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Dichiarazione di Michele EMILIANO
«Non mi candido e resto sindaco ma a Vendola dico: fatti da parte» - INTERVISTA
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(01 dicembre 2009) - fonte: l'Unità - Andrea Carugati - inserita il 02 dicembre 2009 da 31
Leggere l’intervista di Nichi Vendola all’Unità mi ha spezzato il cuore, ma come si fa a lanciare delle invettive contro di me, a dire che sto cospirando? Io non sono candidato a niente e resterò a fare il sindaco di Bari, ma se candidiamo Nichi alla Regione senza Udc e senza Idv perdiamo 60 a 40». Michele Emiliano, come sempre, è un fiume in piena. E all’« amico Nichi» manda a dire: «Faccia lui il nome del candidato, così sarebbe liberato da un ruolo che, a mio parere, gli pesa, amministrare non è la cosa che gli riesce meglio. Lui è pronto per essere uno dei leader del nuovo centrosinistra nazionale, è un profeta del futuro, non un amministratore. E un po’ lo si è visto...».Che fa? Si mette a criticare il suo governatore?
«Nei due anni in cui è stato invischiato nelle vicende del Prc la giunta si è smarrita. La scissione è stata un errore gravissimo, adesso è un presidente senza partito. Ma se vuole rifondare la sinistra italiana come fa a fare il governatore della Puglia?
Sinistra e libertà non sta funzionando molto...
«È vero, ma non è che uno può “compensare” con la Regione perché il progetto non cammina...».
Sembra che lei si stia preparando alle primarie contro Vendola...
«Macché. Io voglio promuoverlo a leader del centrosinistra nel Mezzogiorno».
Già, ma se Vendola il nome del successore non lo fa?
«Scatta l’emergenza, può succedere di tutto. Persino che vengano a bussare alla mia porta...».
Ecco, allora siete in competizione. Ha ragione Vendola a pensare che lei voglia fargli le scarpe...
«Entrambi facciamo un mestiere, la nostra non è una missione salvifica. Il nostro lavoro non consente posizioni personali. Nessuno è indispensabile, in nessun ruolo. Io mi sono candidato al congresso del Pd qui in Puglia per spostare il partito al centro e magari fare a meno dell’Udc. Ma ho perso. E poi lo stesso Vendola ha ammesso che la relazione con l’Udc è indispensabile. Ma Casini teme che Nichi non sia compreso dal loro elettorato. Noi abbiamo opposto una resistenza strenua, ma Casini non recede».
Dunque deve recedere il presidente in carica?
«C’è un problema di cui dobbiamo farci carico tutti, compreso Nichi. Eppure lui non ha fatto neanche una riunione per “cucire” una nuova coalizione. E sta chiuso nell’idea salvifica della sua candidatura,mentre noi saremmo quelli che inciuciano per vendersi l’acquedotto. Sta tornando indietro di 10 anni, è un peccato. Aveva fatto un percorso straordinario, fuori dal comunismo, verso una sinistra riformista...Torna indietro perché pensa di fare o meno dell’Udc o è solo una questione personale? Se è solo la conservazione di un micro-sistema di potere io non ci sto.
Non sostengo una battaglia personale, e pure perdente».Insomma, le carte le dà l’Udc...
«Non è più il 2005: allora avevamo 5 province del centrosinistra, oggi solo 2, di una governata da un presidente Udc. Se consentiamo a loro e alla Poli Bortone di rinsaldare l’asse col Pdl, non solo perdiamo, ma ne esce distrutto per primo Nichi. E io sarei il sindaco di Bari asserragliato come Allende nella Moneda, circondato ovunque da truppe del centrodestra. Mi dovrei comprare il mitra e l’elmetto... ».
Per uscire dall’accerchiamento pensa di trasferirsi in Regione?
«Ma perché mai? Il sindaco di Bari è un ruolo importante tanto quanto il presidente della Regione, quale interesse avrei? Io sto cercando di salvaguardare il centrosinistra in Puglia, e anche la figura politica di Nichi: se lo seguiamo, e perdiamo, cosa ne sarà di lui? Non possiamo farci prendere dalle emozioni, dal passato. Se fosse per me io farei ancora giocare Zoff e Cabrini...».
Ma Vendola non pensa di essere un grande del passato...
«È superato dallo snodo dell’alleanza necessaria con l’Udc. Lui era la primavera pugliese, ma quella stagione si è esaurita per volontà degli elettori».
Non potreste tentare di riagganciare almeno l’Idv?
«I rapporti tra loro e Nichi si sono deteriorati, gli ha “portato via” l’unico consigliere regionale, non li ha mai messi in giunta...».
Lei spesso ha criticato D’Alema e i dalemiani in Puglia. Stavolta sembrate molto in sintonia...
«È vero, sono stato l’unico avversario trasparente di D’Alema in Puglia. Per questo posso garantire che Massimo, se Udc e Idv fossero stati d’accordo, avrebbe già dato l’ok alla ricandidatura di Vendola. Ma per vincere ci vuole un’alleanza nuova, e Vendola oggi non è in grado di interpretarla».
Il governatore non è d’accordo.
«Non condivido il giudizio di Casini, ma devo prenderne atto».
Perché non fate le primarie?
«Lo escludo categoricamente. Le primarie si fanno dentro una coalizione consolidata, stavolta la dobbiamo costruire... lo dico io che sono considerato quello della società civile...».
Non è un ritorno indietro non farle?
«No, il nostro dovere è costruire una nuova formula politica, che prefigura una nuova alleanza anche in Calabria, Campania, e magari in Sicilia».
Torniamo a lei: se lascia Bari per candidarsi non teme di far arrabbiare i suoi cittadini?
«E infatti considero un’infamità dipingermi come un candidato. Il mio ruolo è costruire l’alleanza. Tutto il mio ragionamento esclude che io sia candidato. Basta che Vendola dica sì, poi il nome del candidato che unisce lo troviamo in 5 minuti».
Ha qualche nome?
«È bene che io non ne faccia. Spetta ai segretari dei partiti e a Vendola indicarlo. Le personalità in Puglia, anche fuori dalla politica, non mancano ».
Fonte: l'Unità - Andrea Carugati | vai alla pagina » Segnala errori / abusi