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Dichiarazione di Alessandro Pirani

Alla data della dichiarazione: Assessore  Comune Pieve di Cento (BO)


 

Il miracolo dei negozi di Pieve di Cento | Favole dal terremoto

  • (17 luglio 2012) - fonte: www.chefuturo.it - inserita il 09 settembre 2012 da 25185

    Il terremoto fa miracoli. Al netto di chi ci ha rimesso la vita, dei danni incalcolabili, al netto cioè del male, ci sono storie che spiegano bene come il terremoto scuote e velocizza processi già avviati, riattivando le energie. Il terremoto facilitatore, chi l’avrebbe mai detto?

    Questa è una storia di politiche pubbliche. A Pieve di Cento abbiamo questo centro storico, molto bello, con i portici, le porte ai quattro punti cardinali e insomma tutto ciò che fa del paese, in pratica, una piccola Bologna. I portici sono l’affaccio per negozi e botteghe che, con la fatica tipica di un modello misto di piccola distribuzione, fanno del centro un ‘centro commerciale’. Un modello faticoso: oggi le funzioni, anche quella commerciale, si accentrano sulle grandi città o nelle strutture di grande distribuzione, e sono sempre meno gli imprenditori che decidono di investire in provincia. Un modello prezioso: l’equilibrio delicato di Pieve e di tanti altri Comuni simili si regge su questo mix di funzioni, se ne togli una salta tutto. Da anni le Amministrazioni che si sono susseguite hanno investito tempo e denaro per dare ogni genere di incentivo ai negozi, riuscendo a convogliare con progetti anche complessi contributi di origine regionale su tantissimi imprenditori. Un aiuto importante per chi è restato, ma non sufficiente a fermare la desertificazione: fino al 28 di maggio avevamo molti negozi vuoti. Fino al 28, giorno in cui, ironia della sorte, poche ore prima della scossa mi trovo in Regione per definire i dettagli di un progetto molto innovativo per rimettere in circolo questi spazi.

    Il 29, una ventina di negozi del centro storico devono chiudere. L’incombere di strutture pubbliche e private lesionate obbliga i proprietari a lasciare in alcuni casi urgentemente i locali. E accade il miracolo. Tutta la comunità si attiva, c’è chi offre una soluzione temporanea, chi si preoccupa di snellire radicalmente la burocrazia, chi si adatta in casa propria, chi riapre nel giro di qualche ora studi professionali in locali artigianali, chi sposta il ristorante dentro a un museo, chi inaugura un bellissimo palazzo ristrutturato e ci mette dentro una banca… e c’è chi non solo non chiude ma raddoppia. Zoraido (www.zoraido.com) è uno storico negozio di abbigliamento, oggi punto di riferimento nella zona per chi ama uno stile ricercato frutto della ricerca internazionale dei titolari, Angela e Giancarlo. Negli anni, la necessità di movimentare il magazzino aveva reso necessaria l’apertura di un ‘temporary store’, un eldorado per tutti i cercatori di chicche, a buon mercato. Improvvisamente, il micro-store è inagibile e Zoraido lo riapre in 48 ore in un negozio sfitto con il quale la superficie di vendita viene raddoppiata. Chapeau.

    Naturalmente, sarebbe bastata anche una scossa anche meno cruenta di così: oggi chi ha dovuto spostarsi ne avrebbe fatto volentieri a meno e gli indennizzi che verranno dalla Regione e dallo Stato sono ancora una promessa. Però la storia di Zoraido insegna che la posta deve essere alzata, per non morire di noia. Insegna che i processi sono fatti dalle persone e che le persone si attivano e che lo sanno fare rilanciando, senza piangersi addosso. A settembre, a proposito, con il supporto di Regione e Provincia, lanceremo il progetto Minismart, con cui faremo di Pieve un laboratorio per il commercio sostenibile su piccola scala. La vita continua.

    Fonte: www.chefuturo.it | vai alla pagina

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