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Dichiarazione di Marco Del Negro

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Basiliano (UD) (Lista di elezione: LISTA CIVICA) 


 

Federalismo e Nazionalismo

  • (30 ottobre 2010) - fonte: www.marcodelnegro.blogspot.com - inserita il 11 gennaio 2012 da 22231
    Certamente la politica ha bisogno di fatti tangibili ed è necessario che dall'astratto si passi al concreto; è altresì vero che, senza un elemento astratto da cui far discendere una proposta politica, si rimane prigionieri di quanto già prodotto dalle spesso disastrose iniziative dei nostri avversari, che dell'astratto hanno fatto un paradigma politico. È giusto perciò capire attentamente di quali cose si stia parlando e cercare almeno di non inseguire Lega e Co, utilizzando la loro stessa tattica di creazione di simboli e concetti la cui attrattiva formale surclassa decisamente il valore contenutistico. Spesse volte, parlando di concetti quali nazione o nazionalismo, dimentichiamo quale sia il reale significato dei termini in questione. L'identità nazionale, secondo l'analisi di diversi studiosi, necessita di due elementi costitutivi che permettono ad una comunità di individui di definirsi nazionale e potersi riconoscere come entità fisicamente e simbolicamente esistente. Il primo è un dato oggettivo, formato da caratteristiche naturali, culturali e storiche che definiscano un gruppo come un aggregato di persone accomunate da qualità osservabili e distinguibili da quelle degli altri. Secondariamente, vi è l'elemento psicologico che si estrinseca nella percezione soggettiva del sentirsi parte di un gruppo e nel riconoscere come "simili" quanti abbiano il medesimo diritto ad auto - qualificarsi come membri di una certa nazione. A mio avviso (non solo, chiaramente…), la nazione è una costruzione artificiale dell'uomo tesa a soddisfare la necessità delle classi dirigenti di turno di giustificare il loro potere in ragione di una rappresentanza degli interessi e delle tradizioni di un dato popolo nazionale; diversamente lo Stato, pur essendo similmente fittizio e finalizzato a legalizzare la forza e giustificare l'azione di polizia e di coazione, rappresenta uno strumento per la soddisfazione dei bisogni della popolazione che lo abita e pertanto è elemento insostituibile per la tranquilla convivenza civica. Per molto tempo Stato e nazione sono stati utilizzati some sinonimi, rappresentando nell'immaginario comune lo stesso valore patriottico e simbolico, fatto di inni, bandiere e confini. Invece da alcuni anni, forse da un paio di decenni, i confini interni sono diventati più rilevanti di quelli esterni, lo straniero è diventato un problema di politica estera ed il patriottismo degli italiani si è rinchiuso a tutela degli interessi più intimi; in questo contesto emerge la necessità di trovare il nemico che bussa alle porte e giustifica lo spostamento della attenzione pubblica lontano dall'inefficienza della classe politica che amministra la cosa pubblica. La Lega si fa portatrice di queste istanze di "pulizia sociale"; e lo strumento principe è il federalismo, quale costruzione istituzionale atta a risolvere tutti i problemi di uno Stato centrale inefficiente e corrotto. Non voglio soffermarmi su pregi e difetti del federalismo, anche se ritengo che questo mal si adatti alla Repubblica italiana (almeno per quanto riguarda l'attuale suddivisione regionale), per la storia e le tradizioni politiche che ne hanno caratterizzato le sue prime 64 primavere; voglio bensì contribuire all'analisi, che abbiamo avviato, con una considerazione sulla proposta di federalismo e l'intersecarsi di questa con l'avanzata di una pericolosa ondata di nazionalismo, caricato di xenofobia, finto tradizionalismo e profonda ignoranza. Nel caso in cui si giunga a considerare la nazionalità come un elemento fondante della cittadinanza e discriminante in base alla concezione dei diritti e dei doveri, e si riporti questa considerazione a livello regionale, si corre il rischio di identificare, in modo fittizio, comunità i cui membri sono uniti dal risiedere all'interno del medesimo limite territoriale, con realtà nazionali autonome e degne di rivendicare un'indipendenza, ora amministrativa e domani forse politica. Il danno più grave prodotto dalle politiche della Lega è di aver inculcato nelle teste di molti, troppi, cittadini del Nord la convinzione di essere un popolo, una nazione autonoma e riconoscibile, condizionando, non al possedere alcune caratteristiche oggettive, bensì al riconoscersi affini perché residenti nel medesimo territorio, l'aver o meno diritto ad un certo tipo di vita. Il pericolo è che non sia sufficiente una divisione tra Nord e Sud, ma si cerchi un'emancipazione di singole realtà regionali. La realtà sociologica della nostra Regione e dell'Italia tutta è ben diversa; a mio avviso, non esiste alcuna nazione friulano - giuliana, proprio per il fatto che non è possibile sovrapporre le tradizioni culturali e storico-sociali dell'area giuliana e del Friuli rurale (ma nemmeno con quelle della Carnia…). Qualora il federalismo venisse interpretato sulla scorta di certe convinzioni popolari, inculcate attraverso lo strumento di certe politiche che reinventano la tradizione o la manipolano a seconda dei fini particolari di chi governa, si creerebbero le condizioni per uno stravolgimento sociale, giustificato solo dalla ricerca di un autonomismo non adatto a farsi interprete delle nostre tradizioni e delle nostre necessità economiche. Azzardo un'interpretazione, fingendomi politologo: con uno Stato forte per tradizioni ed identità (Stati Uniti e Germania), il federalismo è auspicabile perché in grado di razionalizzare le risorse, rapportandole alle esigenze dei territori; viceversa con un istituzione statuale frammentata, abitata da cittadini spesso deficitarii di una cultura civica, che garantisca che le regole vengano regolarmente rispettate e venga mantenuta in piedi una speranza di progresso personale e collettivo in prospettiva futura. In Italia, insomma, con un valore nazionale più di forma che di sostanza, con una frammentazione culturale e sociale senza pari, il federalismo non può che portare alla creazione di tante isole di pseudo - autonomismo, nate dall'anelito all'emancipazione ed alla "proporzionalizzazione" delle spese e dei consumi. Per queste ragioni, ritengo che sia di fondamentale importanza conoscere a fondo il quadro all'interno del quale discutiamo di federalismo e di riforma istituzionale. Nel nostro piccolo, è a mio avviso fondamentale distinguere tra propaganda populista e proposta politica; dovremmo pertanto far sì che, quando proponiamo il federalismo, questo sia compatibile con esigenze più alte, chiaramente espresse dalla Costituzione, la più grande dimostrazione che pur non essendo nazione, l'Italia possa considerarsi Stato, unico ed indivisibile.
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