Ti trovi in Home  » Politici  » Sergio ZAVOLI  » Caso Aldrovandi. Gli agenti rimangono in servizio? E' incredibile !

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Sergio ZAVOLI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

Caso Aldrovandi. Gli agenti rimangono in servizio? E' incredibile !

  • (04 luglio 2012) - fonte: Oggi - inserita il 05 luglio 2012 da 31

    È la storia della morte di uno studente ferrarese, Federico Aldrovandi, diciott'anni, affrontato il 6 luglio del 2009 da due poliziotti che lo colgono, dicono, in uno stato di ebbrezza, a pochi passi da casa, appena rientrato da un locale di Bologna.

    Il ragazzo, secondo la versione dei poliziotti, li avrebbe investiti a colpi di karaté, senza un motivo apparente. Ne nasce una colluttazione. Gli agenti chiedono rinforzi e vengono raggiunti da un'altra coppia, di cui fa parte una donna.

    Lo scontro con il giovane si fa violento, lo testimonia da subito la rottura di due manganelli, e la tragedia è conclusa quando, in manette, steso per terra, con gli agenti che premono sul suo corpo, il ragazzo muore per "asfissia da posizione", con il torace schiacciato sull'asfalto dalle ginocchia di un agente. La constatazione della morte avviene sul posto per "arresto cardio-respiratorio e trauma cranico facciale".

    Poi, l'iter giudiziario. Perizie contraddittorie sull'ingestione di alcol e stupefacenti, che si scoprirà essere irrisoria. Nella ricostruzione del caso si coglieranno "procedure incoerenti", ma la sentenza finale sarà di omicidio colposo per "avere ecceduto i limiti dell'adempimento di un dovere, aver protratto la violenza anche dopo aver vinto la resistenza del giovane e ritardato l'intervento dell'autoambulanza".

    Condanna dei quattro poliziotti a tre anni e sei mesi, non scontati grazie all'indulto del 2006, confermati ora in Cassazione. Dopo la definitiva sentenza uno degli agenti rivolgerà alla madre del ragazzo, via web, parole molto gravi, di cui si pentirà pubblicamente.

    Adesso, da quel drammatico epilogo emerge la sola richiesta della donna: che venga almeno impedito ai quattro poliziotti di continuare il loro lavoro! È l'invito a privare chi è responsabile di un delitto della facoltà, seppure teorica, di reiterare quella violenza. La richiesta della mamma di Federico è dettata dal dolore, ma si allarga a qualcosa che va oltre la sua personale tragedia. La quale interpella tutti noi sull'iniquità di conservare il posto, o la divisa, o l'incarico a chi è macchiato di una così grave condanna, una soluzione contraria non solo al più naturale senso comune, ma anche, forse principalmente, al diritto e alla sua non di rado inaccettabile certezza.

    Fonte: Oggi | vai alla pagina

    Argomenti: giustizia, polizia, sicurezza dei cittadini | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato