudine, un’incombenza che si delega, non riguarda l’amministrare un paese. Abbiamo l’intelligenza di sapere, vagamente, che qualcosa è o può diventare un problema ma non l’attenzione ai problemi, l’impegno a trovare soluzioni. Ma va bene così, continuiamo a prenderci per i fondelli, mettendo in pace le coscienze con belle ordinanze farlocche.
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