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Dichiarazione di Giuliano AMATO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: L' Ulivo)  -  Ministro  Interno (Partito: Ulivo) 


 

G8: SU DIAZ E BOLZANETO SI VA AL DI LA' DI OGNI COMPRENSIONE

  • (21 marzo 2008) - fonte: ANSA - inserita il 21 marzo 2008 da 31

    ROMA - "Non possiamo giudicare quei comportamenti inumani e vessatori semplicemente come violenza privata e abuso d'ufficio. E' qualcosa di più.
    Deve esserci una severità maggiore quando si esercita violenza contro chi è assoggettato al tuo potere".
    Lo dice il ministro dell'interno Giuliano Amato, in un'intervista pubblicata questa mattina da 'la Repubblica', su quel che accadde a Bolzaneto dopo il G8.
    "Per la Diaz e Bolzaneto si va al di là di ogni capacità di comprensione".
    E questo, secondo Amato, "é vero soprattutto per Bolzaneto dove più che la polizia, c'era soprattutto la polizia penitenziaria che non doveva fare i conti con la pressione della piazza e che, custodendo persone assoggettate, dovrebbe guardarsi dall'abuso di autorità, dovrebbe saper rispettare la dignità umana".
    Ma per il ministro dell'Interno quella di Bolzaneto "é stata una bruttissima storia", che ci ha riportato agli anni cinquanta/sessanta, in un'Italia prepasoliniana in cui vigeva "un'interpretazione riduttiva dei principi costituzionali","una cultura dello Stato non ancora consapevole di dover essere al servizio del cittadino".
    SI VOLEVA DE GENNARO AL ROGO
    "Io non credo che immolare il capo della polizia avrebbe risolto il problema".
    Dopo Genova "si voleva mettere al rogo De Gennaro per fare l'incendio più fiammeggiante".
    E' quanto sostiene il ministro dell'Interno Giuliano Amato in un'intervista a 'la Repubblica' sui fatti del G8 di Genova.
    "Il capo della polizia ha ritenuto di non dimettersi - prosegue Amato.
    Ha con fermezza detto di non essere il responsabile di quanto accaduto. Le violenze di Genova gli sono parse così lontane dalla sua cultura professionale, dalla sua storia di poliziotto che ha pensato di restare al suo posto, di difendere se stesso".
    Secondo Amato, dopo Genova si voleva la testa di De Gennaro "perché lui era quello più in vista" ma il ministro ritiene che "va sempre accertato chi ha fatto cosa".
    "Anche per questo non vedo l'ora che i processi di Genova si concludano in modo che se ne possa riprendere il bandolo e riportarlo all'interno dell'amministrazione assumendo le decisioni opportune".

    Fonte: ANSA | vai alla pagina
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