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Cervellin ha ragione, le cose debbono cambiare
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(20 dicembre 2007) - fonte: Corriere del Veneto - inserita il 22 febbraio 2008 da 31
Non occorrono molte parole per commentare la lettera di Davide Cervellin. Ha ragione, dalla prima all'ultima riga. Personalmente la trasmetterò anche al Presidente della Giunta Regionale del Lazio perché ha il dovere di intervenire e farò una interrogazione ai Ministri Turco e Padoa Schioppa in relazione ai loro compiti di vigilanza. Lo Stato, che è fatto di amministrazioni statali, regionali, locali non può funzionare così. Siccome è un problema che riguarda tutta la politica, governi nazionali e regionali di ieri e quelli di oggi, di centrodestra e di centrosinistra, mettiamoci tutti sul banco degli accusati che facciamo prima. La Regione Lazio (prima Giunte di Centrodestra, poi giunte di centrosinistra) ordina più beni di quelli che le sue finanze gli possono permettere. Lo fa per garantire un servizio indispensabile come quello della sanità, ma resta il fatto che in alcune Regioni si riesce a garantire buoni servizi spendendo meno della media nazionale, in altre cattivi servizi spendendo di più. I governi (prima quello Berlusconi, poi quello Prodi) intervengono per ripianare il deficit delle Regioni più esposte, vincolando l'intervento a precisi piani di rientro. Non può essere un piano di rientro accettabile quello di non pagare i propri fornitori. Ancor meno quello di concordare con i propri fornitori un accordo transattivo e poi non rispettarlo, contando sull'impunità che deriva dal cattivo funzionamento della giustizia. Se il pubblico si comporta così veramente non può esserci rispetto per la cosa pubblica. Ogni imprenditore sarebbe incentivato a farlo nei confronti dei propri fornitori, e questo avviene già con allarmante frequenza senza bisogno di altri incentivi o legittimazioni di fatto. Sono comportamenti doppiamente dannosi: perché i fornitori saranno obbligati a proporre prezzi più alti, che includono i rilevanti oneri finanziari e assicurativi derivanti da mancati o ritardati pagamenti e quindi i cittadini finiranno per pagare più cari i servizi e perché il mercato viene distorto a danno dei concorrenti meno robusti finanziariamente, ma in grado, come è il caso della Tiflosystem, di proporre prodotti altamente innovativi. Ridurre i servizi o farli pagare più cari ai cittadini è una scelta molto scomoda per la politica, particolarmente se parliamo di servizi essenziali come è quello sanitario. Certo non si può aggirare questo dovere scaricando sui propri fornitori le conseguenze della mancate scelte. Bisogna essere capaci di tagliare in altri settori meno prioritari o di chiedere ai cittadini che hanno un reddito adeguato di contribuire un po' di più per mantenere i servizi. Poi i cittadini giudicheranno. Ci sarebbe bisogno in Italia di una competizione virtuosa tra centrodestra e centrosinistra per obbligare tutti, a partire dalle istituzioni pubbliche, ad adottare comportamenti rigorosi, a rispettare il mercato ed il consumatore, a rompere abitudini inveterate che danneggiano il paese. Devo francamente dire che purtroppo la competizione avviene spesso al ribasso: se un Governo presenta progetti coraggiosi (penso alle varie proposte del Ministro Bersani) nel passaggio parlamentare è prevalente tutta una gara a indebolire, ad annacquare, a levare, in modo che nessuna lobby o interesse costituito debba essere toccato, senza pensare ai molti interessi senza tutela che esistono nel paese. Il rischio declino dell'Italia sta tutto qui, nel pensare che ci sia sempre un domani per risolvere i problemi irrisolti, le anomalie più evidenti. Mi auguro che la nuova competizione politica che si è aperta nel paese con la creazione del partito Democratico e le conseguenze che si sono avute anche nel centrodestra serva soprattutto a questo, per avviare questa competizione virtuosa, che eviti almeno di doverci vergognare come uomini delle istituzioni leggendo la lettera di Davide Cervellin.
Fonte: Corriere del Veneto | vai alla pagina » Segnala errori / abusi