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Dichiarazione di Pietro MARRAZZO

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Lazio (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE))  - Consigliere Regione Lazio (Gruppo: Lista civica P. Marrazzo per il PD) 


 

«Io sono la vittima ma non mi dimetterò»

  • (24 ottobre 2009) - fonte: L'Unione Sarda - inserita il 24 ottobre 2009 da 31

    Piero Marrazzo non ha dubbi e, come ha fatto in diverse occasioni in questi oltre quattro anni di governo del Lazio, lo dice scandendo le parole: io sono la vittima.

    Ma la bufera che si è abbattuta su di lui, sulle imminenti elezioni regionali per le quali lui è stato il candidato ufficiale, e sull'ancor più ravvicinato appuntamento della resa dei conti del Pd, con la scelta domenica della leadership del partito, rende la vicenda della tentata estorsione «surreale» per usare le parole lette con la voce rotta dall'emozione dallo stesso Presidente.

    «Vittima» di un complotto per infangare sia l'uomo, la sua storia personale e professionale, sia il Presidente di una Regione, il Lazio, agli onori delle cronache nazionali per quasi tutta la legislatura per deficit sanitari fuori controllo ereditati ma affrontati, per lo sfiorato rischio emergenza rifiuti superato e, però, anche una granitica coesione dell'esecutivo dove tutt'ora convivono diverse anime della sinistra e recentemente riequilibrato non senza tensioni proprio all'interno del Pd.

    Marrazzo, durante quella che ricorderà come la sua giornata più lunga, fatta di «amarezza e sconcerto», ha ricevuto attestati di stima e solidarietà da tutti gli esponenti delle tre mozioni Pd e in particolare dai tre candidati:
    da Dario Franceschini: «un vicenda che parla da sola. Ci sono già stati provvedimenti dell'autorità giudiziaria, i ricatti vanno condannati e puniti»;
    a Pierluigi Bersani per il quale Marrazzo deve continuare «serenamente a svolgere, come ha fatto finora, il suo lavoro, sapendo che può contare sull'affetto e la stima di tutti noi»;
    ad Ignazio Marino che trova «inquietante che ci troviamo di fronte ad attività di spionaggio e di ricatto portate avanti da alcune mele marce tra le forze dell'ordine».

    Il presidente si è presentato ai cronisti per dire che «pur con grande amarezza, continuerò con serenità e determinazione il mio lavoro fino all'ultimo giorno della legislatura», ma anche che ha «una famiglia alla quale tengo più di ogni altra cosa e che voglio preservare con tutte le forze».
    Del futuro non ha parlato e non parla.

    Fonte: L'Unione Sarda | vai alla pagina

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