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Dichiarazione di Stefano STEFANI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Lega)  - Pres. commissione Affari esteri Camera - Deputato (Gruppo: Lega) 


 

Sul 41 bis la giustizia in scacco

  • (20 giugno 2012) - fonte: La Padania - inserita il 20 giugno 2012 da 21157

    Si dice che la storia si ripete sempre due volte: prima in tragedia, dopo in farsa. Questa volta, però, sta succedendo di assistere alla spiacevole replica di vedere, a distanza di vent’anni, la cancellazione del 41 bis ad un boss mafioso, Antonio Troia, condannato all’ergastolo per la strage di Capaci e per omicidi vari. Sembra quasi un omaggio alla memoria di Scalfaro che nel lontano 1992 guidò l’inquietante impresa di revocare il 41 bis ai capicosca. La storia che si ripete, dunque, ed è tutt’altro che una farsa, perché c’è poco da ridere di fronte all’attacco sistematico alla memoria di grandi uomini, come Falcone, che hanno lasciato sul concetto di giustizia e di lotta alla mafia le loro impronte digitali.
    Le stesse che i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Roma hanno deciso di cancellare, facendo cadere anche l’ultimo velo di ipocrisia giudiziaria incapace di provare sensibilità istituzionale oltre che umana. Dopotutto che importanza ha se Troia è stato il custode dell’esplosione che il 23 maggio del 1992 ha fatto saltare in aria la vettura con a bordo Falcone, la moglie e le sue guardie del corpo?

    A cosa serve ricordare che la persona “anziana e malata” di oggi sia stato l’appoggio logistico per la realizzazione del piano di morte del giudice Falcone? Evidentemente questo non è bastato a prorogare il carcere duro al guardiano del tritolo della stage di Capaci. Lo stesso che oggi, settantasettenne, è riuscito ad intenerire i giudici che lo considerano “persona malata e sottoposta a rigoroso regime penitenziario”. A pare mio la decisione di revocare il 41 bis a Troia non rappresenta soltanto un segnale pericoloso per la sicurezza del cittadino bensì uno dei più vergognosi assalti alla diligenza che va ad allungare la lista della già ignobile storia dell’italica giustizia nella lotta alla mafia. Se la società italiana, come dice qualcuno, è riuscita in qualche modo a sviluppare gli anticorpi necessari ad “abbattere”, o quanto meno ad arginare la paura di denunciare, la patologia mafiosa, la giustizia italiana sembra condannata all’eterno ritorno di un passato che non si ripresenta mai allo stesso modo ma, come in questo caso, può diventare più minaccioso, sicuro di trovare sempre aperte le porte del garantismo e dell’indulgenza. Se questo è il presupposto per il nostro futuro bisogna stare molto attenti perché esso dipenderà innanzitutto da noi.

    Stefano Stefani

    Fonte: La Padania | vai alla pagina

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