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Pier Luigi BERSANI in data 18 settembre 2008
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Andrea MARTELLA in data 17 settembre 2008
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Valter VELTRONI in data 07 settembre 2008
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Andrea ORLANDO in data 05 settembre 2008
Mutui, nessun risparmio per la famiglie.
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(05 settembre 2008) - fonte: Il Secolo XIX - inserita il 24 settembre 2008 da 3299
In questi giorni molti cittadini, intestatari di mutui ipotecari a tasso variabile, stanno ricevendo dalle loro banche proposte di rinegoziazione di detti mutui, attraverso la possibilità di passare al tasso fisso. «Sarà una boccata d’ossigeno per le famiglie», aveva annunciato il ministro Tremonti, commentando il decreto legge 27-05-2008 n.93, approvato rapidamente dal governo Berlusconi e finalizzato «a salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie». La misura sui mutui è stata ambiguamente presentata come un risparmio per la famiglie. Bisogna chiarire che tale provvedimento offre agli intestatari di mutui a tasso variabile la trasformazione al tasso fisso, utilizzando il livello medio dei tassi del 2006. Tuttavia, la differenza tra il mutuo attuale e quello ricontrattato non sarà risparmio reale, poiché verrà addebitata al mutuatario, con i relativi interessi, su un Conto di Finanziamento Accessorio. Credo sia doveroso segnalare questo aspetto non chiarito dal Governo, che ha fatto apparire il provvedimento come risparmio per le famiglie. In tutto ciò c’è un ulteriore elemento di gravità. Infatti già Bersani aveva normato la possibilità dei cittadini di rinegoziare i mutui con le banche o di trasportare il proprio mutuo ad un’altra banca in grado di offrire condizioni migliori. Si sarebbe dovuto proseguire su quella strada, aumentando un’effettiva concorrenza tra le banche e, davvero, un reale risparmio per la famiglie. Quello che oggi appare come condizione di favore per le famiglie è in realtà un gigantesco regalo alle banche, che vedono così aumentato per quantità e tempo i loro crediti e facilitate le condizioni per realizzare accordi di cartello, cioè intese tra soggetti che invece dovrebbero essere tra loro concorrenti.
Fonte: Il Secolo XIX | vai alla pagina » Segnala errori / abusi