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Dichiarazione di Franco MIRABELLI


 

Il punto sul dopo voto - INTERVISTA per ZONANOVE

  • (12 marzo 2013) - fonte: niguarda.eu - inserita il 12 marzo 2013 da 15492
    Intervista a Franco Mirabelli di Andrea Bina per Zona Nove – marzo 2013

    Spente le luci della campagna elettorale, non molti sono stati i commenti post-voto perché tutta l’attenzione è rivolta alle prossime mosse di Pierluigi Bersani (Pd) che è arrivato primo ma non ha vinto e Beppe Grillo (M5Stelle) che non è arrivato primo ma pensa di avere vinto. Silvio Berlusconi resta in agguato come un giaguaro tutt’altro che smacchiato. Mario Monti & C. sono usciti con le ossa rotte e Antonio Ingroia & C. sono spariti. Che fare ora? Lo abbiamo chiesto a Franco Mirabelli ex consigliere regionale del Pd e ora senatore della stessa formazione politica.

    Quali sono le prime sensazioni personali a proposito del nuovo incarico che andrà a ricoprire?
    Comincio una nuova esperienza in un momento difficilissimo per il Paese e ricco di incognite per tutti. Il risultato elettorale, nonostante sperassimo il contrario, ha mostrato tutti i problemi di una legge elettorale che non garantisce la governabilità. Anzi, in questo caso, mentre alla camera è bastato al centrosinistra avere pochi voti in più per avere una netta maggioranza, al Senato questa non esiste. Starà ora al capo dello Stato decidere che fare. Da parte mia cercherò di lavorare, per il tempo che durerà questa legislatura, pensando al bisogno prioritario di dare risposte ai grandi problemi sociali che la crisi ha prodotto e cercando, come ho fatto in questi anni in Regione, di rappresentare i territori dell’area milanese. Infine mi impegnerò perché quando si andrà, presto o tardi, a rivotare, si siano approvate le riforme necessarie per ricostruire un rapporto positivo tra cittadini, politica e istituzioni, a partire da quella elettorale e sui costi della politica.

    Come si esce da questo vicolo cieco?
    Nel momento in cui facciamo questa intervista non è chiaro quale sarà lo sbocco che ci potrà essere. Credo sia chiaro che questo risultato è frutto di un disagio sociale profondo. Probabilmente abbiamo sottovalutato non tanto gli effetti, che conoscevamo, sulle persone delle riforme fatte dal governo tecnico, ma la necessità di dire parole chiare su come vogliamo cambiare sulle pensioni e sul lavoro, essendo prevalsa la responsabilità di non illudere i cittadini mentre altri promettevano soldi a tutti. Ancora di fronte alla crisi è cresciuta una giusta critica verso la politica che non ha dato soluzioni. critica che si è trasformata in rabbia contro i privilegi e i costi della politica e in una volontà distruttiva nei confronti dei partiti omologati ingiustamente l’uno all’altro. Ora si deve partire da qui. Per me i punti fermi sono due. Prima di tutto proseguire sulla strada delle riforme per uscire dalla stagione ventennale del populismo e dell’uomo solo al comando. Riforma elettorale, riforma delle camere, conflitto di interessi, falso in bilancio, legge anticorruzione, cose che non possono essere fatte alleandosi col Pdl in un governissimo che apparirebbe come l’arroccarsi dei partiti in difesa dello status quo. In secondo luogo fa bene Bersani a indicare le riforme,prima di tutto sociali, a partire dal sussidio per chi non ha niente, ma anche sui costi del parlamento e della politica, riforme che possono essere fatte subito, chiedendo ai parlamentari del Movimento 5 Stelle, dopo il successo ottenuto, di assumersi la responsabilità di fare i fatti, cambiare concretamente le cose nell’interesse degli italiani e coerentemente con ciò che propongono su molte questioni.

    E in Lombardia? Non si poteva sperare qualcosa di più?
    Ci attendevamo che la crisi morale in cui il centrodestra ha fatto precipitare la Regione potesse produrre un cambiamento. Purtroppo le forze che volevano cambiare si sono presentate divise e Maroni ha vinto col 42 % dei consensi, pochi come mai per il centrodestra. Resta insieme a questa amara considerazione da rimarcare il successo di Ambrosoli a Milano e provincia che consolida una presenza significativa del centrosinistra in questa realtà; purtroppo il risultato delle zone pedemontane della Lombardia, al di là dei grandi centri, ci ha penalizzato e segna ancora la nostra difficoltà ad ottenere la fiducia da parte di alcuni ceti produttivi li molto diffusi. Quanto a Maroni spero provi davvero a smontare il sistema di potere costruito in questi anni, ma temo che il peso di Formigoni e del Pdl nella sua maggioranza renderanno difficile farlo.

    Per i nostri lettori ci auguriamo che questa intervista a Franco Mirabelli non sia l’ultima ma che la collaborazione fra “Zona Nove” e il novello senatore possa proseguire mensilmente con la rubrica “Dal Parlamento”. Possiamo contarci?
    Certo. Non solo. Vorrei periodicamente incontrare i cittadini della zona per discutere con loro e sentire le loro opinioni. Abbiamo in mente qualche idea in proposito: quando sarà più concreta la racconteremo.
    Fonte: niguarda.eu | vai alla pagina

    Argomenti: elezioni, parlamento, partito democratico, governo, riforme | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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