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Dichiarazione di Delia MURER

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Invalidità, ritardi e disagi

  • (09 marzo 2011) - fonte: Delia Murer - inserita il 09 marzo 2011 da 31

    Riflettori accesi, ancora una volta, sulle pensioni di invalidità. La ridefinizione dei percorsi relativi all’accertamento e al riconoscimento dell’invalidità, la nuova disciplina di tempi e modalità, l’attività della commissione medica superiore, i ritardi nell’espletamento e il rapporto tra medici e Inps sono stati i temi di un question time nella Commissione Affari sociali della Camera.
    A rispondere il Ministero del lavoro. Cinque le interrogazioni presentate, alcune anche dalle fila della maggioranza di centrodestra.

    “La vicenda – dice l’on. Murer, firmataria di numerosi atti ispettivi sul tema – sta diventando davvero imbarazzante per questo Governo. Ritardi, inefficienze e problemi si moltiplicano, così come i disagi per una utenza su cui già grava un insieme di problemi. In tutto questo, le risposte che arrivano dal Governo sono sempre tentennanti e confuse, segno di un grande imbarazzo”.

    Di seguito l’interrogazione presentata in commissione dalle deputate del Pd Schirru e Murer.

    Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
    - Per sapere - premesso che:

    con l'articolo 20 del decreto-legge n. 48 del 2009 - «Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile» - convertito dalla legge 3 agosto 2009 n. 201, il Governo ha inteso rivedere le modalità di presentazione delle domande di accertamento delle minoranze civili, handicap (legge n. 104 del 1992) e disabilità (legge n. 68 del 1999) e delle procedure di valutazione, concessione e ricorso giurisdizionale;

    secondo le dichiarazioni del Governo, il provvedimento, attribuendo all'INPS nuove competenze, avrebbe dovuto consentire una maggiore rapidità e modalità più chiare per il riconoscimento dell'invalidità civile, dell'handicap e della disabilità;

    l'articolo 20, non faceva alcun riferimento rispetto ad una diversa fissazione dei tempi massimi di accertamento e di concessione;

    ad oggi, gli effetti del provvedimento risultano essere, almeno in Sardegna, decisamente controversi;

    con le nuove regole previste dal dispositivo di legge - affermano le organizzazioni sociali e i patronati - una pratica per il riconoscimento di invalidità civile, handicap o disabilità deve essere esaminata tre volte: dai medici della Asl, poi da quelli dell'INPS e, infine, dalla sovrintendenza medica nazionale a Roma. Una procedura più complessa che fa lievitare i costi ma, soprattutto, i tempi di attesa. Si hanno casi di persone che hanno dovuto attendere fino a sette mesi per una visita e, tra queste, anche un malato oncologico che, per legge, avrebbe dovuto essere convocato entro 15 giorni;

    non sono in discussione le iniziative di contrasto alle frodi in materia di invalidità civile né le misure che tendono a ripristinare la legalità violata e a riaffermare i princìpi di un'etica pubblica che queste frodi invece ammorbano e avvizziscono. Tuttavia, se la ricerca e la scoperta dei «falsi invalidi» rappresenta un imperativo dell'etica pubblica e della legalità, è meno evidente la ratio che presiede alla convocazione dinanzi alle commissioni di tutti gli invalidi, comprese le persone down; tetraplegici; sordomuti; ciechi assoluti, le persone affette da ritardi e malattie mentali e croniche fin dalla nascita. Cosa che accade in Sardegna e che pare colpevolizzare tutti gli invalidi, compresi quindi coloro che non falsificano alcunché. Da notizie in possesso dell'interrogante, ritardi anomali dovuti alla registrazione informatica delle richieste, convocazioni dei pazienti e controllo dei verbali delle commissioni mediche delle Aziende usl e medico INPS, sono attribuibili alle procedure imposte dalla nuova normativa, si stanno accumulando compromettendo in tal modo i diritti delle persone disabili gravi nell'erogazione delle provvidenze economiche, permessi retribuiti, esenzione tickets per visite mediche e farmaci ed altre forme di assistenza sociale;

    secondo un articolo comparso sul Corriere della Sera del 16 febbraio 2011, a pagina 17, Sassari e Cagliari hanno il 76 e 64 per cento delle pensioni d'invalidità revocate dall'Inps a malati che, secondo le verifiche fatte dall'Istituto, o non sono più tali, o hanno ridotto considerevolmente la percentuale d'invalidità, ai primi due posti in Italia. Ma secondo il presidente provinciale e regionale dell'Anmic (Associazione nazionale mutilati e invalidi civili), in Sardegna non ci sono falsi invalidi e quei numeri non corrispondono al vero. In provincia di Sassari è stato revocato il 9 per cento delle pensioni. Non solo: nel 3 per cento dei casi, si tratta di sospensioni arbitrarie dovute al fatto che il paziente non ha ricevuto la lettera di convocazione alla visita e quindi, naturalmente, non si è presentato. Il dato reale dunque, secondo l'Anmic, si aggira sul 6-7 per cento;

    ma la metà di quel 7 per cento di persone a cui è stata revocata la pensione la sta per ottenere di nuovo in seguito ai ricorsi che si stanno facendo contro le sospensioni arbitrarie, fatte sulla carta senza nemmeno vedere il paziente. Risultato: l'INPS sta spendendo soldi facendo controlli a campione con criteri discutibili, visto che si vanno a cercare sempre le stesse persone a distanza di poco tempo. E invece di risparmiare si troverà a pagare mille euro per ogni ricorso per spese processuali. Con quello che ha speso finora, avrebbe potuto pagare quattro pensioni d'invalidità civile -:

    se il Ministro abbia notizie circostanziate della situazione in Sardegna prodottasi a seguito dell'approvazione della nuova disciplina relativamente ai tempi di accertamento e riconoscimento dell'invalidità civile, dell'handicap e della disabilità;

    se il Ministro non intenda riconsiderare il meccanismo di commissioni mediche doppie e triple che comportano un aggravio dei costi per INPS e ASL e un'insostenibile dilatazione dei tempi;

    se il Ministro non intenda intervenire, con opportuni provvedimenti, nei casi in cui la dilazione dei tempi risulti oggettivamente penalizzante per persone, riconosciute invalide o in attesa di riconoscimento, affette da patologie gravi e conclamate;

    se il Ministro abbia fornito indicazioni relative ad un presunto «contingentamento» a livello provinciale di riconoscimenti di invalidità civile, handicap e disabilità, determinato da obiettivi di contenimento della spesa;

    se il Ministro, a fronte di ritardi penalizzanti causati dalla nuova normativa, non intenda provvedere al riconoscimento di un disagio suscettibile di una qualche mitigazione o compensazione.
    (5-04254)

    Fonte: Delia Murer | vai alla pagina

    Argomenti: sardegna, Interrogazione, politiche sociali, disabilità, Inps, Sacconi Maurizio, invalidità | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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