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Azzerate le comunità montane della Toscana
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(31 luglio 2008) - fonte: Il Tirreno - inserita il 31 luglio 2008 da 2746
FIRENZE. Ieri (fino a un mese fa, per capirci) le comunità montane in Toscana erano venti. Oggi, dopo l’approvazione a fine giugno della legge di riordino della Regione Toscana, sono quattordici (sei in meno). Domani, se verrà approvata la Finanziaria del governo Berlusconi, rischiano di rimanerne solo due: la Garfagnana e l’Appenino pistoiese. Addio comunità montane, tanto criticate (per gli eccessi), ma anche amate e strenuamente difese dai sindaci della montagna? «Sì, il pericolo è concreto. Infatti la manovra finanziaria, approvata alla Camera e ora al vaglio del Senato, di fatto cancella le Comunità montane della Toscana», è l’allarme lanciato dal senatore del Pd Andrea Marcucci. Che aggiunge: «Si crea un danno enorme ai piccoli comuni e ai servizi ai cittadini. Le Comunità montane infatti in molte zone della nostra regione gestiscono attività fondamentali per i residenti». La proposta di Tremonti. Tutto è partito dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che un mese fa ha proposto di chiudere i battenti delle comunità montane, giudicate enti inutili e spreconi. Meglio risparmiare, trasferendo a Comuni e Province i servizi oggi svolti dalle Comunità montane, ha proposto il ministro. Proposta che non è passata: troppo pesante anche per il Pdl. Così è stata trovata una soluzione più soft: niente cancellazione di imperio, ma assegnazione dei fondi statali solo a quelle Comunità montane che presentano un’altitudine media di 750 metri. Una sorta di forca caudina, sotto la quale in Toscana passano solo due comunità montane. Morte lenta. Questo è quanto prevede la Finanziaria del governo approvata alla Camera. Ora il testo passerà al Senato. Da qui l’allarme di Marcucci, senatore, e dell’Uncem, l’unione delle comunità montane, perché la Finanziaria possa essere rivista. Ma le speranze sono ridotte al lumicino perché il governo probabilmente metterà il voto di fiducia. Il presidente dell’Uncem Toscana Oreste Giurlani ha espresso un giudizio «fortemente critico e preoccupato: «Tagliandoci i finanziamenti si rischia di far morire le Comunità montane di morte lenta». Non solo, per Giurlani il taglio indiscriminato delle Comunità montane «provocherebbe sul territorio effetti devastanti per servizi essenziali, determinando il dissesto e la loro chiusura». Piccoli comuni in crisi. Giurlani, che è sindaco di Fabbriche di Vallico, 700 anime, aggiunge che la chiusura delle Comunità montane avrà effetti negativi anche per i piccoli Comuni: «Il mio ha affidato venti funzioni, dai vigili urbani ai trasporti, alla Comunità montana della Media Valle del Serchio. Se questa viene cancellata, come farò io con cinque dipendenti ad assicurare i servizi comunali?». Gusci vuoti. L’assessore alle riforme della regione Toscana Agostino Fragai spiega che in realtà le 14 comunità montane non verranno tagliate: «Lo Stato ne finanzierà solo due. Il che vuol dire che le altre possono rimanere in piedi, ma dovranno arrangiarsi. E’ chiaro che il governo non chiude le Comunità montane, ma le mette in condizioni di crisi e, in alcuni casi, di quasi agonia». Bisogna considerare infatti che attualmente per quanto riguarda le spese correnti (personale, edifici, bollette ecc.) l’80% dei soldi arriva alle Comunità montane dalla Regione e solo il 20% dallo Stato. «Ma è sufficiente anche una cifra così ridotta per mettere in crisi la gestione di una comunità montana», conclude Fragai.
Fonte: Il Tirreno | vai alla pagina » Segnala errori / abusi