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Dichiarazione di Massimo D'ALEMA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: L' Ulivo)  -  Vicepres. del Consiglio   (Partito: DS)  -  Ministro  Affari Esteri (Partito: DS) 


 

Italia-Vaticano, si ricuce dopo lo strappo

  • (23 gennaio 2008) - fonte: Il Messaggero - inserita il 24 gennaio 2008 da 31
    Città del Vaticano - Il giorno dopo lo scivolone diplomatico, si lavora per riportare il sereno. Rassicura in prima persona il cardinale Bertone ma ci pensa anche il diretto interessato, il cardinale Bagnasco con una intervista all’Osservatore Romano. La frase del presidente dei vescovi che ha provocato l’immediata smentita di Palazzo Chigi (Benedetto XVI ha rinunciato alla Sapienza a seguito dei «suggerimenti dell’Autorità Italiana») non è stata inserita nella prolusione con l’intenzione di riaprire la polemica. Il casus belli dell’ateneo romano, fanno presente nei Sacri Palazzi, era stato felicemente archiviato con stile ed eleganza dal Papa con l’Angelus di domenica. «Non c’era bisogno di aggiungere altro». A lanciare messaggi distensivi ci prova direttamente Bagnasco che affida all’Osservatore la seguente riflessione: neppure episodi «gravi e incredibili» come quello della mancata visita del Papa alla Sapienza possono pregiudicare «un’intesa» e una «positiva collaborazione» tra Chiesa e Stato. Che i suoi fossero propositi tuttaltro che bellicosi lo spiega pure una nota del Sir, l’agenzia della Cei. Nella prolusione «c’è la cifra della personalità del presidente della Cei», che ha parlato da pastore e non da politico. Inoltre c’è il segno di una Chiesa a volte «costretta a dire, senza arroganze» anche «dei leali no». Non si tratta di fare predicozzi, piuttosto bisogna liberarsi della «sindrome del conflitto». Nel pomeriggio, invece, è il ministro degli Esteri d’Alema, a portare un rametto d’ulivo con la sua presenza ad un convegno organizzato dall’Elea, il circolo Limes d’Oltretevere. Col cardinale Silvestrini parla di Iran in un clima tutto sorrisi e visi distesi. Il botta e risposta tra Cei e Governo sembra acqua passata. Solo l’Avvenire torna sulla vicenda decisamente fuori dal coro insistendo sui motivi che hanno portato il Papa a dire ’no’ alla Sapienza: «le autorità vaticane si sono fatte carico anche delle preoccupazioni espresse dalla parte italiana». Forse, nonostante i pontieri, le due rive del Tevere sono decisamente un po’ più larghe.
    Fonte: Il Messaggero | vai alla pagina
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