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Dichiarazione di Fabrizio Benzoni

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Brescia (BS) (Lista di elezione: LISTA CIVICA) 


 

Dichiarazione relativa all'ordine del Giorno sulla Legge Omofobia presentata da Forza Italia in Consiglio Comunale

  • (28 ottobre 2013) - fonte: Comune Brescia - inserita il 13 novembre 2013 da 28725
    Io devo ammettere che la prima volta che ho letto le parole di questo ordine del giorno promosso dai colleghi di Forza Italia sono rimasto, come si dice a Brescia, “chiarito”, e sono rimasto anche dispiaciuto dal fatto che questo ordine del giorno fosse firmato da tutte e cinque le persone che compongono il nostro Gruppo consiliare, anche perché sia a livello nazionale che a livello locale alcuni esponenti dello stesso partito hanno avuto una posizione decisamente più aperta nei confronti dell’omosessualità e della legge anti-omofobia. Questo ordine del giorno vuol sostanzialmente farci dire, farcelo dire al Parlamento, che dobbiamo bloccare una legge anti-omofobia che va a integrare la legge Mancino perché è limitante nella libertà religiosa e di pensiero. È un ordine del giorno che ci sta dicendo, sostanzialmente, che - nel frattempo è andato avanti al Senato - questa proposta di legge potrebbe negare i principi della Costituzione impedendo, per esempio, la lettura dei passi di San Paolo. Io sono contento che l’abbia fatto Margherita Peroni la lettura dell’articolo 3; forse bisognerebbe farlo anche fino in fondo, perché si capisce perché c’è bisogno di legiferare su questo tema. L’articolo 3 dice: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politica e di condizioni personali e sociali”, ma dice anche: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Va ricordato, perché quando lei cita un sondaggio che dice che su 1.500 nessun italiano è omofobico, secondo questo sondaggio, l’ha detto lei prima, non capisco se leggiate i giornali all’incontrario, nel senso che mi sembra che ogni settimana ci siano degli atti che facciano capire perché questa legge è necessaria, e forse questa legge è a maggior ragione necessaria perché, come il dato che lei cita, il 74% degli italiani non ha ostacoli in una legge anti-omofobia, proprio perché negli ultimi anni il popolo italiano è avanzato velocissimamente su questo tema. Peccato che l’hanno fatto le Istituzioni, non l’ha fatto la politica; noi sentiamo ancora oggi in un Consiglio comunale dire: non è che qualcuno vuol far passare l’omosessualità per normalità? Ma così è, così è, e per giustificare un ordine del giorno contro una legge anti-omofobia si collega questo al matrimonio gay, all’adozione gay, all’affitto degli uteri. Questo è deprimente, a mio avviso. Io credo che la legge in discussione non impedirà la citazione dei passi di San Paolo, bensì potrà impedire che quei passi particolarmente forti sul tema dell’omosessualità non possano essere usati come incentivo all’odio omofobico e all’istigazione alla violenza, perché il confine fra il citare e l’utilizzare le parole di San Paolo - l’avete citato voi – come istigazione alla omofobia è molto semplice, considerando che, come ricordava la consigliera Gamba, in alcuni passi ricorda che ogni persona che abbia compiuto atti omosessuali merita la pena di morte. Il confine è breve, ma è abbastanza evidente, fra esprimere un’opinione, che rimarrà del tutto legittimo, e, al contrario, istigare all’odio e alla violenza, che è totalmente differente. Sono felice di poter dire tre cose che mi hanno visto studiare nella preparazione di questo intervento. Intanto ho interpretato tre preti, visto che la consigliera Parmigiani sosteneva che è una lisciata al pelo dei cattolici, tre preti che ho incontrato per strada, certamente non sono i più radicali, ma che mi hanno confermato non leggere quei passi nelle loro parrocchie da almeno vent’anni, perché fuori tempo. Va ricordato che quei passi, per esempio, sono fuorilegge nella cattedrale dedicata a San Paolo, in Inghilterra, a lui dedicata, ma quei passi sono comunque fuorilegge, evidentemente non sono tutti matti nel resto d’Europa. E visto che proprio la consigliera Parmigiani – su questo non mi trova d’accordo – diceva che chi ha presentato questo ordine del giorno voglia lisciare il pelo ai cattolici, io credo che non sia così, proprio perché le parole del Papa vanno in direzione tutt’altra rispetto a quello che voi state dicendo. Mi piace citarle perché c’è un ragionamento che ha fatto al ritorno dal Brasile, che, secondo me, è interessante. Parole di Papa Francesco: la Chiesa è la casa di tutti, non una piccola cappella che può contenere solo un gruppetto di persone selezionate. Non dobbiamo ridurre il seno della Chiesa universale a un nido protettore della nostra mediocrità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. E’ inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo o gli zuccheri alti, si devono curare le sue ferite, poi parleremo di tutto il resto. E deve essere curata ogni tipo di ferita. – E qua forse arriva la parte principale – Io non sono nessuno per giudicare una persona omosessuale. – (Però da qualcuno) in questo Consiglio comunale – dicendo questo, io ho detto ciò che dice il catechismo – e nella mozione dice il contrario –. Una volta una persona mi chiese se approvavo l’omosessualità, io allora le ripresi: secondo te, Dio, quando guarda una persona omosessuale, ne approva l’esistenza con affetto o la respinge condannandola? Nella vita Dio accompagna le persone e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla loro condizione, bisogna accompagnarle con misericordia. – Arriva l’ultimo pezzo che è fondamentale – Questo vale tanto per le persone omosessuali ma anche per gli altri cristiani che vivono in situazioni complesse, come i divorziati e le donne che hanno abortito. Ecco perché non credo che chi ha fatto questa mozione vada a lisciare il pelo ai cattolici, perché uno che guida i cattolici ha un’opinione un po’ diversa. E allora in un Paese che sempre più si sta mostrando aperto e pronto a un cambio culturale noi dobbiamo respingere con forza questo ordine del giorno e voteremo convintamente contro. Ancora più dopo l’emendamento dell’onorevole Gitti, che ha sostanzialmente modificato il provvedimento stesso, rendendolo praticamente inutile. Noi, oltre a ribadire la contrarietà a questo ordine del giorno, speriamo che l’iter del Parlamento porti alla Camera ad annullare le modifiche apportate e a tornare indietro rispetto a quell’emendamento. Ricordo l’emendamento perché è importante: non costituiscono discriminazione le condotte assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione, ovvero di religione e di culto, relative all’attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni. Mi dovrò ricordare, qualora voglia compiere condotte discriminanti, di farlo come Fabrizio Benzoni, Consigliere comunale, e non, al contrario, come Fabrizio Benzoni, cittadino. Noi di Brescia per Passione lo ribadiamo, speriamo che il Parlamento possa tornare indietro, non nel senso che chiede questo ordine del giorno, ma ripristinando il testo originale ed eliminando, quindi, l’emendamento Gitti.
    Fonte: Comune Brescia | vai alla pagina
    Argomenti: omosessualità, parlamento, forza italia, legge, anti-omofobia | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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