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Dichiarazione di Delia MURER

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Art.1-MDP-LeU) 


 

L'ultima chiamata

  • (30 aprile 2013) - fonte: www.deliamurer.it - inserita il 30 aprile 2013 da 861

    E’ stato un mese di grandi tensioni, inutile nasconderlo. Tensioni politiche e anche umane. Un mese di smarrimento, e poi di sfida. L’approdo è stato il Governo Letta, a cui è stata appena votata la fiducia. Si tratta di una compagine di ottimo livello che, però, nasce in un contesto politico molto problematico. Le donne e gli uomini che compongono l’esecutivo sono, per larga parte, persone nelle quali è lecito riporre fiducia.

    Cecile Kyenge come Ministro per l’integrazione ci fa sperare in una totale riscrittura di quell’orrenda legge chiamata Bossi Fini e ci prospetta, finalmente, la possibilità di una revisione della cittadinanza. Una donna di valore internazionale come Emma Bonino ci prefigura una rappresentanza importante all’estero. La conoscenza scientifica dei problemi del Paese di Giovannini, nuovo Ministro del Lavoro, ci fanno confidare in un approccio più calato nella realtà e capace di leggere i bisogni veri del Paese. Una donna esperta e capace come Maria Chiara Carrozza danno un respiro diverso alle prospettive della scuola.

    Sette donne in tutto, un’età media bassa, un buon profilo morale e di innovazione. Un governo che, nella sua composizione, è assai meglio di quello che ci si poteva ritrovare. Purtroppo, però, come detto, esso nasce con una “strana” maggioranza, una composizione anomala tra Pd e Pdl che molti di noi si sarebbero volentieri risparmiati, ma che, al momento, è l’opzione in campo che ci può consentire di tentare la sfida, in un momento in cui le imprese, i lavoratori, le famiglie, si aspettano risposte immediate, tempestive, rapide, efficaci.

    Si tratta, io credo, dell’ultima chiamata, e dobbiamo rispondere con fatti concreti. Possiamo, e dobbiamo fare un intenso lavoro parlamentare sugli atti. Sta a noi, in Parlamento, portare innovazione e valori progressisti nell’azione di governo. Oggi la sfida è questa.

    Come detto ci siamo arrivati di conseguenza, dopo un mese difficile. La rielezione del presidente Napolitano è stata una sorta di uscita obbligata dopo che il drammatico sfarinamento del Pd ha rischiato di trascinare tutto il Paese in uno stallo interminabile, che non potevamo permetterci. E’ stato proprio il Pd l’anello debole di questa catena politica. Prima arrivando sostanzialmente a non capire parte dell’elettorato e a determinare un risultato di pareggio, laddove si poteva, invece, vincere. Poi andando in frantumi, soprattutto sulla mancata elezione di Prodi, e rivelando la sua fragilità. Ora c’è la necessità di un congresso serio, che ridisegni il Pd come soggetto politico, e non solo come luogo ma come personalità.

    So che c’è tanta amarezza, e molta perplessità, tra i nostri militanti. E’ la mia stessa amarezza, è il mio stesso smarrimento, dal momento che, prim’ancora di essere parlamentare, mi sento una democratica della base, del territorio. Vedo tutti i limiti. Ma l’obiettivo, oggi, è trasformare questa amarezza in progetto politico. I fatti ci dimostrano che la protesta ha senso se si incanala in una proposta, se assume le sembianze di un percorso concreto. Questa è la sfida, oggi. La sfida, con questa inedita problematica maggioranza, del governo, che deve assolutamente produrre risultati. E l’ulteriore sfida della ricostruzione del partito. Io credo che non abbiamo alternativa. Dobbiamo farcela, dobbiamo riuscirci.

    Fonte: www.deliamurer.it | vai alla pagina

    Argomenti: Donne, pd, legge Bossi Fini, governo Letta | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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