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Il Pd e la crisi economica
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(22 giugno 2013) - fonte: blog fb - inserita il 22 giugno 2013 da 21827
Che la crisi economica dell’Italia debba essere inquadrata nel più ampio scenario europeo ed internazionale è fuor di dubbio. E’ l’intero equilibrio dei mercati mondiali che sta mutando. Cambia lo scenario e cambiano a volte anche i protagonisti. Ma questo stato di cose non deve spaventarci anche se i nuovi scenari ed i nuovi assetti micro e macro economici generano incertezze ed acuiscono le frizioni sociali. Contenere i problemi locali ed inquadrarli in una ridefinizione della coesione internazionale sembra diventata la cornice essenziale entro cui ricollocare un nuovo patto tra i cittadini del mondo. Il Partito Democratico è l’unico partito che si adopera per il rinnovamento sociale ponendosi al centro delle politiche che cercano di guidare i processi innovativi riproponendo i temi essenziali del rispetto verso tutte le classi sociali e la piena sostenibilità e vivibilità della globalizzazione. La pressione che ognuno di noi sente, sulla propria pelle, nel vissuto e nel quotidiano, di nuove verità e antichi diritti non deve farci perdere di vista l’obiettivo principale che rimane sempre quello del rispetto degli uni verso gli altri. La politica in questo deve essere protagonista e all’altezza del compito. E’ impensabile che il terzo millennio trovi l’umanità arretrata in preda a meccanismi di autodifesa settoriali e marginali. Lo scenario italiano disegnato dall’esito dell’ultimo voto alle politiche, è un dito puntato contro le responsabilità che in questi anni sono state nascoste o prese un po’ troppo alla leggera. Tenerne conto è fondamentale per il rilancio della politica e del paese intero, nonché dello stesso Partito Democratico, verso quel terzo millennio che tutti vorremmo vincente nei riguardi di un nuovo modo di vivere e pensare. Il governo Monti ha dovuto fare i conti con le direttive dell’eurozona mostrando come l’intera area europea debba cambiare visione sulle urgenze economiche e sociali. Queste urgenze ora non possono più essere sottese, ed il PD ne è pienamente consapevole. La collocazione del Pd nell’ambito del grande gruppo dei progressisti europei è ormai cosa acclarata, resta il problema della collocazione del Pd nello scenario italiano che necessita sempre più di reti innovative per una nuova interpretazione ed analisi dei problemi che ci attanagliano. Questo punto è essenziale per inquadrare nel miglior modo possibile il prossimo congresso del partito. Un partito che vuole diventare aperto verso il sociale ponendosi il problema di trasformarsi in quel soggetto politico che sa bene cosa vuole essere e dove vuole andare e lo dice chiaramente. Un soggetto politico che non sia spazio politico dove dar voce ai propri interessi di parte. Ecco perché il prossimo congresso Pd dovrebbe concentrarsi innanzitutto sui temi essenziali da affrontare per le prossime campagne e battaglie politiche. E questi temi dovrebbero essere anche alla base del disegno delle regole congressuali per trasformare il congresso in un unico discorso tra politica e partito. Il tema del lavoro certamente viene prima di tutto perché fondante della dignità della persona inserita nel contesto sociale, quel contesto sociale che il Pd è tanto impegnato a ricostruire, resta il nodo delle risorse che non possono più essere reperite alla vecchia maniera o esclusivamente secondo schemi che si mostrano ormai obsoleti. Capire le dinamiche economiche sulle quali fondarsi e dalle quali si vuole partire come orizzonte da raggiungere è fondamentale per la tenuta del paese e della politica tutta. I nuovi protagonisti del congresso dovranno tenerne conto. Pier Luigi Bersani
Fonte: blog fb | vai alla pagina » Segnala errori / abusi